“Signor Direttore generale, per il bene nostro e quello dei pazienti pneumologici di Osimo, valuti la possibilità di chiudere il SS. Benvenuto e Rocco e potenziare il reparto attivo presso l’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi”.
La richiesta, messa nero su bianco lo scorso 9 febbraio e indirizzata a Maurizio Bevilacqua, Direttore dell’area vasta 2, porta la firma in calce del personale medico residuo del SS. Benvenuto e Rocco, ovvero dottori Stefano De Luca, Paolo Spinaci ed Alessia Resedi; sostenuti nella richiesta dall’interessato appoggio dei colleghi jesini Federica Bevilacqua, Mauro Braconi, Marinella Castriota, Corrado Micucci e Carlo Pareo.
Nulla di nuovo sotto il sole. Dopo la recente e dolorosa perdita di Ginecologia ordinata da Ancona, Osimo assisterà, a breve, per mancanza di personale medico, alla analoga chiusura del reparto di Pneumologia.
Sapere a questo punto se il documento che riproduciamo sia per intero farina del sacco di De Luca, Resedi e Spinaci, lo sia solo in parte o ci sia anche lo zampino del Governatore Ceriscioli, voglioso più che mai di tagliare costi e anticipare i tempi, non lo sapremo mai. E poco importerà saperlo.
Il dato di fatto, leggi, la chiusura di uno degli ultimi pezzi attivi al vecchio ospedale, avrà tramutato in realtà chilometri decennali di false promesse, intenti sibillini non rispettati, prese di posizione buone solo in campagna elettorale.
In questo caos crescente che anticipa il botto finale del SS. Benvenuto e Rocco i medici di Peneumologia, sullo stile insegnato da Schettino, cercano ovviamente di salvare meglio possibile i propri interessi personali da conciliarsi, ci mancherebbe, con quelli di Ceriscioli.
Quale progetto reale intende perseguire, quale primo, il pesarese Governatore diessino della Regione con la chiusura progressiva del SS. Benvenuto e Rocco? Sistemare al meglio e quindi potenziare i vicini ospedali provinciali di Jesi e Senigallia, città guarda la coincidenza, a differenza di Osimo, tradizionalmente bacino di voti della Sinistra marchigiana.
Come funghi dopo una pioggia estiva ecco spuntare dal nulla lettere di intenti volte a favorire, addirittura sottoscritte in gruppo, un più rapido perseguimento dell’obiettivo caro a Ceriscioli.
Giungere in soccorso del vincitore, da sempre, aiuta a vivere meglio. Se poi l’aiutino giunge giusto in tempo per togliere la Regione dall’imbarazzo di una decisione impopolare… tanto meglio.
Per una volta almeno non serve però pensar male. Basta affidarsi alla lettura del documento indirizzato al manager Bevilacqua alla voce “osservazioni e proposte”.
“I sottoscritti dirigenti medici, operanti presso le unità ospedaliere di Pneumologia di Jesi e Osimo, sottopongono alla Sua attenzione alcune osservazioni inerenti la riorganizzazione delle due unità operative alla luce delle criticità in merito alla gestione ospedaliera dei pazienti affetti da patologia respiratoria, in relazione al fabbisogno del personale medico e sulla base della riorganizzazione della rete ospedaliera valutando come parametro la “complessità clinica”.
Come è noto, chi opera in strutture pneumologiche si occupa di pazienti che presentano patologie, sia acute che croniche, che interessano l’apparato respiratorio e causano il 17% di tutte le morti e sono alla base del 13% degli anni di vita persi in buona salute e trasformati in morte o invalidità.
Accanto a tali pazienti – continua il documento – gravitano nel reparto di Pneumologia pazienti con patologie quali neoplasie, pneumopatie interstiziali, tracheostomizzati in ventilazione meccanica spesso trasferiti da reparti di rianimazione, per cui la cui gestione è necessario un know-how clinico proprio dello specialista pneumologico: posizionamento di drenaggi toracici, fisiopatologia respiratoria, ecografia toracica, ecc.
Oltre all’attività di reparto è necessario garantire una efficace attività ambulatoriale specialistica, la diagnosi, cura e monitoraggio di quelle patologie che, se non adeguatamente affrontate procurano un importante peso socio-economico. L’ottimale gestione ambulatoriale di tali patologie permette inoltre la riduzione delle riacutizzazioni e dei ricoveri ospedalieri.
Ciò premesso – sottoscrivono in ordine alfabetico gli otto dirigenti medici – i sottoscritti Bevilacqua, Braconi, Castriota, De Luca, Micucci, Pareo, Resedi e Spinaci ritengono che l’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi rappresenti, attualmente, IL MIGLIOR LUOGO DI GESTIONE DELLA PATOLOGIA PNEUMOLOGICA. L’ubicazione del presidio Jesino è infatti centrale rispetto al vasto bacino di utenza dell’area vasta 2 e inoltre troviamo già presenti nella struttura i reparti di Terapia intensiva/Rianimazione, Chirurgia, Oncologia, Radiologia, Nefrologia, Neurologia e laboratorio analisi, attivitò con le quali Penuemologia si interfaccia quotidianamente.
Esistono inoltre spazi dedicati per permettere al paziente pneumologico di eseguire l’iter diagnostico terapeutico senza il disagio di spostamenti tra ospedali (servizio di broncoscopia, fisiopatologia, ambulatorio pneumologico allergologico, oltre agli ambulatori delle discipline affini.
Diversa è la realtà della Pneumologia di Osimo – sottoscrivono di nuovo Bevilacqua, Braconi, Castriota, De Luca, Micucci, Pareo, Resedi e Spinaci – che PURTROPPO SI TROVA PRIVA di tutte quelle dotazioni tecnologiche che consentono di assistere, con ragionevole sicurezza, il malato respiratorio complesso.
Come chiaramente esplicitato il 23 gennaio scorso nella riunione con tutti i rappresentanti sindacali del comparto, la determina 481/206 è “un libro aperto in continua eevoluzione, con possibilità di cambiamenti ed integrazioni, per cui modificare le due unità ospedaliere che riguardano Penumologia, di Jesi e di Osimo, NON DOVREBBE COSTITUIRE UN PROBLEMA di difficile soluzione, in considerazione del fatto che i malati pneumologici di più alta complessità clinica potrebbero essere meglio assistiti, per i motivi suddetti, presso lo stabilimento ospedaliero di Jesi rispetto a quello di Osimo”.
Ciliegina europea sulla torta: “Come è noto da tempo, le attuali dotazioni dei dirigenti medici di entrambe le unità ospedaliere di Jesi e Osimo sono assolutamente insufficienti e non soddisfano le recenti normative europee riguardo la durata massima dell’orario di lavoro… per cui appare indispensabile predisporre le procedure amministrative volte all’adeguamento numerico dei dirigenti medici”.
Da prendere ad Osimo.