Un paziente Inrca, dirottato da Ancona a Osimo, contamina ben 23 persone, tra cui medici e infermieri
Non un focalaio di 5 o 6 casi ma un autentico incendio che sta riguardando ben 23 persone tra ricoverati, medici, infermieri e personale ospedaliero del S.S. Benvenuto e Rocco.
La realtà dei numeri, diversamente dal minimizzante video comunicato fatto dal Sindaco Pugnaloni, indica un autentico stato di emergenza, superiore per entità (23 tamponi positivi) anche alla pur grave epidemia di Corona virus in atto al Buttari con 19 anziani infettati.
Tutto è successo nello scorso fine settimana quando dall’Inrca di Ancona, ospedale Covid, è stato trasferito ad Osimo, nel reparto di Medicina, un anziano apparentemente negativo al virus.
Apparentemente significa che, al momento del trasferimento da Ancona a Osimo, il paziente risultava non affetto dal mal cinese e in quanto tale sistemato normalmente in corsia accanto agli malati comuni.
In realtà si ha ragione di pensare che il paziente, morto nel corso del week-end, stava ancora maturando il virus nel proprio organismo, così da infettare l’intero reparto, personale medico compreso.
Stando alla conta dei positivi al Corona risulta che il 70% dei ricoverati, ovvero 14 su un totale di 20, ha contratto il morbo infettando ulteriormente il parco contagiati ad un medico, quattro infermiere, tre operatrici socio-sanitarie e persino la coordinatrice del reparto di Medicina.
Al momento, dunque, la situazione del S.S. Benvenuto e Rocco vede i 14 ricoverati in Medicina trasferiti in strutture ospedaliere Covid mentre i 9 operatori contagiati figurerebbero in quarantena a casa, in isolamento fiduciario.
Ad Osimo, invece, sono rimasti ricoverati i 6 pazienti rimasti immuni al contagio, custoditi dagli operatori sanitari “superstiti”.
Non sembrerebbero, piuttosto, prefigurarsi responsabilità di sorta su quanto accaduto (anche se è inevitabile pensare, ad emergenza conclusa, ad un super lavoro per gli avvocati italiani) in quanto il protocollo di ingaggio al virus risulterebbe rispettato.
Il virus, nell’occasione, avrebbe approfittato del periodo cosiddetto “finestra”, ovvero dello spazio temporale intercorrente tra il tampone effettuato come negativo e il conclamarsi del virus in incubazione.
Come è ormai noto per avere certezza matematica di non aver assimilato il Covid occorrerebbe “tamponarsi” con una frequenza di quattro giorni, non essendo l’esito di un solo tampone valido per sempre.
Solito scarica barili..
Paese di bugiardi e paraculi..
solo una cosa andrebbe sottolineata.. la gestione vergognosa della vicenda.
P.S. il sindaco, se si può definire tale, pubblica un post completamente privo di fondamenta 2 gg fa.
Impossibile fidarsi delle istituzioni e di chi gestisce le aziende pubbliche… questo è il problema.. sveglia!!
Rispetto per chi lavora sul campo e sputi per chi sta dietro le scrivanie.