All’andata furono gli uomini e i mezzi Astea a fare la differenza. Ora a chi tocca?
CAMPETTO DEI FRATI, CHI RIPRISTINA IL LUOGO?
ATTREZZATURE D’OGNI TIPO ABBANDONATE SOTTO LA PIOGGIA
Bagni chimici, panche, transenne, fusti di birra, sacchi di rifiuti testimoniano il party
Com’era facilmente prevedibile, tanto che non si accettavano scommesse, il campo dei Frati dopo la terza esperienza a contatto con urla e sbraiti forsennati di centinaia di partecipanti notturni, non si presenta in ottima forma. E per fortuna che il quarto bis, quello più importante di domenica con cosiddette band attese anche da fuori regione, è stato annullato causa pioggia benedetta.
Il terreno non è disseminato di bottiglie e cartacce come in passato ma resta pur sempre un’area “vandalizzata”, da recuperare quantomeno alle condizioni originarie.
Non sappiamo se, come all’andata, tocchi al pubblico, ovvero agli uomini e ai mezzi Astea, pagati da tutti gli osimani, ripristinare la situazione andando a rimuovere materiale che a tutta vista sembrerebbe piuttosto essere in dotazione al pubblico. E dire che l’accesso alla quattro giorni, poi ridotti a tre, organizzata da Font d’Art, era riservato ai soli soci!
Come dire: i costi ve li dividete e l’incasso, oltretutto esentasse, ce lo teniamo.
Anche se, onestà vuole, che le centinaia di osimani che non avrebbero voluto usufruire della festa punk, pur non avendo pagato un centesimo, hanno comunque partecipato all’evento sobbalzando a ritmo nel letto!
Tornando alla scena che si presenta a quanti dovessero avventurarsi per la fangosa ripa di questi giorni, notiamo decine di barriere contieni pubblico (con tanto di pubblicità Banca di Credito cooperativo Filottrano!), due o tre bagni chimici ma con scarico a terra (!), bancali, banchi e banchetti di ogni tipo, contenitori all’ingrosso di birra, una decina di mini cointaneirs e chissà cos’altro… il tutto lasciato sotto la pioggia battente di questi giorni.
Messo in salvo, sembrerebbe, il materiale privato utilizzato per diffondere nell’aria il battito forsennato di piatti e tamburi, non resta da chiedersi se toccherà di nuovo ad Astea, non appena le condizioni del tempo potranno permetterlo, occuparsi del rientro degli utensili abbandonati o se invece la competenza toccherà a qualche altra società partecipata dal Comune.
Sarebbe interessante che la politica, spesso anche troppo attenta per questioni di lana caprina, trovasse un pò di tempo anche per chiarire questo aspetto, non secondario, della organizzazione Font d’Art.
Al riguardo, seppur in ritardo, registriamo la presa di posizione di Su la Testa circa i disagi patiti dagli osimani residenti in zona.
“Anche quest’anno – spiega il consigliere Gilberta Giacchetti – avevamo pregato il Comune di far terminare le serate alle 24. Niente da fare! Dopo un giovedì e un venerdì decenti, sabato notte Font d’Art, forte del sostegno dell’Assessore Pellegrini, è tornata con la musica sparata a tutto volume, ideale per scassare i timpani… e non solo (!) alla metà dei residenti del centro storico.
Noi non siamo, ci mancherebbe, né contro la musica, nè contro i giovani, nè tantomeno contro le manifestazioni artistiche, arriviamo a dire, espresse in ogni modo… ma purchè tutto rientri nell’ambito di una misura rispettosa, in primis, degli altri cittadini che non partecipano e che all’1.30 di notte non possono discernere tra arte e frastuono!
Nelle ore dedicate al sonno si dovrebbe poter dormire, specie se non si è interessati all’evento. O è richiedere troppo all’Assessore Pellegrini?
C’è poi il mistero, speriamo chiarito in tempi rapidi e soprattutto con argomenti ineccepibili, dell’impiego di tante strutture e servizi della comunità per tale evento. Probabilmente, tra tanti, l’aspetto più curioso di questa vicenda che ormai sembra voler accompagnare l’amministrazione Pugnaloni fino in fondo.
Noi – ha concluso la Giacchetti ribadendo il concetto – non siamo contrari a simili manifestazioni giovanili. Anzi riteniamo che sia giusto concedere spazi… ma ogni cosa va fatta al posto e al momento giusto. Posto e momento giusto che non possono continuare ad essere individuati in Fonte Magna e dintorni, tanto meno all’1.30, ancorchè di un sabato notte.
Certi raduni giovanili, che coinvolgono ragazzi anche da fuori città, dovrebbero avere i propri spazi in ambiti diversi e soprattutto regolamentati, sia in termini di affluenza (leggi sicurezza) che in fatto di orari. A meno che l’obiettivo non sia quello di farsi notare a tutti i costi, anche accettando il rischio di godere di cattiva stampa purchè se ne parli…”.
A proposito di cattiva stampa. Inizia questa settimana l’ultima sagra cittadina, quella del Leone di San Marco; ciclo culinario non inaugurato a maggio, in quel di San Sabino, per le difficoltà degli organizzatori di mettersi in regola con le stringenti norme di sicurezza recepite, a partire da quest’anno, dall’Amministrazione comunale.
Orbene, seguendo l’esempio andreottiano di pensar male, segnaliamo agli osimani come l’evento festaiolo del quartiere San Marco, tra tutti, sia di gran lunga il preferito dell’intera famiglia Pugnaloni rispetto a tutte le altre specialità degustate.
Sappiamo anche delle difficoltà di ordine tecnico per intervenire, all’interno del loggiato ex foro Boario dove vengono alloggiate parte delle cucine, secondo i criteri dettate dalla maggior sicurezza.
Essendo ormai la sagra alle porte, i manifestini stampati, la pubblicità raccolta, la lotteria autorizzata e soprattutto crescia, polenta e stoccafisso ormai solo da cucinare… c’è da arguire come l’apposita commissione comunale di vigilanza retta da Fabio Luna abbia ormai vigilato e rilasciato, dopo qualche prescrizione inevitabile, ogni ok utile alla accensione dei fornelli.
Insomma stavolta il credo del sette volte Presidente del Consiglio ci ha solo indotto a commettere un peccato in più che speriamo ci sarà perdonato.