Hanno rinunciato al basista esponendosi in sopralluoghi alle ditte da depredare
BANDA ZINGARA FAI DA TE?
AHI, AHI, AHI… IN 7 IN GALERA!
Filmati dalle telecamere sono finiti facile preda degli uomini del Capitano Conforti
L’errore principale dello zingarello è stato quello di non aver voluto dividere i numerosi bottini di rame con un basista locale, preferendo come insegna la pubblicità – ahi ahi ahi – far da se.
Proprio i riflessi filmati delle telecamere non lasciavano dubbi: prima di ogni colpo, ai danni di aziende operanti per lo più nel settore del fotovoltaico, Andrei Albu, 33 anni, zingaro torinese di etnia sinti con documenti rumeni, coniugato e pluripregiudicato, finiva immancabilmente inquadrato! Una sorta di faccia d’angelo, rapportato agli sguardi truculenti degli altri angioletti zingari rumeni che, di volta in volta, lo accompagnavano nelle Marche in perlustrazione.
Eh si perchè la nostra regione e il territorio in particolare dell’Osimano (da Castelfidardo a Camerano, da Agugliano a Sirolo) per poi estendersi anche nelle province attigue di Macerata e Fermo, era stato eletto a territorio di caccia del delinquente torinese e dei suoi compari, tutti ospiti del campo nomadi di via Germagnano, nel capoluogo piemontese.
Un territorio talmente amico al punto di essere rinominato, nelle loro conversazioni telefoniche, “miniera”! Una autentica vera e propria miniera dall’oro rosso (il rame) a cui attingere quasi con la stessa tranquillità di quando ciascuno utilizza il proprio bancomat!
Ovviamente, come hanno imparato a proprie spese la gran parte dei delinquenti che nell’ultimo anno hanno pensato male di fare affari ai danni degli osimani, non hanno fatto i conti con l’abilità e il fiuto dei Carabinieri osimani, guidati da un Capitano tenace come Raffaele Conforti, quale Osimo non aveva mai conosciuto nella storia della tenenza cittadina.
Individuato grazie alla logica il principale sospetto di colpi simili messi a segno (tutti colpendo aziende posizionate nelle estreme vicinanze della statale Adriatica o dei caselli A14) restava solo da mettere all’ennesima prova la bontà del fiuto investigativo dei Carabinieri attendendo sul posto Abu e gli altri al prossimo colpo.
A condurre Conforti a colpo sicuro, oltre ai tradizionali servizi di indagine “OCP”, ovvero osservazione, controllo e pedinamento, ha pensato una volta di più l’amico telefono.
Sotto attenta osservazione, il cellulare di faccia d’angelo ha segnalato ai Carabinieri tutti gli spostamenti effettuati dallo zingaro, in particolare le trasferte marchigiane verso la cosiddetta miniera da osservare e depredare.
Quando, nei giorni scorsi, le tracce lasciate dal telefonino hanno segnalato i 600 chilometri del tragitto Torino-Rapagnano compiuto dal sinti rumeno, in perlustrazione preventiva come per ogni colpo precedente, i Carabinieri hanno potuto iniziare a festeggiare in anticipo, certi che nel giro di pochi giorni, il pesciolino rumeno avrebbe abboccato all’amo dell’ingordigia.
L’appuntamento con le manette si è così materializzato alle 3.30 della notte scorsa quando Abu e altri sei farabutti zingari, assoldati come manovalanza nel supermarket del campo nomade torinese, sono giunti, in perfetto orario lavorativo, dopo circa 6 ore di auto – un autocarro Mercedes Vito targato francese e una Opel Zafira con targa bulgara – presso la società agricola Famal Srl di Rapagnano, sita in Contrada Campogrande.
Mezz’ora di super lavoro per i 7 della banda che a colpi di trancia, dopo essere penetrati all’interno della Famal, hanno ben presto fatto sparire quasi 3 chilometri di filo di rame distaccato dagli impianti per un peso complessivo di “oro rosso” di circa 50 quintali!
Insomma, seppur remunerata, una faticaccia per i 7 sinti, considerata anche la grande velocità con cui il colpo è stato portato a segno: circa mezz’ora.
Mezz’ora di inutile lavoro per “faccia d’angelo e i suoi” che, risalita la statale fino a Civitanova Marche, sono stati finalmente bloccati dai Carabinieri giusto all’imbocco del casello autostradale.
Quanto avevano osservato in precedenza e soprattutto la refurtiva appena depredata erano elementi più che sufficienti per chiudere il cerchio e porre la parola fine alla carriera degli zingari.
Questo, ovviamente, accadrebbe in un Paese normale, un nome a caso la Romania da dove tutti i 7 provengono; considerato però che ben 5 arrestati su 7 godono incredibilmente di una fedina penale migliore, cioè incensurati, di chi in Italia sceglie di lavorare, ad esempio, come giornalista… ecco che non sarà il caso di farsi troppe illusioni.
Ad ogni buon conto il Capitano Conforti con l’arresto del capo banda, del braccio destro e della manovalanza, non ritiene ancora concluse le indagini a carico dei 7.
Il modus operandi dei nomadi torinesi porterebbe a pensare che Albu possa conoscere molti particolari anche sugli assalti subiti nell’ultimo trimestre da altre aziende marchigiane site, come già evidenziato, nel Maceratese e nel Fermano… altrimenti che “miniera” del cavolo sarebbero le Marche!