Manette e carcere confermato per Saidi Housine, 35 anni, nordafricano senza fissa dimora, respinto da un’italiana di 38 anni, “socia” in affari. Per lo scompiglio, sabato sera a Sant’Agostino di Castelfidardo, allertata anche l’autoscala dei Vigili del Fuoco
Rannicchiato nel vano sottostante il lavabo della cucina, Saidi HOUSINE, tunisino 35enne, ci sarebbe rimasto chissà quanto altro tempo… visto che per le ricerche i Carabinieri avevano allertato persino i Vigili del Fuoco e ogni attrezzatura adatta a dare una occhiata persino sul tetto!
Del nordafricano, però, nessuna traccia apparente, nè in casa, nè per comignoli. Eppure quell’uomo senza fissa dimora, una sfilza di precedenti già discretamente corposi, non poteva essersi smaterializzato con l’arrivo dei militari di Castelfidardo.
A far correre una pattuglia in zona Sant’Agostino, sabato sera, alcuni vicini di una 38enne del luogo, curriculum con poco da invidiare all’uomo, legata al tunisino sia in amore che in “affari”.
Purtroppo per HOUSINE la donna, come capita anche nelle migliori famiglie, ultimamente, avendo posto altrove le proprie mira sentimentali, di riallacciare l’amore criminale con HOUSINE non aveva particolare intenzione; anzi, a giudicare dalle urla udite distintamente dai vicini di casa, proprio nessuna.
Così sabato sera, all’ennesimo, animato, tentativo del nullafacente Saidi HOUSINE (residente sulla carta a Porto Recanati ma in realtà senza fissa dimora) di farsi aprire dalla donna, l’intero palazzo, spaventato dalle urla, si è attaccato al telefono chiedendo il pronto intervento del 112.
Dieci minuti dopo, all’arrivo dei Carabinieri, la 38enne fidardense, in effetti, stava ancora urlando “aiuto” dalla tromba delle scale mentre il proprio ex, dall’interno dell’appartamento, continuava a litigare, a parole, inveendo contro l’ex socia.
Insomma, un quadretto familiare tutt’altro che idilliaco, con reciproco scambio di accuse, peggiorato dall’arrivo dei militari; la fidardense, infatti, sentitasi finalmente al sicuro, alla vista dei militari ha imboccato le scale di corsa, lontano più possibile da quell’uomo verso il quale l’unico sentimento provato ora induce alla paura, se non al terrore.
L’uomo, invece, oltretutto armato di un più convincente coltello serramanico di 19 centimetri, non potendo fare altrettanto, ha provato a dissimulare la propria presenza nascondendosi come ha potuto, in uno spazio non notato a prima vista dai militari.
Così, mentre in zona Sant’Agosttino, a tutta velocità, era già giunta l’autoscala dei Vigili del Fuoco per perlustrare persino il tetto (!), HOUSINE, costretto com’era in uno spazio angusto, non ha retto ad oltranza, decidendo di venir fuori e arrendersi, prima che i Carabinieri iniziassero una seconda ricognizione.
Il tunisino, col coltello serramanico ancora in mano, ha fatto così capolino sulla cucina venendo immediatamente arrestato, senza resistenza.
A far scattare le manette, la quadrupla accusa di violazione di domicilio, minaccia aggravata, porto illegale di arma e violenza privata, ha pesato il racconto dell’ormai ufficialmente perduto amore. La donna ha infatti confermato come l’uomo, negli ultimissimi giorni, avesse più volte tentato di riprendere il rapporto con la forza e di essere riuscito, nell’occasione di sabato, a metter piede nell’abitazione.
Una volta in casa, HOUSINE ha afferrato la donna per i capelli impedendole ogni movimento; poi, dopo averla privata dello smartphone, il nordafricano ha iniziato a minacciarla col coltello chiedendole conto di mille inutili perchè.
Parimenti, al perchè più importante – quello del giudice per le indagini preliminari che ha confermato per Saidi HOUSINE l’ennesima misura di custodia cautelare in carcere – l’uomo arrestato non ha saputo motivare una risposta apprezzabile, continuando di fatto a sentirsi come Clyde Barrow, ancora legato alla sua “Bonnie” Parker.