LA FALSA ACCUSA DI UN COMPLOTTO INDUSTRIALE
PER TENERE LA BRAVIISOL FUORI DAL MERCATO USA?

LA FALSA ACCUSA DI UN COMPLOTTO INDUSTRIALE PER TENERE LA BRAVIISOL FUORI DAL MERCATO USA?

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LA FALSA ACCUSA DI UN COMPLOTTO INDUSTRIALE
PER TENERE LA BRAVIISOL FUORI DAL MERCATO USA?

Pierino Bravi annuncia la pubblicazione di un diario on line sui 1.500 giorni di detenzione


Un intrigo industriale internazionale, teso a boicottare l’ingresso negli States degli innovativi pannelli isolanti messi a punto dalla Bravi Isol, settore coibentazione, alla base dei 4 anni e mezzo di arresto ad Atlanta?

Si, probabilmente si; la verità, in ogni caso, è attesa piano piano, un particolare alla volta, da scoprirsi leggendo il blog che a breve il protagonista Pierino Bravi affiderà alla Rete.


La camera d’albergo Westin di Atlanta

Un comportamento decisamente inusuale, addirittura contro corrente, quello scelto dal 61enne industriale di Campocavallo, con sede dello stabilimento a Castelfidardo.

Dopo oltre 1.500 giorni di peripezie che lo hanno privato della libertà, costretto a buttare molti soldi e senza più poter seguire, in prima persona, la fabbrica posta pochi metri oltre il confine di Osimo Stazione… l’uomo, una volta liberato a sorpresa, anzichè fare festa e gridare al mondo la propria felicità per il sofferto lieto fine e ribadire la completa innocenza dalle accuse americane, ha preferito trincerarsi nel silenzio.

Una mancanza di informazioni pressochè assoluta interrotta unicamente dalla promessa, che sta per essere mantenuta, di spiegare ogni cosa per tempo, dopo averci riflettuto si.

Rispettiamo la decisione dell’uomo che ha sofferto in prima persona, ingiustamente, con ogni probabilità, una ingiusta detenzione protrattasi fin oltre ogni ragionevole dubbio; non condividiamo, in ogni caso, le modalità prescelte, da grande star, tipiche di colui che vuol cavalcare la popolarità del momento per trarne qualche vantaggio.

In ogni caso non resta che attendere. Nei giorni scorsi lo stesso Bravi ha ribadito alla stampa non solo le modalità di diffusione, attraverso la rete, su un proprio sito o blog, ma ha anche ribadito che i tempi sono ormai maturi affinchè gli osimani e i fidardensi, a partire dagli amici e fino all’ultimo cliente, sappiano la verità. O almeno la verità di Pierino.


In primo piano il grattacielo dell’hotel Westin

L’industriale, se le voci di popolo alimentatesi in questi lunghi 4 anni e mezzo di detenzione di mostreranno confermate, avrebbe in pratica subito un complotto vero e proprio, organizzato da ditte del settore, ovviamente stampo Usa, preoccupate di perdere fatturato importante di fronte alle innovazioni made in Italy, proposte in fiere specifiche americane dei mesi precedenti.

Il trabocchetto è noto – allestito attraverso la testimonianza, ritenuta falsa, di una donna di colore, cameriera ai piani dell’hotel grattacielo The Westin Peachtree Plaza di Atlanta, Stato della Georgia, quattro stelle americane, prezzi all’epoca a partire da circa 100 euro a notte; foraggiare una donna, meglio se di colore, con una offerta da non perdere.

Tutto si consumò il 17 aprile 2014, un paio di giorno dopo l’arrivo dell’industriale ad Atlanta. Quella sera Bravi avrebbe dovuto sostenere un incontro di lavoro in hotel quando, rientrato in camera per recuperare dei documenti, ha incrociato la cameriera uscirne.

Molti non avrebbero dato peso all’episodio, molto comune, specie negli hotel a più stelle; invece Bravi pensa a tutt’altro. Forse un furto. L’uomo le si avvicina come per chiedere spiegazioni con ciò favorendo il piano della cameriera che, forse, non aspettava altro iniziando ad urlare a squarciagola. E li a poco i poliziotti che procedono all’arresto immediato!

Pierino Bravi

Ora non possiamo conoscere la cifra presunta servita per corrompere la dipendente ai piani del Westin, così come, visto che le indagini hanno indagato in tutt’altro direzione senza mai mettere in dubbio le sole parole di accusa della cameriera di colore in forza all’hotel; così come nessuno, oggi giorno, potrà più smentire ricostruzioni alternative dell’episodio.

In ogni caso 300.000 dollari fruscianti, fatti vedere tutti insieme ad una cameriera da 18000 dollari di stipendio al mese, potrebbe essere una cifra sufficiente per comperare molte coscienze.
Anche perchè i soldi, pronto cassa, erano li, pronti… bastavano appunto pochi minuti e mostrarsi risoluta di fronte ai “federali”: quell’uomo ha provato a molestarmi sessualmente… non so come sarebbe andata a finire se non mi fossi difesa fino a divincolarmi e scappare dalla sua camera.

Una accusa, dunque, basata sull’esclusiva testimonianza di accusa, senza riflessi filmati delle telecamere in hotel, senza testimoni e senza lesioni fisiche in grado di sorreggere solidamente lo stato di fermo.

Una accusa, in estrema sintesi, di una povera donna di colore locale contro il ricco uomo bianco venuto dall’Europa a comprarsi ciò che vuole… silenzio compreso della vittima, se serve.

Una tesi perfetta sul piano teorico ma purtroppo indimostrabile e indimostrata in aula; tanto che la donna, vista la quasi certezza di non riuscire a farsi riconoscere vittima al 100% dal Giudice americano, ha rinunciato, in ultima analisi, anche a presentarsi parte civile e per spillare qualche altro soldo al povero italiano.

Insomma tutto, nel tempo, si è lentamente trasformato fino a sparire: dal carcere alla pesante libertà su cauzione (si parla, solo per questo episodio, dell’equivalente di 250.000 euro!), dagli arresti domiciliari al braccialetto elettronico fino alla mancata volontà della presunta vittima ad avere un ruolo nel processo come parte civile.

Mentre tutto questo, lentamente, con i tempi della Giustizia americana, si consumava… i mandanti del complotto potevano festeggiare avendo messo la Braviisol nelle condizioni di dover procedere, per anni, verso altri obiettivi, ben diversi rispetto al fiducioso sbarco in America!


 

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