L’ingegnere fidardense, 42 anni, sposato e padre di tre figli, si è tolto la vita gettandosi da un’altezza terribile di 104 metri, a Salle sulla Maiella pescarese. L’uomo, dopo un ultimo messaggio, ha spento il cellulare, posizionato la scala accanto alla grata di sicurezza e l’ha oltrepassata precipitando sulla sponda del sottostante torrente
Si era laureato 18 anni anni fa, a pieni voti, discutendo ad Ancona, dottorato di ingegneria, specialità progettare ponti. E proprio da un ponte, uno dei più spettacolari e alti d’Italia, si è tragicamente compiuto il destino di Davide PALMIERI, 42 anni.
Il professionista, sposato con Sara SCARPONI e padre di tre figli, viveva e lavorava, dividendosi tra casa e studio, al Cerretano di Castelfidardo ma è in Abruzzo, appunto dal terribile ponte di Salle (minuscola località in provincia di Pescara, nota quasi esclusivamente dagli amanti del salto nel vuoto, aggrappati ad una sola corda elastica) che martedì mattina PALMIERI ha posto fine ai propri giorni.
Alla guida della propria Renault Scenic, il fidardense ha lasciato l’abitazione diretto probabilmente in qualche cantiere. O almeno così ha lasciato intendere la routine di un martedì qualsiasi.
In realtà, come l’uomo abbia affrontato la sua ultima giornata, ovvero senza lasciare adito a qualsiasi sospetto (come sembrerebbe) o se invece l’ingegnere abbia agito d’impulso, per motivi tutt’ora al vaglio dell’Autorità giudiziaria di Pescara, al momento non è chiaro. E probabilmente non lo sarà mai.
Da quanto ha preso a circolare, fin dalle prime ore, tra l’opinione pubblica fidardense (che a fatica, per la quasi assoluta mancanza di notizie filtrate dall’Abruzzo, sta tutt’ora pian piano apprendendo del suicidio dell’ingegner PALMIERI) il poveretto non avrebbe avuto alcun problema serio, tale da indurlo ad una scelta così definitiva: ne sul lavoro (dove nonostante la ancor giovane età aveva firmato progetti importanti in Italia e all’estero, in particolare Tunisia e Cina), tantomeno economici e parrebbe neanche di salute.
Insomma PALMIERI potrebbe essersi portato via con se la causa misteriosa che lo ha indotto a togliersi la vita; a meno che il 42enne, in un ultimo gesto di lucidità prima di lanciarsi nel vuoto da un’altezza record di ben 104 metri, non abbia affidato le proprie ragioni a diversi sms sparati a raffica, martedì mattina, alla moglie e a qualche altro familiare, per spiegare i motivi di una simile decisione.
L’ingegnere, professionalmente, conosceva bene il ponte di Salle, un Comune sperduto sulle prime alture della Maiella pescarese, a circa 200 chilometri da casa. Sapeva dell’altezza-record che non perdona (per fare un esempio alla portata di tutti, il dislivello sul torrente che scorre sottostante equivale a circa sette volte l’altezza più alta raggiungibile da un suicida di Piazza Nova). Sapeva bene, anche, che da un pò, almeno 20 anni, dopo che il ponte era stato dotato, in entrambi i lati, di una grata protettiva alta due metri, non c’erano più stati suicidi da quel luogo altamente suggestionabile, non foss’altro perchè noto in tutto il Paese come la miglior pedana di bungee jumping del Centro Italia. E sapeva anche della necessità di dotarsi di un aiuto per superare l’ostacolo.
In effetti solo a rivedere le immagini di quanti, nella buona stagione, prendono d’assalto il luogo per provare il brivido di precipitare fin quasi a terra… per poi essere rialzati dall’elastico all’ultimo istante, occorre cuore forte e nervi saldi.
Questi ragionamenti, però, non hanno accompagnato Davide PALMIERI nelle due ore di viaggio fin sul luogo prescelto con cura; anzi non è chiaro se durante il tragitto l’ingegnere abbia fatto una sosta per acquistare una piccola scala in alluminio con la quale scavalcare senza fatica l’ultimo ostacolo verso la ipotizzata libertà o se invece la scala, girando normalmente per cantieri, l’abbia prelevata e posta in macchina dall’ultimo deposito di materiale in visita.
Sta di fatto che quando il professionista è quasi giunto sul luogo, PALMIERI si è fermato per avvertire moglie e familiari di cosa stava per fare, senza però indicare dove si stava trovando. Messaggi a raffica, sembra. Inviati per sms con i motivi, il perchè, le ragioni di una scelta che, per quanto dolorosa e non inaccettabile per la famiglia, dovrà comunque essere rispettata e digerita almeno dalla comunità fidardense, nel rispetto della memoria di un uomo professionalmente ineccepibile e apprezzato.
Stava per scoccare mezzogiorno quando l’ingegnere, inviato l’ultimo messaggio, ha definitivamente spento il cellulare rendendosi irreperibile e deciso all’ultimo gesto. Mentre la moglie Sara SCARPONI, sconvolta alla lettura e ancor più allarmata per non riuscire a comunicare oltre con il marito, si è prontamente rivolta ai Carabinieri per una disperata invocazione di aiuto.
L’uomo nel frattempo – per confondere le idee a qualche possibile testimone – è giunto sul teatro spettacolare designato, ha parcheggiato la Scenic ad un passo dalla postazione di lancio con la corda elastica, è sceso dall’auto, ha tirato fuori e posizionato la scaletta in alluminio e senza pensarci oltre ha rapidamente guadagnato i tre scalini e la sommità della rete.
Il tempo di un ultimo sguardo al mondo, giusto per assicurarsi che non fossero sopraggiunti testimoni casuali, è l’ingegner PALMIERI si è lasciato cadere nel vuoto, senza ostacoli, finendo orrendamente sul greto del torrente per una morte istantanea.
A Castelfidardo, intanto, la moglie e famiglia, sempre più allarmate, hanno vissuto quasi in diretta le sorti dell’uomo. Impossibilitati ad aprire una ricerca, non essendo trascorse almeno 24 ore dal momento della scomparsa (almeno così, sembrerebbe, è stato riferito alla donna, nonostante il pericolo di vita imminente) i Carabinieri hanno purtroppo dovuto comunicare, già nelle prime ore del pomeriggio, che il corpo di un uomo, dall’età apparente a quella dell’ingegner PALMIERI, stava per essere recuperato in Abruzzo.
A dare l’allarme, attorno mezzogiorno e mezzo, uno dei 280 abitanti di Salle che, rientrando a casa, ha notato un’auto parcheggiata di lato e soprattutto quella scala sospetta, abbandonata a bordo recinzione.
Per recuperare il cadavere e dare un nome all’uomo, visto il luogo impervio, ha dovuto alzarsi in volo l’elicottero “Drago” del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Pescara a cui è toccato, con i colleghi di Atessa, il triste compito di recupero dei resti; tra cui, in tasca, anche i documenti del poveretto indicanti l’identità di Davide PALMIERI.
Il corpo del 42enne padre di famiglia è stato ricomposto presso l’obitorio dell’ospedale “Santo Spirito” di Pescara dove mercoledì mattina, a moglie e padre della vittima, è toccato il triste compito del riconoscimento.
All’autorità giudiziaria, che al momento non ha ancora concesso il nulla osta per la riconsegna della salma, la decisione di procedere con l’autopsia e soprattutto fare chiarezza sulle ragioni di quanto accaduto ed anche perchè il professionista abbia scelto l’Abruzzo per porre in essere il gesto estremo.
Nella piccola Castelfidardo, come ricordato, ad ormai un paio di giorni dalla tragedia, la notizia è divenuta argomento di quanti l’hanno incidentalmente appresa, seppur non corroborata dall’ufficialità di manifesti o articoli di giornale. In ogni caso la cittadina è costernata da una vicenda giunta inaspettata a colpire un personaggio tra i più noti. Moltissimi i castellani increduli e senza parole, quasi scettici di fronte ad una notizia troppo cruda.
Davide PALMIERI, dopo essersi diplomato allo Scientifico “Campana” di Osimo e ottenuto una laurea in ingegneria, con specializzazione, alla Politecnica delle Marche, si era costruito una famiglia, numerosa, con ben tre figli. E’ ricordato da tutti come persona ineccepibile sul piano professionale; uomo rigoroso con se stesso e i suoi figli, dotato di grande memoria e carattere deciso.
ULTIMA ORA: in mattinata odierna, giovedì, l’Autorità giudiziaria ha liberato la salma riconsegnando il feretro alla famiglia. Il funerale dell’ingegner PALMIERI è stato fissato poer sabato pomeriggio, ore 15, presso la chiesa di Sant’Agostino.