Astea sta facendo “studiare” nuovo personale da adibire ai controlli dei sacchetti
FINE 2017, NASCE IL VIGILE “MONNEZZARO”
MULTERA’ CHI NON DIFFERENZIA ABBASTANZA
Dovranno mettere le mani nei rifiuti sospetti e sperare di trovare una traccia dell’autore
2017, anche ad Osimo nasce un nuovo lavoro!
Sulla scia dell’esempio centenario fornito dai vigili urbani, sta per debuttare, anche in città, direttamente copiato dall’esperienza di grandi città del Nord Italia e perfezionato dalle menti sopraffine – ben pagate – dei numerosi amministratori Astea, la figura del “vigile differenziato” o differenziatore, più brevemente ribattezzato, con un pizzico di irriverenza all’osimana, vigile “mondezzaro”.
Già allo studio, al Guazzatore, una speciale divisa con tanto di copricapo e stemma differenziato a seconda della specializzazione e del grado del vigile: aglio e cipolla per l’umido (per la serie stammi lontano o ti farò piangere), bottiglie varie per il vetro e antichi giornali e riviste per la carta; dopo di che, se la fantasia non farà difetto, rimarrà ancora spazio per tanti altri settori, tutti amministrati da speciali Cda da nominare con l’occasione… ma forse questo è un altro discorso.
Umido, vetro o carta che sia, tutti i vigili monnezzari saranno facilmente riconoscibili dagli speciali guanti al lattice da chirurgo, indispensabile attrezzo per mettere entrambe le mani nei sacchetti dei rifiuti sospetti; ovvero degli osimani che non avranno osservato alla lettera le rigide norme di dividere il pane dai pesci da conferire gratis al lucroso ciclo – ma solo per Astea – del riciclo.
In pratica costoro – una volta che l’Amministrazione comunale avrà approvato pesanti sanzioni economiche a carico di quanti (circa 3 osimani su 10) non si impegnano abbastanza nell’impegno civico di consentire sempre maggiori e più facili guadagni ad Astea – verranno messi in condizione, con tanto di blocchetto multe pronto all’inaugurazione, di rompere efficacemente le scatole al prossimo.
Come? Attenendosi ai dettami che presto l’Amministrazione Pugnaloni determinerà in fatto di sanzioni anti monnezza indifferenziata.
Nel frattempo Astea sta facendo alacremente studiare, a proprie spese, questi baldi giovani, tutti innamorati del posto sicuro da trascorrere a vita, ancorchè perennemente circondati da rifiuti di ogni tipo: patate e avanzi di pollo, sostanze liquide non meglio definibili e schifezze solide… tutto alla speranzosa caccia di rintracciare, in mezzo a tanta mondezza, un indizio, un nome, qualcosa che possa ricondurre con qualche vaga certezza al cittadino non pienamente osservante le regole.
Difficile che la ricerca di prove schiaccianti, tali da far scattare una multa, possa accadere con regolarità, ad ogni busta sospetta controllata; anzi, fonte statistiche autorevoli indicano già oggi la probabilità di successo – per ogni chilogrammo di monnezza sospetta, oscillante tra lo 0,78% e l’1,06%.
Insomma un lavoro ingrato che dovrebbe produrre frutti solo a monte, ovvero determinando l’osimano più riottoso a non rischiare, ogni 100 verifiche, di essere proprio l’unico fesso sul territorio!
Tanto che molti in città già si domandano se vale la pena investire capacità umane, tempo e risorse finanziarie (gli stipendi ogni fine mese vanno pagati al di la dei risultati) per inseguire successi talmente parziali.
Giova dunque, per ottenere un piccolo rialzo della percentuale di differenziata conferita correttamente, addestrare un nugolo di famelici vigili monnezzari?
Creare una categoria di persone, frustrate e così poco socialmente happeal, la cui gestione corretta, alla lunga, potrebbe rivelarsi un nuovo e ulteriore problema?
La risposta, vagliando l’esperienza dei Comuni italiani più grandi, che da tempo hanno deliberato di tormentare i propri amministrati con l’introduzione di regole e sanzioni sempre più stringenti, passa attraverso la Legge e le decine di sentenze già emesse da un nugolo di giudici di Pace e dice chiaramente no.
A meno che non si intenda ripristinare la cinquecentesca pubblica gogna che, dall’alto della Torre, veniva fatta discendere fin quasi la piazza… per deridere e umiliare l’incauto osimano non abbastanza differenziatore…
A meno, dicevamo, non si voglia tornare ai bei tempi di Boccolino, la strada della Legge anni 2.0 ci appare improbabile.
Documentiamo di seguito alcune vicende analoghe, già passate in giudicato. che dovrebbero far riflettere.
E’ il caso di un anziano signore di Parma, amministrazione ex 5 Stelle, multato dai solerti vigili monnezzari parmigiani per 67,50 euro! La colpa del vecchietto? Aver conferito un intero sacchetto indifferenziato lasciandoci la firma sotto forma di documenti cartacei riconducibili con chiarezza all’identità del poveretto.
Poveretto si ma non scemo. Il vecchietto preso di mira non ha fatto altro che restare calma e consegnare ad un avvocato di media qualità il verbale di infrazione… tempo un paio di anni scarsi si è visto riconoscere, in sede giudice di Pace, ragione su tutta la linea.
Semplice, per non dire banale, la linea difensiva vincente. In primo luogo nessuno ha visto l’uomo commettere l’infrazione di cui la multa per 67.50 euro e già questo particolare, non indifferente. è bastato per far crollare alla base la responsabilità personale dell’anziano.
In secondo luogo l’avvocato ha fatto notare al giudice di Pace di Parma come chiunque potrebbe – come effettivamente successo – manomettere il sacchetto e introdurvi a bella posta indizi di colpevolezza ai danni di chicchessia.
Insomma a Parma è mancata la prova certa proprio sul chi fosse l’autore di quel sacchetto conferito indifferenziato. Nelle more del procedimento ha inoltre recitato un ruolo la circostanza, non chiarita, se ciascun cittadino, nel momento in cui si libera dei rifiuti, debba o possa essere considerato, per il solo fatto di aver materialmente condotto il sacchetto, anche “custode” o meno dei propri rifiuti. Ovviamente no e multa cancellata e spese a carico del Comune.
Caso simile a Cavarzere (Venezia), terra leghista. In questo caso il Comune non si accontentava di 67.50 euro ma, tanto per arrotondare, chiedeva 100 euro tondi, sottoforma di sanzione amministrativa, perchè i vigili monnezzari avevano rinvenuto nel solito sacchetto conferito da una donna, un pezzo di busta e/o lettera con suindicato il nome della povera venezian…
La donna, senza farsi dal nervosismo, ha pensato bene di rivolgersi all’associazione Federconsumatori che ha impiegato poco tempo ad eccepire al giudice di Pace che quei ritagli da cui si desumeva il nominativo della donna multata riportavano poi un indiriizo dove la signora non ha mai abitato! Ergo ecco la prova che la donna, non essendo destinataria di quei ritagli, non avrebbe potuto buttare alcunchè.
Tesi accolta e Comune di Cavarzere condannato a pagare 650 euro di spese processuali.
Ancora più raffinato il motivo dell’annullamento di una multa da parte del Giudice di Pace di Pozzuoli: “Non si può inviare la multa al titolare dell’appartamento che paga la tassa sui rifiuti (sulla presunzione che sia stato questi a non osservare l’ordinanza comunale sulla differenziata), ma si deve identificare, con precisione e senza margini di dubbio, chi ha commesso l’illecito”.
Una speranza anche per i commercianti, troppo spesso nell’occhio del mirino. In caso, ad esempio, riguarda Caserta. Un negoziante era stato sanzionato con ben 600 euro di multa dal Comune campano per un solo sacchetto di differenziata trovato davanti al negozio, nel giorno sbagliato.
Anche in questa vicenda l’Adoc (Associazione consumatori) ha vinto facilmente il ricorso presso il Giudice di pace, perché “un semplice scontrino non può costituire prova che la responsabilità del fatto era del titolare l’attività commerciale”.
In tutti questi casi, occorre sottolineare, l’annullamento della sanzione è arrivato in quanto non riconosciuta “la certezza della riconducibilità” del sacchetto al potenziale responsabile: in caso contrario, si teme, toccherebbe null’altro che pagare, sperando soprattutto che la propria spazzatura non sia “oggetto di ripicche o scherzi da parte di qualcuno”…
E infine un paradosso che ben compendia la questione: a volte si può finire di essere multati anche per aver buttato rifiuti non propri! Come? Ecco la storia, accaduta due anni fa a una donna, tale Ilaria Montis, che sa di beffa.
Mentre la donna gettava a Cagliari bottiglie e altri oggetti in plastica raccolti in giro, in particolare presso la spiaggia Piscinas, la poveretta è stata bloccata da una solerte squadra di poliziotti che le ha verbalizzato una multa di 167 euro. Il motivo? “Non residente a Cagliari, conferiva all’interno dei cassonetti stradali buste contenenti rifiuti non del capoluogo”.