Il Consiglio comunale perde anche l’ultimo pezzo, decisivo per tenere in vita la maggioranza
DIMESSO ANDREA CATENA (ENERGIA NUOVA)
PUGNALONI NELLE MANI DI MIGLIOZZI?
Primo dei non eletti l’ex amministratore della Parco, “dimissionato” di recente.
Il Sindaco chiederà un sacrificio personale alle Assessore Pagliarecci e/o Gatto?
Amministrazione Pugnaloni mai legata ad un filo sottile come in queste drammatiche ore. E’ di ieri mattina la rinuncia del Consigliere comunale di maggioranza Andrea Catena (Energia Nuova) allo scranno decisivo che tiene ancora in vita l’Amministrazione per 13 voti a 12.
Gravi questioni di salute, malattia finora affrontata con dignità del consigliere e cugino del Sindaco, hanno impedito a Catena di poter assicurare in futuro, anche con la sola presenza ai lavori del Consiglio, il voto favorevole nel prossimo e decisivo biennio prima del voto.
Fuori Andrea Catena, dunque, si aprono per Pugnaloni scenari politicamente “terrificanti” qualsiasi situazione finirà con l’avallare. Basti pensare, come vedremo, che nessuna delle soluzioni che andremo ad analizzare, prevedono l’opzione “danno minore”.
Ogni via di uscita, ammesso che il sindaco riesca ad individuarla, prevede il pagamento di dazi pesantissimi sia sotto il profilo amministrativo e/o politico.
Insomma mai come in questa estate caldissima Pugnaloni sarà chiamato a prendere decisioni che, non dovessero rivelarsi felici, sarebbero senza ritorno per la carriera appena imboccata.
Ma addentriamoci nei fatti. Il primo consigliere non eletto nella lista Energia Nuova, con 52 pesantissimi voti di preferenza, è il candidato Lanfranco Migliozzi, fino a pochi mesi fa a capo, come amministratore unico, della ex Parco: compenso lordo annuo per 23.000 euro pari a circa 69.000 euro, mille più, duemila meno, che Migliozzi non percepirà per il triennio 2016-2017-2018 causa dimissioni.
La vicenda della riorganizzazione delle società partecipate e la ricerca di ottimizzare il rapporto costi/benefici ha portato nei mesi scorsi l’ex amministratore unico Parco (e possibile neo consigliere di maggioranza) in rotta di collisione proprio con Pugnaloni.
Il braccio di ferro finì con le dimissioni di Migliozzi, non si sa presentate quanto volontariamente; e con la fine dell’esperienza della Parko da lì in avanti rinominata, con un colpo di tinteggiatura, Osimo Servizi.
Destino amaro, consentiteci una parentesi (illuminante sulla gradazione di deterioramento del rapporto Migliozzi-Pugnaloni) in quanto di li a pochissimo anche il sostituto di Migliozzi in seno alla Osimo Servizi, ex Parko, tale Luca Marchegiani si è ritrovato a rassegnare le dimissioni dallo stesso incarico!
Ufficialmente per non meglio specificati motivi privati di natura personale, in realtà sembrerebbe ai bene informati, al pari di Migliozzi, perchè anche Marchegiani non è riuscito ad attagliare la propria posizione, tanto a curo leggero, all’interno delle logiche aziendali dettate sempre più spesso, dall’esterno, ovvero da Pugnaloni.
Un incarico tutt’altro che a ruba quello al vertice di Parco prima e Osimo Servizi ora, tanto è vero che attualmente, in meno di un anno, la scomoda poltrona, sempre sotto la regia occulta di Pugnaloni (presente Boncompagni e la Angiolini telecomandata dalla regia?) sta consumando tale Cristiano Pirani, terzo amministratore unico della serie. Almeno fintanto durerà.
Ma torniamo ad Andrea Catena, alle fresche dimissioni per gravi motivi di salute e allo scenario prodotto dal forzato forfait.
Fin quanto e fin dove l’amministrazione Pugnaloni potrà fidarsi del voto favorevole di Migliozzi?
All’interrogativo sta lavorando da tempo, giorno e notte, lo stesso Pugnaloni in persona senza riuscire a mettere a fuoco il grado reale di rischio. Secondo alcuni consiglieri il rischio può essere accettato previo accordo preventivo che tenda a chiarire alla radice i motivi del vecchio dissidio; secondo altri, invece, Pugnaloni perderebbe solo tempo a tentare una ricomposizione politica con Migliozzi che da almeno un anno, quale nuovo Rigoletto, si alza il mattino canticchiando un “Si vendetta, tremenda vendetta…” da cui rifuggire alla sola idea.
E allora? Esisterebbe per Pugnaloni ancora una via di uscita, un salvataggio in extremis in calcio d’angolo, chiedendo sempre ad Energia Nuovo e in particolare ad una delle due Assessoresse in quota – Annalisa Pagliarecci e/o Federica Gatto – un grosso sacrificio personale.
L’escamatoge è il seguente: essendo entrambe giunte in graduatoria di preferenza prima del temuto Lanfranco Migliozzi, sarebbe sufficiente che una delle due – a scelta – sacrificasse la propria poltrona per riprendersi il posto di primo dei consiglieri non eletti in Energia Nuova. In questo modo, con una semplice rimpasto di Giunta, Pugnaloni avrebbe la possibilità di sostituire in Consiglio comunale il cugino Andrea Catena con una delle due Assessoresse chiamate al sacrificio di kamicaze.
Anche questa strada, però, non appare immune da grosse spine che lacerano la maggioranza. L’Assessoressa Pagliarecci ha infatti già fatto sapere di non pensare davvero a lei come vittima sacrificale per il bene comune… degli altri. Con ciò passando la mano alla collega Gatto e tirandosi, di fatto, fuori dalla rotazione.
Cosa penserà di tutto questo la collega Federica Gatto che pure tanti progetti in cantiere avrebbe da sviluppare da qui al termine del mandato?
Al momento non sa cosa rispondere neanche lei e l’Amministrazione, come detto, naviga a vista sperando di evitare i scogli più grandi e quelli, più pericolosi, a mezz’acqua, capaci di affondare persino la Concordia di Schettino.
Unico, piccolo vantaggio per Pugnaloni? La possibilità di poterci lavorare sopra per diversi giorni, almeno fino alla prossima convocazione del Consiglio comunale il cui primo punto all’ordine del giorno proporrà la surroga del Consigliere comunale dimissionario con…
Che gli osimani si tengano tutti molto forti perchè le ripercussioni, qualsiasi strada verrà intrapresa, prevedono scosse di assestamento molto forti…