Questo il quadro ricavato dalle sensazioni degli addetti ai lavori a 5 giorni dal voto
CAMERA DEI DEPUTATI: SCEGLI IL TUO CANDIDATO!
- Tullio PATASSINI, Lega (45%, 42 Votes)
- Daniela TISI, 5 Stelle (31%, 29 Votes)
- Flavio CORRADINI, PD (14%, 13 Votes)
- Argentina SEVERINI, Leu (10%, 9 Votes)
Total Voters: 93
SENATO DELLA REPUBBLICA: SCEGLI IL TUO CANDIDATO!
- Giuliano PAZZAGLINI, Lega (47%, 40 Votes)
- Mauro COLTORTI, 5 Stelle (36%, 31 Votes)
- Piergiorgio CARRESCIA, PD (14%, 12 Votes)
- Bruno PETTINARI, Leu (3%, 3 Votes)
Total Voters: 86
Nel Centro-Destra tira aria di quasi vittoria.
Parlando in questi giorni con Deputati e Senatori di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia-Udc l’impressione degli addetti ai lavori è quella che vuole la coalizione molto vicina ad avere la maggioranza dei consensi.
Più facile che questo avvenga al Senato che alla Camera.
Piuttosto in Forza Italia iniziano a temere seriamente il sorpasso da parte della Lega, nonostante l’ottimismo profuso a piene mani da Silvio Berlusconi.
In via Bellerio sono convinti di arrivare davanti in tutto il Nord (ovviamente soprattutto in Veneto stimato in almeno il 30%) e di ottenere buoni risultati anche al Centro-Sud.
Obiettivo dichiarato di Salvini raggiungere il 10% nel Lazio e almeno l’8% in Puglia, Sardegna e Sicilia.
Grande aspettativa leghista anche nelle regioni rosse (15% in Emilia e 13% in Toscana), così come nelle Marche e in Umbria attese ad un verdetto medio del 12%.
Tutto questo, sommato all’effetto – voluto? – di sottostima del dato reale fotografato in tutti i sondaggi fino allo stop per par condicio, potrebbe portare ad un clamoroso sorpasso in casa Centro-Destra con l’ex Carroccio passibile di un sorprendente 20%.
Da parte sua Forza Italia spera nel Mezzogiorno, Campania in testa, per bilanciare il dato delle altre regioni, pur consapevoli – gli azzurri – di essere indietro in Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche.
Fratelli d’Italia ha invece come obiettivo non dichiarato il raggiungimento del 5%, una percentuale superiore, visto l’effetto Lega, sarebbe un successo.
Nci-Udc invece è seriamente preoccupata di fallire l’obiettivo del 3% e quindi di poter partecipare alla ripartizione del voto proporzionale, questo a causa soprattutto del risultato del Nord Italia che, vedi ancora Lega, potrebbe assottigliare di molto la pattuglia degli onorevoli Udc.
In casa grillina Di Maio è certo di risultare la prima forza politica in quota proporzionale, pur restando numerosi i dubbi sulla possibilità del movimento 5 Stelle di sfondare almeno quota 30%.
L’impressione tra i grillini è quella di essere particolarmente forti al Mezzogiorno dove la speranza è quella di superare ampiamente il 30% sia in Sicilia che Calabria e Sardegna. Circola ottimismo anche per il risultato da conseguire nella Capitale e nell’intero Lazio, anche se il dato toccato con la vittoria di Virginia Raggi al Campidoglio sarà difficilmente ripetibile.
Al Nord Italia invece a prevalere è il pessimismo. I 5 Stelle temono di restare sotto il 20% sia in Veneto che in Lombardia e di vedere così compromessa la corsa al governo.
Trasuda pessimismo a grappoli il Centro-Sinistra e in particolare il Partito Democratico il quale, malgrado le parole di Matteo Renzi e il super attivismo di Paolo Gentiloni e di tutti i ministri Pd, dietro le quinte teme un risultato fortemente negativo.
C’è perfino chi sussurra, temendo di farsi sentire in giro, della possibilità di scendere addirittura sotto al 20% e comunque appare molto difficile – parlando seriamente con Senatori e Deputati – il raggiungimento del 25.42% preso dall’allora segretario Pierluigi Bersani nel 2013.
Non solo, la preoccupazione è quella di vincere in pochi collegi uninominali – quasi tutti concentrati tra Toscana ed Emilia Romagna – e di pagare dazio al cosiddetto effetto-Bonino che con +Europa dovrebbe poter raggiungere e superare lo sbarramento della fatidica soglia del 3%, partecipando così alla quota proporzionale e sottraendo almeno una quindicina di deputati proprio al partito guidato da Renzi!
Impressionante il numero atteso dei “caduti” in casa Pd che, solo alla Camera, dovrebbero verosimilmente più dimezzarsi: dai 292 onorevoli dell’era Bersani al poco più del centinaio di superstiti contabilizzati il 5 marzo.
Pd in ansia soprattutto in tutto il Sud dove, dicono tutti gli osservatori, la partita (quando non è già vinta dal Centro-Destra) appare in ballottaggio tra Centrodestra e 5 Stelle.
E quanto al Nord le notizie continuano ad essere tristi. Il timore più forte non è solo quello di non prendere nulla in Veneto e Lombardia, ma anche di pagare dazio al non consenso perfino in Piemonte ed anche in Liguria.
Quanto alle altre due liste-cespuglio, Civica Popolare e Insieme, dai pissi pissi bau bau di queste ultime, decisive ore, pare ormai certo che la battaglia sarà quella per conquistare l’1% e non certo puntare al 3%.
Dulcis in fundo uno sguardo a Liberi e Uguali che punta ad un risultato in grado di ridare alla Sinistra non targata Pd un ruolo di primo piano.
L’obiettivo iniziale era quello di raggiungere la doppia cifra, come più volte auspicato da Massimo D’Alema; il timore è piuttosto quello di restare ancorati intorno al 6%, stando almeno a quanto “sentono” a pelle i parlamentari di LeU.
La speranza però è sempre l’ultima a morire e di arrivare quindi a prendere consensi dall’astensione, così da arrivare a quota 8%.
Determinante sarà il voto nel Centro e in particolare in Toscana e in Emilia Romagna.
Al Nord e al Sud, stando sempre alle impressioni, difficilmente il dato elettorale del partito di Grasso sarà particolarmente alto, complice anche il voto a sorpresa verso Potere al Popolo e Partito Comunista, in grado di erodere consensi importanti.
Ultimo dato decisivo legato alla partecipazione al voto che nel 2013 oltrepassò la soglia dei tre quarti aventi diritto (esattamente 75.19%) mentre domenica dovrebbe scendere ulteriormente ad appena due elettori su tre.
Un ruolo, in questo senso, lo giocherà anche il clima che seppur previsto su tutto lo Stivale come accettabile, rapportato alla prima domenica di marzo, risentirà in molte province della neve e del ghiaccio residuo di queste ore, fenomeno che certamente non invoglierà gli eterni indecisi.