A confronto le case di riposo Bambozzi e Buttari. L’iniziativa è del consigliere Maria Grazia Mariani (Gruppo misto) che lamenta, nei confronti dell’istituto di Via Matteotti, l’applicazione di criteri di scarsa trasparenza, nonchè di mancato rapido accesso agli atti.
“La Fondazione Grimani-Buttari di San Sabino – fa notare la Mariani – è una azienda pubblica “vigilata” dal Comune di Osimo, mentre l’istituto Padre Bambozzi è un ente soggetto al controllo diretto del Comune di Osimo, socio fondatore.
Ciò nonostante, mentre gli atti gestionali della Grimani Buttari sono accessibili a tutti attraverso il sito dell’azienda – chiarisce Mariani – lo lo stesso non si può dire della Bambozzi che pubblica i propri atti con il contagocce e non risponde neanche alle richieste dei consiglieri comunali, ad esempio la ricerca di chiarimenti da me avanzata, consiglieri a cui spetta il compito di controllare.
Lo scorso mese di agosto, ad esempio, ben sei mesi fa, ho fatto pervenire alla Bambozzi istanza di informazione in merito al risultato certificato nel bilancio 2015, documento redatto in negativo per oltre 120.000 euro! Ebbene sono trascorsi sei mesi e sono ancora in attesa di una qualsiasi risposta da parte del Presidente Laura Cionco e del consiglio di amministrazione della Fondazione. Il Consiglio comunale, in pratica, a distanza di mezzo anno, non conosce la natura delle difficoltà che limitano l’attività del Bambozzi.
A far da contraltare abbiamo invece un Buttari che, pur agendo nell’identico settore di assistenza agli anziani, presenta una situazione contabile florida, con una media annuale di oltre 600.000 euro di utili”.
Purtroppo con l’insediamento nel 2015 della nuova gestione scelta dall’Amministrazione Pugnaloni (con il Presidente Laura Cionco il vice Giampaolo Bottegoni, Alice Bartoli, Katia Carnevali e Marco Mosca, in rappresentanza di maggioranza e della minoranza Cinque Stelle; le liste civiche hanno scelto di non essere rappresentate, Ndr:) sono giusto due anni consecutivi che la fondazione Bambozzi chiude con un disavanzo.
“I costi – prosegue la Mariani – hanno superato i ricavi di 73.000 euro nel 2014. E il risultato negativo è addirittra peggiorato nel 2015 con un segno meno di 120.000 euro! Con chiare difficoltà, da quanto mi risulta, a far fronte anche a spese di normale amministrazione come il pagamento delle ore straordinarie lavorate dal personale”.
E ancora. “Tornando alla mancata trasparenza – conclude la battagliera Mariani – lo Statuto della Fondazione stabilisce che il bilancio di esercizio e la proposta di bilancio sociale devono essere trasmessi dal Bambozzi ai soci fondatori accompagnati dalla relazione del Collegio dei revisori dei conti. Bene. Il Comune di Osimo è l’unico socio fondatore che in tutto questo lungo spazio di tempo, due anni e mezzo, la metà del mandato, non ha potuto esaminare, nel silenzio della maggioranza, neanche l’ombra di un Bilancio!”
E dire che i soldi circolano. La Fondazione Bambozzi incassa, euro più, euro meno, oltre un milione e 600.000 euro l’anno solo con le rette degli anziani; inoltre l’istituto può contare su altre cospicue entrate, per oltre 700.000 euro annui, messi a disposizione, quale integrazione, da Asur e Comune stesso.
Dove finiscono allora tutti questi flussi di denaro? Come è possibile che nella vicina San Sabino la stessa attività produca significativi utili mentre il Bambozzi lamenta conti in rosso?
Ce lo siamo chiesti anche noi rinvenendo, al momento, una sola, piccola ma significativa risposta. Scartabellando tra le delibere sottoscritte dall’attuale CdA compare come la Presidente Cionco, quale primo atto della propria amministrazione, abbia pensato bene di dotarsi di uno stipendio mensile pari a 796,50 euro lordi, ovvero 9.558 euro l’anno. Poca roba rispetto ai bilanci negativi sottoscritti ma pur sempre illuminanti di quale politica si intende percorrere. La precedente amministrazione affidata a Fabiola Martini, a fronte di bilanci sani, contribuiva a pesare con un costo pari a zero; non la stessa cosa avviene con la Cionco la quale, entrata in servizio nel dicembre 2014 ma nominata a giugno da Pugnaloni, ha subito messo ai voti il ripristino del compenso con tanto di decorrenza retro datata alla data di presa in carico!
Al riguardo per l’intera giornata di ieri abbiamo rincorso la Presidente Cionco per ascoltare delle repliche alle critiche mosse o per motivare le scelte effettuate. Purtroppo il telefonino, nonostante abbia continuato a squillare e abbia ricevuto i nostri messaggi di sollecito, è rimasto per tutto il tempo completamente silenzioso.
Quali le conseguenze di questa mancata trasparenza? Le trae di nuovo il Consigliere Mariani. “Non vorremmo che, se non arginato in tempo, il dato negativo di bilancio redatto dalla Bambozzi finisca con il contagiare, in qualche maniera, anche il Bilancio comunale (ripeto il Comune è l’unico socio del Bambozzi). Un consigliere comunale, ma attraverso me tutti i cittadini osimani, hanno tutto il diritto di sapere”. E aggiungiamo noi, giudicare.
“Purtroppo le differenze, tutte a carico del Bambozzi, non sono ancora finite. Persino la normale gestione quotidiana del personale – sottolinea critica la Mariani – presentano lati oscuri, a cominciare dal sistema di rilevazione delle presenze.
Mentre al Buttari, tanto per non fare nomi, i dipendenti possono contare su un moderno sistema di rilevazione elettronico, al Bambozzi vige ancora un “preistorico” sistema manuale, che temo consenta ai più furbi di scrivere a penna l’orario preferito di entrata e uscita dal lavoro. Al riguardo, si dice certa il consigliere di opposizione, posso produrre documentazione fotografica al riguardo. Il nuovo sistema di rilevazione elettronica acquistato dalla passata amministrazione, regolarmente pagato, è probabilmente finito in qualche scantinato…”.
Chiosa finale. “C’è dunque più di qualcosa che non va, più di qualcosa che gli osimani non devono evidentemente conoscere. Lo stesso andamento del lavoro – sottolinea Mariani – non appare idilliaco o almeno come dovrebbe essere, vista la particolare natura del servizio. Sono anni che il sindacato e il personale lamentano una situazione di perdurante malessere; è tempo che l’Amministrazione Pugnaloni senta il dovere di prendere in mano la situazione, senza indugio; soprattutto perché il Bambozzi è una struttura dove si eroga quotidianamente un servizio di natura difficile e delicata a favore di una utenza sempre più bisognevole di attenzioni. Che non è possibile abbandonare nel silenzio!”