Regionali, l’Unione di Centro, archiviato il Centro-Sinistra, si ritrova con le Liste civiche. Soddisfazione tra i latiniani: “Ci attende un percorso durissimo quanto gratificante”
Anche Dino LATINI in campo, in lizza il 21 settembre per l’antico Scudo crociato dell’Unione di Centro.
All’ultimo minuto utile, come si conviene ai cavalli di razza, il fondatore e leader storico delle liste Civiche, ha dunque rotto gli indugi e sottoscritto l’adesione alla “quarta gamba” del Centro-Destra.
La notizia (tenuta riservata a lungo – da almeno un paio di settimane – per scongiurare il fuoco amico dei partiti principali, Lega su tutti) verrà ufficializzata nella giornata odierna, ad Ancona, un istante dopo il deposito materiale delle liste.
Domani mattina, sabato ore 13, scade difatti il termine ultimo concesso, utile ai partiti per mettere insieme gli schieramenti migliori – pro Acquaroli e pro Mangialardi, gli altri candidati non hanno alcuna voce in capitolo – per dare alle Marche un nuovo Governo.
Nuovo Governo che, vista la scelta di campo dell’Udc – campioni indiscussi nel fiutare con anticipo il vento che tira – per la prima volta in oltre mezzo secolo dovrebbe premiare – sondaggi e sensazioni alla mano – il Centro-Destra.
A far pendere la bilancia, in modo decisivo, verso il Tricolore e gli altri colori dello schieramento maggiormente caro agli italiani, ai marchigiani e agli osimani, è stato a sorpresa proprio l’Udc capace di rompere, fin da tempi non sospetti, l’antica alleanza con il Centro-Sinistra e di trasformare i 18.109 voti, messi insieme nel 2015 pro Ceriscioli, in 36.218 consensi virtuali strappati a Mangialardi!
In un simile contesto l’inserimento di un leader come LATINI (maturato dopo lunga riflessione), con allegato consistente pacchetto di voti, dovrebbe davvero contribuire in maniera decisiva a far volgere la bilancia in favore di Acquaroli e quindi di Osimo.
Dunque di rincorsa, come si conviene in una gara senza regole pari al Palio di Siena, irrompe in pista il candidato più amato degli osimani, protagonista nel bene e nel male della politica cittadina dell’ultimo quarto di secolo.
“Il nostro – ha dichiarato a caldo LATINI, una volta vistosi irrimediabilmente scoperto dai radar di OSIMO OGGI – è un si convinto, maturato dopo una lunga riflessione, personale e degli amici delle civiche, una volta verificato che gli obiettivi, caratterizzanti da sempre la politica delle vere liste Civiche, era in pratica stato fatto proprio dall’Unione di Centro, oltretutto in appoggio al Centro-Destra”.
L’accettazione completa del concetto civico, un pò sul modello di una regione da organizzare sullo stile di buon governo di una città, è quanto proponete per le Marche?
“Non è davvero poco; viviamo questo passaggio come il definitivo sdoganamento delle linee guida programmatiche messe in pratica ad Osimo. Aver trovato nell’Udc un partner nazionale attento ai nostri interessi, non può che regalarci soddisfazione”.
E ora tre giri di piazza a tutta velocità per farsi definitivamente intendere, oltre che in città, a livello provinciale. Siete pronti a fare la differenza tra Destra e Sinistra?
“Siamo pronti e decisi ad impegnarci, fino al traguardo che contiamo di aiutare a far vincere, consapevoli che ci aspetta un mese particolarmente impegnativo, un percorso come sempre irto di difficoltà ma al tempo stesso certi che a tanta disponibilità, mia e delle Civiche, corrisponderà adeguata soddisfazione. Osimo e i marchigiani attendono da troppo tempo di veder gratificata l’idea portante che ci rappresenta, ovvero l’impegno in politica per una società vicina nei fatti, non solo nei vuoti propositi che sappiamo a memoria, ai bisogni vecchi (post terremoto) e nuovi (gestione del Covid) dei marchigiani”.
Con un LATINI in più nel motore, l’Unione di Centro conta di raddoppiare l’attuale unica rappresentanza (con Marconi eletto cinque anni fa nel Maceratese, in appoggio a Ceriscioli) e di compiere un balzo significativo, all’interno della scala gerarchica dei valori nel Centro-Destra.
L’obiettivo non dichiarato, ma più che evidente, è quello di riuscire ad eleggere entrambi i principali candidati, forti del fatto che le province di Macerata e Ancona, meglio che il resto della regione, sono in grado di rappresentare e premiare la vecchia anima democristiana che, da queste parti, fondamentalmente, non è mai del tutto tramontata.
Per gli osimani, invece, dopo sei anni di amaro in bocca, coronati da due ballottaggi al veleno per il ricordato fuoco amico di cui sopra, due certezze iniziali per gradire:
a) stavolta si vince o si perde (meglio vincere) e comunque non sono previsti ballottaggi.
b) stavolta gli amici degli amici dovranno correre, per davvero e non solo a parole, da amici veri.
Sembra poco, ma a ben vedere tale comportamento ha già fatto e tornerà a fare tutta la differenza del mondo.
Massimo Pietroselli