La differenza di 52.219 consensi, registrata nel 2015, colmabile solo se a votare torneranno gli sfiduciati della politica. Il Referendum coincidente e l’elezione spalmata su due giorni dovrebbero aiutare
52.219 consensi di differenza. Tanti furono, nel 2015, i voti che scavarono la differenza tra Centro-Sinistra (231.143) e Centro-Destra (178.924, sia pur spalmati tra due candidati)-
Importante notare, poi, come gran parte dei favori di scarto andati a Ceriscioli – ben 44.012 su 52.219 – risultino forniti dalle più popolose circoscrizioni, corrispondenti alle province di Ancona e Pesaro.
Ancona e Pesaro che avendo da sempre più abitanti, e quindi più elettori, potranno anche stavolta spartirsi la parte del leone sui seggi, ben 16 sui 30 previsti.
Fondamentale, dunque, per assicurare la vittoria a MANGIALARDI o ACQUAROLI, il dato che maturerà nelle due province nord… ben sapendo che una conferma del distacco registrato nel 2015 porterebbe il Centro-Sinistra a trionfare per l’11° volta consecutiva, un record!
Detto che l’operato del neo commissario leghista MARCHETTI – prima forza in campo – si appresta a copiare gli stessi errori e quindi raccogliere, in conseguenza, gli identici scarsi risultati conquistati da ARRIGONI nel recente passato (leggi Ammnistrative 2019), vediamo come il miracolo di un successo di ACQUAROLI potrebbe concretizzarsi.
Speranza numero 1: serve che i marchigiani – al voto appena col 49.78% degli aventi diritto, 611.336 schede valide + 34.605 nulle contro gli attesi 1.297.485 elettori – crescano sensibilmente di numero, puntando a toccare almeno quota 65%, meglio 67%.
Insomma solo se due marchigiani su tre andranno al voto il Centro-Destra può ragionevolmente sperare di colmare la differenza e staccare la vittoria. Al voto dovranno andare chi, come noi, non esercita più da decine di anni, in quanto sfiduciati per averne viste troppe: chi ha giurato a se stesso di aver chiuso per sempre con la politica e soprattutto coloro che si sono ripromessi solo recentemente di non farlo mai più.
Tutta gente, tendenzialmente, che avrebbe votato in maggioranza per il Centro-Destra ma che, per motivi propri, fondati o meno, preferisce far vincere la parte opposta piuttosto che sentirsi correi di una cattiva politica.
Questo l’andamento della partecipazione al voto, nelle Marche, dal 1970 al 2015:
L’affluenza alla Regionali nelle Marche in mezzo secolo
1970: votanti 906.196 pari al 94.06%
1975: votanti 987.982 pari al 94.78%
1980: votanti 1.017.792 pari al 91.56%
1985: votanti 1.054.558 pari al 91.25%
1990: votanti 1.069.369 pari al 89.50%
1995: votanti 1.050.546 pari al 84.62%
2000: votanti 938.848 pari al 74.33%
2005: votanti 919.866 pari al 71.46%
2010: votanti 809.146 pari al 62.77%
2015: votanti 645.941 pari al 49.78%
Ora pensare di stoppare una caduta che si conferma da 5 quinquenni consecutivi – e giunta al record negativo di contare minor elettori (645.941) di quanti andarono al mare (651.544) – è una cosa… fare miracoli è altro.
Riportare i marchigiani all’interesse, almeno, dei primi anni 2000 non sarà cosa facile, cadendo la competizione, oltretutto, causa Covid, in una finestra temporale del 20 settembre dedicata, da sempre, al mare e alle vacanze.
Insomma fossimo nel Centro-Destra non conteremmo troppo sul ritrovato spirito civico dei marchigiani, non fosse per un paio di circostanze particolari, utili al raggiungimento di una maggiore partecipazione.
1) l’assembramento al 20 settembre anche del referendum per la riduzione dei parlamentari, tema questo che “rischia” di riportare in cabina, tanto è la voglia di vedere la casta composta da un numero ridotto di persone, un numero consistente di astenuti cronici.
2) l’altro elemento contro corrente, utile a recuperare qualche voto, è dato dalla doppia giornata di voto, spalmata anche sulla mattinata di lunedì 21.
Indubbiamente avere a disposizione altre ore, fuori dagli impegni di chi la domenica lavora o non può lasciare la famiglia in spiaggia, potrà risultare utile al raggiungimento di una percentuale più significativa.
Caccia aperta non solo all’elettore, dunque, ma anche alla maggior partecipazione possibile; stimando l’affluenza minima ottimanale per il Centro-Destra in 2 marchigiani su 3, ovvero 900.000 cittadini circa.