In realtà il primo cittadino si ostina a non voler comprendere come nessuno pretenda la stessa condivisione del 25 Aprile ma almeno la presenza fisica di chi rappresenta l’intera città: Osimo sede del Trattato, Osimo sede dell’unico monumento dedicato agli Esuli
Riguardo la giornata del Ricordo, solennità civile non festeggiata ad Osimo per l’ottavo anno consecutivo (sugli otto della doppia gestione PUGNALONI), dal Sindaco di Osimo riceviamo e pubblichiamo quanto segue:
“Non mi sono dimenticato. Ci tenevo a dirtelo”, allegando al breve comunicato il link alla pagina Fb di PUGNALONI, Sindaco di Osimo.
“Caro Sindaco, purtroppo non ci siamo. Oltre ad offrire spiegazioni puerili innalzando un social a canale ufficiale della pubblica amministrazione osimana (che non è), con le tue parole dimostri anche di non aver letto – di sicuro non compreso – l’articolo e la critica che ti riguarda. Tra l’altro con un’aggravante da moltiplicare per otto!
La tua ripetuta mancanza alle cerimonie doverose, riservate alla tragedia post bellica subita dagli Italiani dalmati, istriani e in particolare di Fiume, non si compensano con un post da affidare alla Rete… ma prevedono l’utilizzo di quella fascia Tricolore che in genere ami indossare con piacere, l’utilizzo ulteriore di due baldi agenti bardati in uniforme adatta ad una solennità, l’uscita del Gonfalone e la deposizione di una Corona di alloro. E siamo ancora al minimo sindacale.
Un Sindaco, poi, particolarmente vicino alla questione delle foibe e attento alla deportazione forzata di massa di 300.000 esuli dalle loro case e dalle loro terre, magari avrebbe chiesto di farsi accompagnare dalla Banda e da un corteo adeguato di Consiglieri, Assessori, personalità di ogni tipo e soprattutto gente comune.
A te la decisione, una volta sul posto – non in via Lionetta dove ogni anno festeggi giustamente il 25 Aprile ma in Largo Trieste dove non ti sei mai fatto vedere, dalla tua elezione a Sindaco a ieri – di pronunciare un discorso, più o meno sentito.
Questo è quello che fanno o dovrebbero fare i Sindaci normali in occasione di una data-simbolo, da troppo poco tempo istituita e oggettivamente scomoda, da Sinistra, da ricordare.
Tu però avresti dovuto fare, pur del Partito Democratico, di più. Direi mooooolto di più. Probabilmente troppo di più. Non è colpa tua, del resto, se il caso, sottoforma di terremoto, ha spostato la firma del Trattato di pace dalla Prefettura di Ancona a villa Leopardi-Dittajiuti, giusto nel nostro Comune.
E non è colpa tua, anche se ne divenni Assessore momentaneo, se la prima Amministrazione LATINI nel 1999 pensò bene, anticipando il pensiero nazionale, di porre in Largo Trieste, guardando il mare, un’opera a ricordo degli esuli di tutte guerre. E chi più esuli dei nostri connazionali?
Ora quel monunemento, dono dello scomparso Ubaldo PIERPAOLI all’Amministrazione comunale che tu rappresenti, mostra i segni del tempo, giusto un ventennio; e abbisogna di essere ripristinato quanto prima dall’attacco della ruggine e dall’incuria a cui lo hai deliberatamente, in quanto simbolo latiniano, destinato.
Ci risulta che gli eredi di Baldì PIERPAOLI, segnatamente le figlie Sonia, Susy e Simona, abbiamo più volte contattato la macchina comunale per segnalare l’urgenza dell’intervento, dicendosi disponibili, al limite, anche ad intervenire privatamente, a costo zero, previa autorizzazione comunale.
La realtà dimostra che nulla è stato fatto per mantenere il ordine il sacello agli Esuli; e in quanto all’offerta costo zero della famiglia PIERPAOLI le risposte possibili parrebbero giusto due: o nessuna risposta o risposta negativa ad autorizzare l’intervento privato. Delle due possibili scegli tu.
Ora, tra 364 giorni, caro Sindaco auto innalzatosi a Sindaco del Bene, avrai una nona e penultima possibilità di rimediare, se non alla coscienza, almeno all’apparenza”.