Defraudato il diritto dei cittadini ad essere informati in tempo reale della decisione più importante. Legge muta nei confronti social, a far testo è il parere del Presidente di seggio. Denunciati per diffamazione a mezzo stampa una decina di utenti FB.
Ci eravamo riservati di valutare, una volta di più e a mente fredda, la stop alla diretta Facebook sullo scrutinio del voto di ballottaggio impostoci dalla Polizia, ma lo “scoop” dei colleghi di “Cronacheancona.it liquida inevitabilmente ogni ultimo dubbio.
Il giornalista 61enne a cui domenica sera è stato impedito di dare informazione in tempo reale sull’andamento delle delicate, politicamente parlando, operazioni di scrutinio, è il Direttore di OSIMO OGGI.it Che giusto appunto vi parla.
Dunque nessun libero professionista 66enne che, stando alla cronaca della testata concorrente, aggirandosi per i seggi della “Marta Russo”, ha improvvisamente attivato lo smartphone per tramettere fatti non propri.
Nè risponde alla verità, cui ciascun giornalista è deontologicamente tenuto, specie quando racconta notizie al limite, che al precipitoso arrivo degli agenti del Commissariato il Direttore di OSIMO OGGI.it avesse già interrotto la trasmissione di propria iniziativa.
Più semplicemente Sandro Pangrazi è stato raggiunto da un agente che, in termini perentori, ha chiesto un documento e l’interruzione della diretta. E quindi spiegazoni.
Richieste a cui, pur non comprendendole, ci siamo piegati come giusto per ogni cittadino di fronte ai rappresentanti dello Stato.
Peccato che lo Stato Italiano, in quel preciso momento, fosse già abbondantemente rappresentato dal Presidente di seggio numero 33 Alberto Buscarini a cui i poliziotti intervenuti – attenzione, senza essere attivati da alcun presente il seggio, vedi scrutatori o rappresentanti di lista – a scrutinio in corso non hanno ovviamente chiesto conto nulla per non turbare, interrompendolo, il delicato lavoro appena iniziato.
Di fatto, però, il servizio offerto e reso possibile dalle nuove tecnologie – che essendo di questo secolo non sono previste dall’ordinamento – è stato impedito, il diritto dei cittadini ad essere informati leso, la libertà discretamente offesa.
Cosa dice la legge a riguardo? Durante i 50 minuti vissuti nei sostanziali panni di possibile indagato, la Polizia – nel caso rappresentata dal vice Questore Todaro con funzionari di rinforzo da Ancona – non è riuscita a contestare al giornalista alcuna infrazione se non ricordare genericamente, in tema di smartphone, che l’accesso ai seggi non è consentito con cellulare al seguito.
Oltre il testo di pubblica sicurezza, pur essendo formato da decine e decine di pagine, sembra non spingersi anche per un fatto di intuitiva comprensione: facebook e social sono nati molti anni dopo l’estensione della norma che, essendo dei tempi della tv in bianco e nero, mai avrebbe immaginato simili diavolerie.
E allora che fare? OSIMO OGGI.it ha pensato, anzi ha creduto di pensare bene rifacendosi alla certezza del diritto, quello consolidato da decenni di elezioni e mai messo in dubbio; ovvero demandare l’interrogativo al singolo Presidente di seggio e affidarsi alla sua decisione, inappellabile.
Il giorno precedente, così, sentito verbalmente il Presidente Alberto Buscarini sulla opportunità o meno di effettuare riprese in diretta, a fini giornalistici, delle operazioni di scrutinio al seggio 33, OSIMO OGGI.it ha incassato il via libera alla trasmissione secondo il seguente ragionamento:
A) l’iniziativa è nuova, interessante e fa informazione su un tema sentitissimo dagli osimani;
B) già ora gli elettori del seggio possono assistere senza problemi, se lo volessero, all’andamento dello scrutinio;
C) a maggior ragione questa libertà è concessa agli organi di informazione chiamati a divulgare quanto deciso dai cittadini col proprio voto.
Unica precauzione richiesta: non intralciare i lavori all’interno di uno spazio non particolarmente grande e quindi restare tecnicamente fuori dell’aula interessata.
Prescrizione a cui ci siamo attenuti al millimetro. Senza aprir bocca dopo i saluti iniziali e l’augurio di buon lavoro.
Fin qui la cronaca dei fatti risoltisi, poco prima di mezzanotte, con la restituzione del documento e il permesso di allontanarci dalla Marta Russo senza conseguenze, fatto salvo possibili interpretazioni allo studio in fatto di “turbativa”. Come e perchè il lavoro autorizzato di un giornalista pubblicista possa aver infranto qualche norma è ancora una ipotesi di scuola allo studio.
Resto l’episodio, in se minimale e anomalo fin che vogliamo ma in prospettiva tale da consigliare una revisione delle norme in tempi rapidi e soprattutto al passo con l’epoca in corso.
Come dice “Cronacheancona” al posto di un addetto ai lavoro autorizzato di 61 anni poteva trovarsi un professionista 66enne animato da qualsiasi possibile intenzione.
E in quel caso la legge chi avrebbe tutelato?
Al momento non ci sono risposte, si va da una gamma amministrativa o penale in caso di divieto e addirittura di civica benemerenza, in caso di liceità.
Dalla galera alla medaglia d’ora la gamma; insomma, la soluzione appare davvero al momento scritta nel pensiero degli Dei.
Nel frattempo – e questa è la vera notizia del pezzo – la vicenda Facebook ha mietuto le prime vittime vere.
Forti del passa parola che, inevitabilmente, una notizia trattata da non addetti ai lavori (non tenuti alla verifica) produce ogni qualvolta, anche in questa occasione i social sono sbracati facendo a gara a chi sparava qualche particolare più imbarazzante,
Vincitori del premio, valevole una querela per diffamazione a mezzo stampa, è il candidato di Ecologia e Ambiente Michelangelo Tumini che lunedì mattina, ore 2.47, forse causa l’età avanzata, il caldo, qualche drink di troppo o forse semplicemente “ubriaco di felicità” per la vittoria al foto finish, ha così commentato la non notizia:
“Il redattore delle tante fandonie scritte su OSIMO OGGI.it Sandro Pangrazi, dopo l’ennesima calunnia questa sera l’hanno arrestato. Speriamo ci rimanca per un bel pò”.
A condividere la stessa sorte anche gli internauti Alba Bambagioni ed Andrea Baleani che hanno condiviso, vale a dire rilanciato in rete la falsa notizia.
Trattamento simile sarà riservata a quanti hanno commentato il nulla in termini comunque negativi (Stefania Nasuti, Nerina Bianchetti Giacomo Stronati, Raffaella Rango, Sara Santilli e qualche altra decina di nominativi ancora da individuare con calma) e quanti nei prossimi giorni scopriremo averla fatta fuori dal vaso.