Un tocco della magica bacchetta elettorale e sim… sala… bin la cuoca diventa dattilografa, l’inserviente segretaria e l’aiuto cuoca si trasforma in centralinista!
Purtroppo la magia non è per tutti. Ne beneficeranno solo le dipendenti delle tre case di riposo cittadine “Grimani-Buttari”, “Fondazione Bambozzi” e “Recanatesi” il cui personale – in questo caso di cucina e addetto agli anziani – ha presentato richiesta di mobilità volontaria da un Ente all’altro.
A chiarire come stanno effettivamente le cose penseranno a breve una sfilza di figure istituzionali in seno a Palazzo comunale: a iniziare dal Presidente del Consiglio comunale Paola Andreoni per passare al Segretario generale del Comune Luigi Albano e, per loro tramite, al Collegio dei revisori dei Conti. Per tacere de responsabile politico Simone Pugnaloni, più che mai Sindaco pro tempore di Osimo.
Tutta questa folla di personaggi dovranno rispondere per iscritto ad una interrogazione della Consigliera Maria Grazia Mariani (Gruppo misto) che dalla lontana Phuket dove si trova in vacanza non smette di vegliare sulle magiche vicende comunali.
“Leggo dal profilo Facebook di alcuni ex personaggi politici osimani – scrive la Mariani – che alcuni uffici del Comune abbondano di personale, “acquisito” con legittima procedura (mobilità) dalle Case di Riposo della città: la Grimani-Buttari, la Bambozzi e la Recanatesi. Stando alla notizia che circola in rete si tratterebbe di cuoche, aiuto-cuoche ed ex inservienti… tutte trasformate in impiegate. E tutte, sembra, senza poter vantare i requisiti previsti dal profilo professionale! Prima di ogni altra cosa il titolo di studio abilitante”.
Ma come funziona la mobilità nel pubblico impiego?
A differenza del mondo privato, quando mobilità fa rima con precarietà e perdita del posto di lavoro, la mobilità nel magico mondo pubblico consente solo belle cose.
Scopriamo che la mobilità volontaria è prassi possibile anche fra comparti diversi degli Enti che si scambiano il dipendente, fermo restando che è sempre necessario per perfezionare il trasloco da un incarico all’altro, il nullaosta da parte dell’amministrazione di appartenenza. In questo caso, infatti, la normativa si limita ad indicare una parità di qualifica tra un lavoro e il nuovo ma non di identico profilo professionale.
Insomma mele e pere possono essere scambiate tra loro se appartenenti alla stessa qualità. Resta l’ostacolo del titolo di studio che difficilmente una inserviente potrà vantare quale abilitante per svolgere il nuovo incarico.
È quanto cercherà di mettere a nudo l’interrogazione del gruppo misto che pone al Sindaco sette quesiti, uno più temibile dell’altro.
Con risposta scritta il Palazzo dovrà far sapere alla città quanto segue:
“1° Quante persone sono state assunte attraverso l’istituto della mobilità dal mese di giugno 2014 (insediamento della Amministrazione Pugnaloni NdR) ad oggi;
2° Da quali Amministrazioni provengono i nuovi dipendenti assunti dal Comune di Osimo;
3° Gli estremi dei bandi di mobilità;
4° La qualifica e il profilo ricoperto nell’Amministrazione di appartenenza e quelli ricoperti presso il Comune di Osimo;
5° Le modalità di selezione, le graduatorie e i nominativi delle Commissioni esaminatrici;
6° I motivi per cui si è ricorso alla mobilità in luogo del concorso pubblico;
7° La copertura finanziaria per le spese del personale”.