Con Pesaro e Ancona la nostra città divide il poco piacevole record di comunità amministrata dagli ex comunisti. Cadute Macerata e Senigallia, nell’intera regione resistono a Sinistra le sole Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare
ANCONA: 100.282 abitanti. Sindaco Valeria MANCINELLI (Pd) dal 25 giugno 2018
PESARO: 94.790 abitanti. Sindaco Matteo RICCI (Pd) dal 28 maggio 2019
FANO: 60.728 abitanti. Sindaco Massimo SERI (Civiche Sinistra) dal 10 giugno 2019
SAN BENEDETTO TRONTO: 47.467 abitanti. Sindaco Pasqualino PIUNTI (Forza Italia) dal 20 giugno 2016
ASCOLI PICENO: 47.325 abitanti. Sindaco Marco FIORAVANTI (Fratelli Italia) dall’11 giugno 2019
SENIGALLIA: 44.659 abitanti. Sindaco Massimo OLIVETTI (Centro Desra) dal 5 ottobre 2020
CIVITANOVA MARCHE: 42.474 abitanti. Sindaco Fabrizio CIARAPICA (Centro Destra) dal 26 giugno 2017
MACERATA: 41.010 abitanti. Sindaco Sandro PARCAROLI (Lega) dal 24 settembre 2020
JESI: 39.995 abitanti. Sindaco Massimo BACCI (Civiche Centro Destra) dal 21 maggio 2017
FERMO: 36.905 abitanti. Sindaco Paolo CALCINARO (Civiche Destra) dal 21 settembre 2020
OSIMO: 35.177 abitanti. Sindaco Simone PUGNALONI (Pd) dal 9 giugno 2019
E poi Nicola LOIRA (Porto San Giorgio), Nazareno FRANCHELLUCCI (Porto Sant’Elpidio) e Alessio TERRENZI (Sant’Elpidio a Mare).
E con la doppia caduta di Macerata (ampiamente attesa per la simbologia che la città rappresenta del risveglio nazionale nel Centro Destra, dopo le vicende Pamela e Traini) e la rovinosa debacle di Senigallia (patria dell’ex enfant prodige MANGIALARDI, quello che gira le Marche carico di gel ma senza calzini!) Osimo può finalmente festeggiare!
Festeggiare va bene (insegna PUGNALONI) ma festeggiare cosa? Facile ragazzi! Da oggi la nostra città incarna il primo e più importante Comune dell’intera regione, tra i 222 non capoluogo di provincia, a guida Partito Democratico!
Cosa abbiano fatti di male gli osimani, per 69 anni consecutivi guidati da monocolori Scudocrociati e Civici, non è dato sapere.
Di fatto, però, escludendo le storiche Pesaro e Ancona (rosse da sempre) e sorvolando sulle momentanee parentesi espresse da tre Comuni fermani – Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare – nessun altro Comune marchigiano – piccolo, grande, medio o piccolissimo – si riconosce in Primi cittadini con la tessera del PD in tasca.
Dunque primo nelle Marche tra i Comuni non sede provinciale, secondo della provincia di Ancona e terzo assoluto nelle regione, dietro ad autentici star quali RICCI e MANCINELLI, mostri sacri del Partito Democratico.
Escludendo a priori che anche il nostro PUGNALONI sia, nel frattempo, salito al rango di “mostro della politica”, agli osimani con maggiore coscienza non resta che interrogarsi su come tutto questo sia potuto accadere, sia pur legittimato da due banali voti di differenza, conditi da complicità e compiacenze al limite del broglio.
La prima cosa evidente che balza agli occhi è la disputa, risoltasi in entrambe le occasioni al ballottaggio e sempre tra gli stessi personaggi, ha sempre riguardato LATINI (vincitore a mani basse dei primi turni quando ciascun partito è costretto a correre per se) e PUGNALONI (asso pigliatutto dei ballottaggi, ovvero mago nel saper attrarre i voti decisivi di chi, lontano da LATINI ma lontanissimo dal Pd, ama farsi del male).
Votare PUGNALONI col gusto masochista di provocarsi effetti similari al male fisico… andrebbe effettivamente studiato. Godere attraverso la materializzazione della propria e altrui disfatta politica, uscendo dal contesto osimano, trova infatti ben poche e rare rappresentazioni; sia se il discorso lo si intenda in maniera seria, sia preferendo leggere l’analisi in chiave birichina e/o scherzosa.
Comunque la si pensi è evidente che per imprimere un cambiamento radicale a 180 gradi, Osimo abbia necessitato, nel tempo, di raccogliere la maturazione di tutta una serie di presupposti posti a corollario del “gran voltafaccia” subito; in primis, dalle classi conservatrici storicamente dirigenti la città, classi immutate e immutabili alla guida di Osimo almeno dai tempi di Napoleone nelle Marche a ieri l’altro.
Se per secoli la città ha vissuto il proprio corso, centellinando col bulino artigiano anche le più modeste di pericolosissime novità sociali, negli ultimi 7 disgraziati anni densi di guai, è invece parsa concedersi alla vita – tutta insieme – aprendosi al gusto della novità… spingendo sempre più avanti una morale scopertasi libertina, persino alle soglie della trasgressione e dei dubbi piaceri carnali… su tutti quello, tra l’intimo e lo spirituale, di soffrir godendo.
Insomma roba grossa. Argomenti per storici e sociologi che verranno e che sin d’ora non invidiamo nel dover definire e catalogare, in qualche verso, la Osimo post pensiero unico (1945-2014).
Agli osimani che verranno, in particolare quelli che oggi hanno 15, 16 e 17 anni e che a tutto pensano tranne al ruolo che la città, la storia e il futuro hanno già scritto per loro, il compito più difficile ma anche il compenso più grande di rimettere le cose al proprio posto, restaurando la perduta osimanità a noi sempre cara.
Diversamente non potrà essere, pena l’obbrobio, già oggi realtà documentata, di morire Pd, unici tra i marchigiani!