Le casse comunali comandate a stornare 160.870,41 euro a favore dell’impresa Fratelli Simonetti. Infondata la pretesa 2015 dell’Amministrazione Pugnaloni di rifarsi dei presunti minori introiti incassati nel 2012 dall’Amministrazione Simoncini
Tra Tar e Consiglio di Stato è un periodo che butta male per gli interessi e la visione politico-amministrativa dell’Amministrazione PUGNALONI.
Dopo la sentenza del Tar che, la settimana scorsa, è intervenuta a favore della Green farm di Guido LEOPARDI, contro i cavilli giuridici sostenuti dalla Regione Marche a guida CERISCIOLI, è delle stesse ore la pronuncia del Consiglio di Stato, quarta sezione, che ha accolto il ricorso dell’impresa Fratelli SIMONETTI contro un di più di oneri di urbanizzazione – oltre 160.000 euro richiesti e versati – calcolati dalla solita Amministrazione PUGNALONI nella annosa vicenda ex Consorzio agrario, oggi Conad.
Calcolati ma non dovuti e quindi da restituire, oltre all’aggravio, per le casse comunali, di corpose spese, compensate tra le parti, per il doppio giudizio sostenuto.
Cosa era successo da scatenare – oltre all’intricata vicenda di opportunità politica di realizzare, al posto del vetusto manufatto un nuovo centro commerciale – una ulteriore guerra legale fondata su cavilli urbanistici? Niente di più banale… il solito cambio di segno politico, passato nel 2014 da SIMONCINI a PUGNALONI. Il primo, nel 2012, aveva regolarmente incassato, per conto del Comune, gli oneri di urbanizzazione relativi al cantiere in atto, all’epoca, in via Ungheria; il secondo, utilizzando gli stessi tecnici comunali, ha invece concluso, anni dopo, che quanto pagato dall’impresa era troppo poco, insufficiente per 160.870,41 euro!
Da qui un primo ricorso e giudizio di merito davanti al Tar (lo scorso 17 giugno 2019) a cui ha fatto seguito – ieri l’altro – la sentenza numero 66.660 del Consiglio di Stato, riformatrice del precedente pronunciamento.
In particolare i giudici amministrativi di secondo grado hanno accertato l’inesistenza del diritto da parte del Comune a richiedere oneri di urbanizzazione in misura superiore rispetto a quanto dovuto dall’impresa in base al PAU del 2012 (piano attuativo unitario) e rigettando l’appello incidentale sostenuto dal Comune di Osimo, ha condannato l’Amministrazione PUGNALONI (difesa dall’avvocato Andrea GALVANI, pure da pagare, sempre attingendo ai tributi finanziati dai cittadini osimani) alla restituzione della parte pagata in eccedenza e non dovuta, giusto i ricordati 160.000 euro e spicci.
Più semplicemente, l’originario piano di riqualificazione dell’ex Consorzio, oggi Conad, sostenuto dall’impresa edile Fratelli SIMONETTI, era congruo e corretto e non da maggiorare come invece, improvvidamente, tre anni dopo, hanno mal creduto i nuovi amministratori.