Complice il Covo, Ceriscioli, Pugnaloni e Ginnetti – testimoni Orsetti e Pieroni – hanno siglato l’intesa tra Partito Democratico e Progetto Futuro
All’incasso la cambiale cingolana tra il Pd osimano e Ginnetti. Complici i “boccolotti del batte” di casa Orsetti, perfetto anfitrione a latere degli 80 anni del Covo di Campocavallo, il partito democratico cittadino – ovvero Pugnaloni – ha potuto certificare ad un Ceriscioli quanto mai in difficoltà, quanto segue.
Il partito democratico osimano rinuncia ad un proprio candidato di spessore nel listino dei nove da proporre alle elezioni regionali di giugno 2020 (vedi Paola Andreoni), convogliando i propri voti, per quanto possibile, su liste civetta in stile “Uniti per le Marche” (sebbene di area socialista) in modo da favorire l’elezione di Achille Ginnetti nel nuovo consesso regionale.
Due e molto grandi i punti interrogativi rimasti sul tappeto, a latere del rinnovato accordo di Campocavallo.
A) l’impegno del partito pugnaloniano (stimato in circa il 30% dei 2.900 voti ottenuti nel 2015, pari a 900/1.000 voti di soccorso rosso a cui Ginnetti dovrà aggiungere tutti le sue 2.200 fresche preferenze per sperare nella fumata bianca) è garantito a patto che Luca Ceriscioli riesca a passare indenne attraverso le molte forche caudine che l’alleanza di Centro-Sinistra si appresta a far scattare sulla strada della riconferma di Ceriscioli.
B) Moreno Pieroni, Assessore uscente socialista, già Consigliere nella precedente legislatura, accetti l’invito, ancora velato, di passare la mano e tornare ad occuparsi della sua Loreto. Loreto dove si voterà il rinnovo del Sindaco, guarda caso, nella stessa data delle Regionali.
Ci sarebbe, se vorremmo, un terzo aspetto da superare, politicamente privo di impatto quanto moralmente rilevante; un dubbio tutto riferito al pubblico pentimento di Ginnetti (di aver sostenuto Ceriscioli nelle passate elezioni) poco conciliabile con una scrollata di spalle e un nuovo appoggio allo stesso personaggio.
E per dirla tutta, ad aleggiare sul campo con presagi non favorevoli, a preoccupare di più non paiono tanto i paletti 1, 2 e 3 quanto la capacità dell’attuale Governatore di sconfiggere un Centro-Destra battagliero, deciso come non mai a far sloggiare i rossi dopo 50 anni di continuata amministrazione Dc-Psi-Pci e suoi eredi.
Primo scoglio, piccolo ma non da sottovalutare. Moreno Pieroni, da noi sentito per l’occasione, ha escluso di aver mai pensato al desiderio di passare la mano per tornare ad occuparsi delle cose cittadine.
“La mia riconferma il prossimo anno passa attraverso una serie di variabili ancora da mettere a fuoco ma che certamente non prevedono il mio desiderio di abbandonare una politica di livello. E’ ancora presto per dire come andrà a finire (circa la propria ricandidatura, NdR.) ma certamente a settembre andrà fatta chiarezza. A cominciare dalla scelta del leader a scendere. Non so se si farà ricorso alle primarie o se la decisione passerà direttamente dalle stanze politiche; importante è che ogni mossa venga fatta in maniera seria, senza sotterfugi”.
Altro ostacolo alle viste l’estrema debolezza di Ceriscioli che nella politica sanitaria – ideata e messa in conto alle popolazioni dell’entroterra e alle province sud della regione, per tacere di Osimo – dovrebbe inciampare in avanti senza neanche avere il tempo di allungare le braccia per attutire il colpo.
E’ di tutta evidenza, infatti, che se alla fine il prescelto dovesse rispondere a nominativo altro di Ceriscioli (in pole il Sindaco Mancinelli di Ancona, in alternativa segnaliamo Sauro Longhi, rettore università di Ancona ) anche il patto dei “boccolotti del batte” andrebbe a farsi benedire.
Riepilogando. Ad Achille Ginnetti il Pd di Osimo può da oggi dire “ripagato” il decisivo impegno al ballottaggio di Progetto futuro pro Pugnaloni.
La rinuncia di Paola Andreoni, unico alter ego possibile – appare soddisfatta del vicariato al Sindaco, nonchè consapevole della propria debolezza in ambito al partito provinciale – per cui non costituirà problema alcuno.
Ad Osimo altri papabili Pd, tra vecchi e nuovi, in grado di fare ombra all’alleato Ginnetti non se ne vedono all’orizzonte, essendo lontanissimo per tutti il quorum delle 2.000 preferenze ed oltre necessarie per essere eletti.
Di più Achille Ginnetti non poteva, politicamente parlando, sperare di portare a casa.
Ora tutto torna nelle mani degli Dei della politica, oltre che in mano al caso e alla fortuna.
Se Ceriscioli riuscirà a farsi giudicare dai marchigiani tutti, anzichè dal solo proprio partito, Ginnetti sarà della partita con possibilità di successo.
Quante? In tutta onestà 20-25%. La candidatura di Ceriscioli non è infatti l’unica condizione da rispettare per venire a capo del puzzle; necessario sarà anche che il Centro-Sinistra si confermi vincitore. Eventualità difficile con chiunque candidato; quasi impossibile con Ceriscioli.
Dopo di che occorre non dimenticare il fuoco amico delle civiche latiniane; la possibilità di rendere a Ginnetti l’identico favore ricevuto il 9 giugno è quotata come sicura da parte dei book makers e quindi non allibrata.
Oltretutto col vantaggio per i civici di rubare voti decisivi a Ginnetti sia correndo per il Centro-Sinistra che sostenendo il Centro-Destra!