I BENEMERITI 2018 DANNO FORFAIT IN MASSA
3 SU 7 AVEVANO COSE PIÙ IMPORTANTI DA FARE!
La serata salvata dai 12 bis premiati che, senza arrossire, hanno ritirato l’encomio fotocopia!
Avviso ai naviganti premiati la vigilia di San Giuseppe: per la prima volta in mezzo secolo di pubblici riconoscimenti l’Amministrazione ha consegnato una Benemerenza… PiDica, anzichè Civica!
Mai come in questa in 46° e si spera anche ultima edizione il riconoscimento che dovrebbe andare a coloro che con una vita di lavoro, d’arte, dedicata allo sport o vissuta per la cultura, ecc. di cui sono stati capaci tanto da risultare esempio alle nuove generazioni, ha subito una indecente connotazione politica; anzi, peggio partitica.
Nessuno spazio alle minoranze neanche in commissione e di conseguenza individuazione dei benemeriti con gradimento alla bulgara, a stretta connotazione clientelare.
Insomma più che festeggiare il Patrono è sembrato assistere, guardando serenamente allo spettacolo offerto, ad una prova generale del prossimo 26 maggio elettorale… con tanti saluti ai principi di meritocrazia che dovrebbero regolare il conferimento delle Benemerenze.
Se dunque i veri personaggi da gratificare sono rimasti a casa propria, per fortuna dell’Amministrazione i nuovi e soprattutto i bis premiati hanno presenziato in forze il palco de “La Nuova Fenice”, in attesa per tre lunghe ore del proprio turno.
Diversamente la cerimonia – svoltasi in un clima, per i circa 300 presenti, da autentica punizione, visti i 30° gradi… all’ombra senza il benchè minimo ausilio di alcun condizionatore di aria – sarebbe passata alla storia delle benemerenze come la serata “dei civici scomparsi”!
Sui sette estratti da Pugnaloni, ben tre (il 42%!) hanno dato forfait inviando chi certificati medici (come il neo cittadino onorario Franco Cardini), chi accampando scuse formali poco di riguardo verso la città e i neo concittadini.
E’ il caso di Alessandra Mammoli, assente alla premiazione per impegni improrogabili di natura superiore (?!) al conferimento della Civica benemerenza ancorchè piddina e soprattutto per il forfait più atteso, quello di Gianni Genga, trattenuto quanto basta, non si è compreso bene dove, per evitare l’imbarazzo di un possibile faccia-a-faccia con un pubblico teoricamente ostile.
Con una platea formata in gran parte da elettori ad alta garanzia Pd… ovviamente Genga non avrebbe corso rischi di sorta ma l’uomo pubblico è personaggio troppo esperto per correre anche il più piccolo dei rischi residui al calcolo ed ha preferito farsi spedire il documento, che lo annovera nel ristretto club degli osimani degni di essere denominati “cittadini onorari”, direttamente a casa. A mezzo posta ordinaria.
Pugnaloni e la Giunta al gran completo (assente i soli Bernardini e Michela Glorio, probabilmente in tradizionale missione in quel di Copertino) hanno chiaramente fatto buon viso a cattivo gioco, incassando la triplice assenza come niente fosse, con il sorriso sulla labbra.
Del resto ai convocati che hanno ritenuto di presenziare – al 97% titolari, amici o familiari – ben poco importanza poteva costituire l’assenza o la presenza di questo o quell’altro; desiderosi come è giusto di mandare a memoria il ringraziamento e di evitare gaffes.
L’unica emozione – Inno di Mameli a parte, cantato a squarciagola da Pugnaloni con interessante sottofondo baritonale del vice Pellegrini; da rimandare la Pagliarecci, mai a tempo e soprattutto Cardinali che è sembrato non conoscere bene le parole! – si è così vissuta al momento dell’annuncio, da parte della conduttrice, dell’astuto forfait di mister Inrca.
Appena 70/80 decimi di secondo di fiato sospeso e immacolato silenzio in teatro, tipo minuto di raccoglimento, prima della ufficializzazione di quanto era nell’aria e suggerito proprio da OSIMO OGGI al Direttore: eviti di farsi strumentalizzare da Pugnaloni e provocare in sua vece il pubblico. La folla, anche se vota Pd turandosi il naso, è sempre una brutta bestia.
Consiglio accolto a metà, a conferma che il Direttore Genga è politico di razza; il confronto Genga la scartato in dribbling ma il riconoscimento l’ha accettato senza remore invitando a farselo inviare in ufficio.
Chi non ha avuto remore neanche di incorrere in brutte figure, far insinuare dubbi civici e lasciar serpeggiare pubbliche incoerenze, dulcis in fundo, sono stati i 12 bis premiati che sono saliti sul palco, uno ad uno, un istante dopo che la presentatrice di serata ha pubblicamente ricordato loro quanto fatto presente per tempo da OSIMO OGGI: occhio ragazzi, ognuno di voi ha già nella bacheca di famiglia un attestato simile che dovrebbe valere – se il premio fosse importante e soprattutto vero ma… in mezzo secolo lo è stato per pochissimi! – una sola volta nella vita.
Incuranti di alimentare le malelingue cittadine, che davvero non mancano, nessun Apostolo della Santa benemerenza se l’è così sentita di compiere il bel gesto di restituire il doppione a chi per convenienza, per dimenticanza, per pressapochismo – ovvero Gesù Pugnaloni – l’aveva recapito.
Tra tutti, nel male e nel bene, scegliamo due casi limite, quelli dei notissimi commercianti Fernanda Quercetti e dell’altrettanto o ancor più noto noto Giuseppe Paoli.
Se nel primo caso non troviamo giustificazione alcuna ad incassare e mettere in bacheca due premi fotocopia intestati alla stessa persona (Fernanda e Franca sono nome e nome d’arte, NdR.), possiamo invece condividere la decisione dell’anziano venditore di mercerie che, giunto a 92 anni, si presenta ancora in negozio a consigliare, suggerire, dire la sua come se avesse 50 anni di meno! Il premio, è vero, Paoli l’aveva già ricevuto regnante Orsetti nel lontanissimo 1994… ma dopo un quarto di secolo e un’altra vita di lavoro ad aggiungersi a quanto già fatto… se qualcuno avesse l’ardire di chiedere spiegazioni il nostro potrebbe pur sempre rispondere: “Orsetti? Orsetti chi?”.
QUELLA SPORCA DOZZINA DI PREMI RICICLATI! LA NORMA? UNA BENEMERENZA PORTA L’ALTRA…