INGANNATI DAL SOLE, TRADITI DAL VENTO, UCCISO DAL MARE!
IMPRUDENTE TUFFO DALLA SCOGLIERA LAVI CON ONDE FORZA 4

INGANNATI DAL SOLE, TRADITI DAL VENTO, UCCISO DAL MARE! IMPRUDENTE TUFFO DALLA SCOGLIERA LAVI CON ONDE FORZA 4

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Vince il desiderio, in due giovani osimani, per una nuotata sotto il Cònero, più forte del pericolo sottovalutato di porre a rischio la propria esistenza. L’acqua cristallina di Sirolo toglie il fiato e la vita ad Emanuele Gualini, 36 anni. Undici mesi fa, ad Ibiza, la tragedia in mare di Luca Pezzolesi


Ingannati dal sole, traditi dal vento, ucciso dal mare.
Nella tragedia che ha colpito Emanuele GUALINI e un suo amico, scampato miracolosamente alla stessa fine del ragazzo, il fato purtroppo c’entra poco.
A determinare gli eventi che sabato mattina, attorno mezzogiorno, sono costati la vita al 36enne osimano, ha grandemente pesato la sottovalutazione, da parte dei ragazzi, delle condizioni meteo marine presenti sul Cònero, interessato da un mare forza 4 e da un vento preso a soffiare sino a 17 nodi ad agitare le acque con onde ben oltre il metro di altezza.
A completare gli eventi anche l’estrema pericolosità del luogo scelto dagli amici, la splendida quanto pericolosa scogliera dei Lavi, a Sirolo; insidiosa anche per i giovani e ben più esperti sirolesi che giustamente evitano il luogo anche in condizioni di mare ideali.
Scogliera che invece, anche l’anno scorso, ha preteso un tributo di sangue costato guarda caso la vita ad una turista perugina, morta in circostanze simili.

Una recente immagine di Emanuele GUARINO

Insomma, stando alle sagge parole dei vecchi lupi di mare del Cònero, date le condizioni poste, è già molto che l’altro ragazzo sia riuscito a farsi soccorrere e tirar fuori in tempo, senza danni, dai presenti sulla scogliera.
Senonchè Emanuele e il suo amico erano giunti apposta, sabato mattina, ai Lavi da Osimo. L’idea fissa, comune a tanti giovani, quella di concedersi una giornata di relax e godere dell’aria, del mare e del sole della riviera.
Ecco perchè rinunciarci, una volta giunti sul posto, non deve essere risultato facile.
Entrambi i ragazzi, dalle informazioni raccolte attraverso la Capitaneria di Porto di Ancona e i primi soccorritori della Croce Rossa, si sono concessi, insieme, il premio di un tuffo nella rinfrescante e cristallina acqua del Cònero, incuranti oltre che dell’ideale bandiera rossa, anche del fatto che il luogo, incontaminato quanto selvaggio, non garantisce salvataggi, soccorsi e neanche interventi in tempo reale.
Attratti dalla bellezza paradisiaca del luogo, i due osimani sono così entrati in acqua, pressochè contemporaneamente, tuffandosi tra un’onda e l’altra a schiantarsi sempre più velocemente, con spruzzi man mano più importanti, sulla scogliera lavica.
Non è ben chiaro, ma ormai conta assai poco, se Emanuele sia andato in difficoltà già al momento del tuffo, magari “sputato” rudemente sulla scogliera da un’onda più forte o se invece l’osimano sia andato in difficoltà a causa delle forti correnti che, abbinate alla notevole risacca, hanno preso a spingere il giovane a largo, anzichè aiutarlo a riguadagnare la terra ferma.
Di fatto l’altro ragazzo, accortosi delle difficoltà di Emanuele che annaspava con sempre minori energie, ha provato ad avvicinarsi all’amico per offrire un aiuto fondamentale,

I soccorritori, senza speranza, si sono affannati a lungo per cercare un miracolo per Emanuele

Un aiuto di cui, invece, ha ben presto avuto a sua volta necessità per le difficoltà crescenti di reggere l’impatto con un mare che aveva rapidamente mutato volto.
Spinte da un vento improvvisamente fattosi impetuoso, spirare sulla baia da nord, le onde hanno trasformato lo specchio di mare antistante il Cònero in una autentica trappola infernale.
Per sua fortuna la scena è stata notata da alcuni bagnanti, intervenuti rapidamente per porre in salvo almeno uno dei due, non senza difficoltà.
Di Emanuele, invece, visto annaspare e trascinare a largo fino ad uscire dal perimetro della baia, già pochi minuti dopo si erano però drammaticamente perse le tracce.

Bollettino meteo marino sul Conero

A ripescarlo cadavere, non senza difficoltà, un paio di ore dopo quel tuffo spensierato, è così toccato ai soccorritori allertati in tempo reale sia dalla vicina Numana che da Ancona.
Il povero 36enne osimano, galleggiava bocconi, privo di vita; relativamente a largo, sommerso dalle lunghe onde che, nello spingere il cadavere verso sud, riverso con la testa in acqua, hanno reso difficoltose anche le operazioni di recupero.
Da tempo il mare, che raramente perdona se osi sfidarlo senza attenzione alle regole, l’aveva inghiottito. Fino a togliergli il respiro. E la vita.
Ad identificarlo esanime, un paio d’ore dopo il tuffo mortale, adagiato sulla spiaggia del porticciolo di Numana, è toccato proprio all’amico attonito.
Occhi sbarrati, incapace di farsi una ragione di quanto successo in pochi istanti. Nello sguardo del giovane coetaneo, perso chissà in quale fresco ricordo, ancora stampato l’ultimo sorriso, l’addio ad Emanuele.


Le meraviglie dei Lavi viste da un kayak

Tutto, in effetti, si è consumato in pochi attimi; complice probabilmente un colpo ricevuto da Emanuele nel momento stesso del tuffo o immediatamente dopo a causa della forza della risacca.
Meno di un anno fa, in Spagna, presso l’isola di Ibiza, ad un altro giovanissimo osimano, Luca PEZZOLESI, toccò di pagare con la vita una sfida improbabile con la natura, anche in quel caso vanamente soccorso da un amico.
Emanuele GUALINI – il cui funerale è in programma questo pomeriggio, ore 15.30, presso la chiesa di San Carlo – è invece l’unico affogato in mare della stagione estiva 2020 del Cònero.
Una ventina, in quattro mesi di mare, gli interventi seri portati a termine dalla Croce Rossa.
Due le vittime, invece, nella stagione precedente 2019, compreso il ricordato episodio della turista umbra affogata un anno in circostanze simili, a conferma dell’estrema pericolosità del luogo.


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