La giovane, dal semplice cucito all’atelier milanese di Ferdinando Caraceni, soffriva da tempo del mal di vivere e aveva già tentato il gesto. Il ritorno ad Osimo meditato di proposito quale momento per togliersi la vita
Da tempo aveva deciso di chiudere con una vita che, nonostante il successo professionale appena sbocciato, non la gratificava quanto necessario per smettere di guardarsi dentro e non piacersi.
Eppure della bellezza, dello stile e dell’eleganza Adele LEONI, 28 anni, aveva fatto la propria ragione di vita coronando il suo sogno professionale di sarta grandi firme superando di slancio, quattro anni fa, sei duri mesi di tirocinio presso il rinomato atelier milanese di Ferdinando CARACENI, eccellenza artigianale premiata da clienti del calibro di Silvio BERLUSCONI.
Per ottenere tutto questo Adele aveva lasciato da anni Osimo e l’abitazione di famiglia di via Campoceraso – tra San Paterniano e Casenuove – per stabilirsi prima all’estero, sbarcando il lunario con qiualche lavoretto ed infine a Milano.
Diplomatasi all’istituto d’Arte di Macerata (specializzazioni in arredamento e design), Adele una volta rientrata in Italia aveva deciso di assecondare decisamente il suo sogno: la sartoria. Formatasi al corso di cucito della scuola Cristyle di Jesi, nel gennaio 2016 Adele venne accolta come tirocinante sarta da Nicoletta CARACENI, nel rinomata sartoria milanese per vip.
A spingerla lontano da casa anche la fine di un fidanzamento, giovanissima, con un coetaneo osimano e soprattutto i mille fantasmi che hanno iniziato ad impadronirsi, lentamente, momento dopo momento, della mente di Adele.
Seguita da uno psicologo e da specialisti della mente, la giovane sarta sabato pomeriggio non era al primo tentativo di appuntamento con la morte. In passato altri gesti, dimostrativi o meno, erano giù stati attuati e – nella speranza di tutti -dimenticati del significato.
Quel suo chiudere e riaprire gli occhi continuando a vedere dinanzi a se sempre e solo nero – come se la luce del mondo fosse ormai inacessibile per poggiare, mattone dopo mattone, nuove e gratificanti esperienze di vita – ha fatto si che al nuovo tentativo di dire addio al mistero della vita, Adele abbia fatto centro.
Per porre fine ai suoi giorni la ragazza ha scelto di proposito l’abitazione dei genitori e un breve periodo di vacanza ad Osimo, di stacco dall’attività milanese dalla boutique CARACENI dove era la ragazza attesa al ritorno proprio stamani.
“Una persona meravigliosa” – ha commentando facendosi forza Nicoletta CARACENI, colta – in tutta la drammaticità della notizia – impreparata ad un simile evento. “Scusatemi ma non voglio aggiungere altro se non omaggiarla col silenzio e rispetto”.
Adele infatti sapeva bene che non sarebbe mai tornata in Lombardia. A deciderlo, in tutta la lucidità della pazzia, la mente offuscata di una ragazza consapevole di aver finalmente ideato il piano ideale per porre fine alla propria esistenza.
Prima di lasciare Milano, infatti, Adele si era premurata di acquistare alcuni metri di corda, portandoli con se in borsetta allo scopo di farne lo strumento più utile al trapasso che non perdona: impiccarsi in casa al ramo di un albero in giardino!
Un gesto prettamente maschile, quello dell’impiccagione, evidentemente scelto dalla ragazza osimana dopo gli esiti negativi di almeno un paio di episodi risoltisi con il recupero alla vita in extremis.
Stavolta però tutto è andato secondo i piani, nonostante che i genitori abbiano cercato in ogni modo, pur nella crisi del proprio matrimonio, di non lasciarla troppo tempo sola, sospettando in quel improvviso ritorno a casa una possibile recrudescenza del mal di vivere.
Certo nessuno, neanche la mamma a cui è toccato fare la triste scoperta, e neanche il babbo dettosi non sorpreso dalla piega rovinosa degli eventi, avrebbe potuto immaginare che Adele avesse calcolato anche questo di più attenzione, premurandosi di acquistare altrove il necessario e di conservarlo in un spazio intimo e non perquisibile come la borsetta.
Sabato, così, dopo aver postato in rete un’abito da sposa, in un bel pomeriggio di fine estate baciato da un sole di cui Adele ormai non riusciva più ad intravederne forza, luce e calore, la provetta stilista è uscita in giardino a passo veloce, dritta all’albero ritenuto più adatto.
Con se, una piccola scaletta e in borsetta, il cappio già confezionato attraverso rudimentali nozioni disponibili a tutti via internet. Si trattava solo di agganciare il ramo più adatto e di farlo in fretta, prima di essere scoperta. E di saltare giù dalla scaletta in attesa della perdita di conoscenza e – qualche minuto dopo – dell’abbraccio della morte.
A ritrovarla senza vita, quando ormai ogni tentativo di realizzare un nuovo miracolo era svanito, è toccato alla mamma, disperata, attonita di fronte al corpo penzoloni di Adele.
A cercarla, allarmata di non trovarla in casa, è toccato proprio alla mamma come forse la ragazza desiderava che fosse. Nessun biglietto di addio è stato rinvenuto addosso, nella borsetta o in casa, segno che Adele aveva, nella sua mente, comunicato abbastanza tutto il disagio di cui soffriva, senza ritenere di dover aggiungere altro.
Il corpo senza vita della giovane, poco dopo, è stato distaccato dall’albero e affidato ai soccorritori che altro non hanno potuto fare che certificarne l’avvenuto decesso.
Per volere della famiglia la salma di Adele LEONI, affidata all’impresa funebre SANTAMARIANUOVA di Cingoli, verrà cremata in giornata presso il primo impianto disponibile, nelle Marche o fuori regione, a realizzare subito l’incombenza.
Personale e quindi la rispettare anche la decisione dei genitori di non affiggere manifesti funebri informativi e di rinunciare per Adele anche ad un funerale, di qualsiasi possibile religione. Le ceneri della ragazza, una volta composte in un’urna, riposeranno per sempre ad Ancona, presso il cimitero di Tavernelle, accanto ad altri familiari LEONI.
Un articolo ignobile.
Vergognatevi.