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Osimo, la Direzione del SS. Benvenuto e Rocco ha appena tagliato la figura del secondo medico per risparmiare sul bilancio! La reperibilità notturna trasformata in attività ordinaria in corsia
DI NOTTE MANCA IL PRIMO AIUTO IN SALA OPERATORIA,
APPENDICITE RIFIUTATA
RESPINTA ANCHE
LA RICHIESTA DI TRASPORTO AL REGIONALE,
IL PAZIENTE DA SOLO A TORRETTE!
Incredibile al pronto soccorso: la politica decide anche dove trasferire i casi urgenti!
Elio Paoloni, osimano di 71 anni, in grave pericolo per una peritonite, accolto in ospedale solo se avesse accettato di essere trasferito a Jesi o Senigallia!
Pronto soccorso non più pronto e men che meno in gradi di offrire soccorso!
Se il destino, nella sua ingovernabile bizzaria, dovesse decidere di far bussare qualcuno, in piena notte, al campanello di Via Leopardi, si sentirebbe rispondere, desolati, che il secondo chirurgo di notte non c’è, tagliato dalla politica (questo particolare inquietante ve lo risparmierebbero) e che in compenso, praticata una flebo per sedare il dolore, possiamo pur sempre organizzare un bel trasferimento in ambulanza addirittura verso due ospedali a scelta: Jesi o Senigallia.
Tutto il resto è noia… cioè ad Osimo semplicemente non c’è più o non si può fare!
Dunque gli osimani hanno la libertà di potersi sentirsi male esclusivamente in orario mattutino, massimo tardo pomeriggio?
Da buon osimano, ci siamo preoccupati moltissimo. E se il destino puntasse la nostra sveglia, come nel caso di Elio Paoloni, tra la notte di lunedì 15 e le primissime ore di martedì 16 maggio? In quel caso nessuno potrà negarci di recriminare contro una sorte cinica e bara; magari i nostri eredi potranno intentare causa milionaria al Direttore sanitario Alfredo Cordoni per aver consapevolmente sguarnito il presidio medico in orario notturno ma tutto il resto lo andremo comunque a raccontare al Padre eterno che… speriamo divertito dalla politica italiana 2.0… potrebbe almeno decidere di aprirci, in via di favore, le porte del Paradiso.
Sempre, beninteso, se saremo stati sufficientemente attenti di evitare il fuso orario notturno dell’aldila…
Battute a parte, tutto il resto è più che fattibile. A confermarcelo è la signora Paoloni a cui, assieme al figlio maggiore, è toccato vivere l’assurda situazione.
Morire disteso sul sedile posteriore dell’auto mentre tua moglie, in piena notte, guida disperata verso Torrette!
“Mio marito – racconta la signora Paoloni ancora agitata, una settimana dopo il fatti – ha iniziato a star male la sera di lunedì. Da primo ha pensato a qualcosa di passeggero ma in realtà, col passare delle ore, la situazione di dolore al basso ventre è andata peggiorando. Dovete sapere che ad Elio è stato tolto di recente un rene trapiantato e che da oltre 20 anni si trova in cura, sotto controllo, a Torrette.
Così lunedì, quando ha iniziato a non sopportare più il dolore, io e mio figlio lo abbiamo caricato in auto fino al pronto soccorso. Inserita una flebo con del calmante ci hanno immediatamente evidenziato, al di la dello stato urgente della situazione, che mio marito non poteva essere ricoverato ad Osimo”.
Il secondo chirurgo reperibile, indispensabile in molte patologie per poter allestire la sala operatoria, non era in realtà allertabile in quanto impegnato nel fabbisogno ordinario chirurgico dell’ospedale.
Esattamente un ospedale senza medici! Come avere una caserma senza pompieri, un commissariato senza poliziotti, una compagnia senza Carabinieri, un teatro senza attori… una vita senza vita!
“In compenso al pronto soccorso c’hanno detto che, vista la gravità dell’emergenza, Elio poteva essere accettato e immediatamente trasferito a Jesi o a Senigallia. A questo punto – prosegue la signora Paoloni – ho chiesto almeno di raggiungere l’ospedale di Torrette dal momento che mio marito ha fatto ad Ancona quasi tutti gli interventi, seri per la sua salute… l’ultimo appena pochi mesi fa. Ho insistito su Torrette certa del fatto di andare in un presidio medico dove mio marito avrebbe potuto contare su una qualità di cure nettamente migliori. La risposta che c’hanno fornito, dopo il no al ricovero ad Osimo, è stato un altro no. Sempre su indicazione della Direzione sanitaria c’era l’ordine di trasferire i casi più importanti, come quello di mio marito, a Jesi o Senigallia. Stop! Messo mio marito al corrente che stavamo pericolosamente perdendo tempo prezioso, Elio ha preferito firmare le dimissioni dal pronto soccorso per raggiungere Ancona con la nostra stessa macchina! Esatto, l’ambulanza che poteva raggiungere Jesi o Senigallia non era abilitata a raggiungere Torrette!!! Abbiamo dovuto provvedere con i nostri mezzi. Un vero schifo! Politica o non politica quello che è successo a noi ha veramente dell’incredibile. Non fosse capitato sulla nostre pelle non avremmo mai creduto che ad Osimo si potessero raggiungere e oltrepassare simili livelli. Non mi faccia dire altro…”.
Aggiungiamo – a conferma che la politica sanitaria regionale vuole gli osimani e gli abitanti a sud di Ancona fuori dalle normali prestazioni erogate ai residenti al nord della provincia – che anche una volta raggiunta Torrette, attorno le 3 di notte, anche gli i medici, visto che venivamo da Osimo, hanno “contestato” la nostra presenza.
C’hanno detto che gli osimani vanno a Jesi o a Senigallia. Solo dopo aver specificato che mio marito aveva firmato la liberatoria e che eravamo arrivati a Torrette con i nostri mezzi e non con l’ambulanza del 118… hanno preso in carico il problema, ovvero mio marito.
Anche a Torrette, in ogni caso, le porte della sala operatoria non si sono aperte immediatamente ma solo dopo un’attesa di circa quattro ore. Dopo altrettante di intervento, mio marito è stato ricoverato in terapia intensiva. A pesare, oltre all’intervento in se, anche e soprattutto la storia clinica di mio marito, una ventina di interventi alle spalle dal 1995 ad oggi. Per fortuna Elio ha una forte fibra, ha un grande desiderio di vivere e questo l’ha certamente aiutato fino ad oggi. Così mio marito è riuscito a superare anche le decisive 48 ore successive alla camera operatoria a Torrette e a… rientrare di nuovo sotto i ferri giovedì pomeriggio per un secondo intervento, di altre quattro ore, necessario per portare a termine la vicenda.
Ora Elio sembra star meglio, si sta riprendendo e – se Dio vorrà – riusciremo a raccontare anche questa. Certo da cittadina voglio augurare a tutti di non dover passare attraverso l’esperienza toccata a noi al pronto soccorso…”.
Parole sante. Purtroppo il rimedio principale per non ripetere la vicenda è l’orario. Se state male a mezzanotte dice la legge che potete anche sparare all’eventuale ladro che dovesse girare per casa ma guai – aggiungiamo noi – a telefonare al 118.
Arriverà un’ambulanza che, dopo aver fatto tappa ad Osimo per una flebo, vi trasferirà a Jesi o Senigallia sempre siate ancora vivi. Molto meglio tentare la roulette e arrivare in qualche modo a Torrette, evitando il più possibile di dire di essere osimani.
Solo alle strette “confessare” di esservi sentiti male mentre eravate alla guida e vi trovavate casualmente falle parti del Pinocchio!
Vergogna!