Urgente la chiusura dell’impianto di risalita e l’avvio di una analisi tecnica straordinaria effettuata dalla Leitner, impresa costruttrice. Ben cinque analogie tra l’incidente mortale della funivia e la risalita osimana. Il più inquietante? Ottenere significativi risparmi economici sulla gestione accettando maggiori rischi sulla sicurezza
Chiudere immediatamente l’impianto di risalita e sottoporre il “Tiramisu” ad un intervento di straordinaria manuntenzione che faccia luce sullo stato di conservazione della struttura.
Questa la conclusione a cui, sempre più numerosi, gli osimani stanno in queste ore giungendo, specie dopo la notizia che pone la manutenzione al risparmio alla base del tragico incidente del Mottarone.
Non disponibile, al solito, PUGNALONI (a cui spetterebbe il potere di agire tempestivamente per la sicurezza di quanti, ogni giorno, vengono trasportati dall’impianto) non resta da sperare nell’episodico intervento della Magistratura per chiudere la risalita al centro e sottoporre la struttura, datata sui 20 anni, ad una profonda analisi tecnica.
A convincere i cittadini dell’urgenza di operare, la presa d’atto di diverse circostanze che ricorrono tra quanti avvenuto sul Lago Maggiore e il servizio di collegamento centro-maxi parcheggio.
Entrambi i manufatti portano la firma della stessa casa di costruzione, la Leitner di Vipiteno, marchio tra i più noti, a livello internazionale, in impianti a fune o su rotaia.
Per entrambi gli impianti, inoltre, la Leitner avrebbe dovuto (utilizziamo il condizionale) occuparsi della ordinaria manutenzione delle macchine progettate e realizzate; e certamente così è stato a Stresa e certamente è stato ad Osimo.
Senonchè i contratti giungono a scadenza e i rinnovi, effettuati presso la casa madre, notoriamente costano discretamente cari e proposti senza particolari sconti, abbonamento generico a parte.
Da qui, a Stresa come ad Osimo, la comune soluzione scelta: risparmiare! A Stresa affidando l’ordinaria amministrazione alla Sateco di Torino, ad Osimo stipulando contratto con la Samis di Ancona. Almeno così è stato in passato.
Non riuscendo a confrontarsi con la OSIMO SERVIZI SpA che gestisce l’impianto (nessuna risposta dal Presidente Cristiano PIRANI, al pari dell’amministratore delegato Jacopo ANGELETTI), ne con l’ex amministratore della allora Parko, Gianfranco MIGLIOZZI, che per anni ha gestito la delicata salute del “Tiramisu”, non abbiamo idea di cosa si stia facendo ad Osimo per rispondere positivamente all’interrogativo: la struttura, in questo momento, offre ogni garanzia di sicurezza ai viaggiatori?
Anche perchè, è per la terza volta torna l’abbinamento nefasto con Stresa, è di queste ore la notizia che è stato sottoposto a fermo giudiziario, da parte della Procuratrice di Verbania Olimpia BOSSI, l’ingegner Enrico PEROCCHIO – clicca qui – ovvero la figura incaricata dalla Leitner per seguire, inizialmente, la manuntenzione e sicurezza dell’impianto osimano!
E’ cronaca di queste ultimi anni, specialmente nel settennato in corso di PUGNALONI, di come l’impianto abbia conosciuto i più vari intoppi, sempre più frequenti: chiusure a tempo, funzionamenti ridotti, corse ridotte, improvvisi black-out che pur non mettendo mai a rischio la sicurezza dei viaggiatori hanno portato ad un minor livello di efficienza il servizio offerto (da sempre gratis per il pedone, a pagamento se con auto).
La risposta che, nel tempo, i vari responsabili di OSIMO SERVIZI hanno offerto di questo andazzo al Consiglio comunale, ha sempre più spesso messo l’accento sulla mancanza dei pezzi di ricambio, della difficoltà di reperirli sul mercato e dei prezzi alti che ogni intervento, anche minore, produce alla voce costi.
Da qui la necessità di ricorre al fai da te – PUGNALONI direbbe ad interventi “in house” – per mettere una pezza e mantenere attivo il servizio. Scadente ma in servizio come, quarto indizio che si ripete, è stato fatto a Stresa. Per ultimo tre settimane fa, con esito positivo dell’esame. Un esame, si ha ragione di temere dopo aver contato a terra 14 vittime innocenti, fatto con lo stesso criterio al risparmio con cui si è operato.
Ora quattro punti in comune con una vicenda che ha guadagnato drammaticamente l’attenzione dell’intero Paese, costituiscono, a nostro avviso, ben più di un campanello di allarme!
Riteniamo opportuno, anzi un preciso dovere per il Sindaco PUGNALONI e (in mancanza) a cascata, le seguenti cariche istituzionali – ingegner Roberto VAGNOZZI (Direttore di esercizio), Cristiano PIRANI (Presidente Osimo Servizi SpA) e Jacopo ANGELETTI (Amministratore delegato Osimo Servizi SpA) – intervenire con urgenza immediata nella chiusura tempestiva della struttura.
Contemporaneamente dovrebbe essere invitata, nuovamente, l’impresa costruttrice ad occuparsi della salute effettiva del manufatto attraverso una dettagliata relazione scritta attestante la buona salute.
Dopo di che, con la riapertura del “Tiramisu”, vincolare i controlli di routine e straordinari alla stessa impresa altoatesina, la più adatta a metterci mano, avendolo realizzato sul finire del secolo scorso.
A margine dell’articolo ospitiamo volentieri l’intervento dell’avvocato Andrea DA PRATO, difensore dell’ingegnere sottoposto a fermo.
“In qualità di avvocato difensore dell’ingegner Enrico PEROCCHIO, fermato questa notte per il tragico incidente della funivia Stresa-Mottarone, preciso che, allo stato attuale, il Direttore d’esercizio dell’impianto non è ancora stato sentito dall’Autorità giudiziaria, né ha rilasciato alcuna dichiarazione.
Perocchio è un ingegnere scrupolosissimo – ha ribadito il suo legale – vive a Biella e svolge la funzione di Direttore d’esercizio dell’impianto Stresa-Mottarone, come di altri impianti, in qualità di libero professionista; e non in qualità di dipendente Leitner.
PEROCCHIO ha ricostruito i vari interventi degli ultimi mesi e non si capacita della rottura del cavo, anche alla luce dei verbali delle società che hanno effettuato i controlli dei cavi, sempre con esito positivo – ha proseguito l’avvocato.
La staffa sul freno di emergenza (il cosiddetto forchettone, Ndr) «è una tecnica prevista per determinate operazioni, ma ovviamente mai in presenza di esercizio con avventori – ha ribadito il legale.
DA PRATO, ha affermato il difensore, ha raccontato di un PEROCCHIO “convocato dai Carabinieri come persona informata sui fatti. L’ingegnere ha raggiunto la caserma di Stresa intorno a mezzanotte di ieri, martedì 25 maggio.
Il professionista non è stato sentito da nessuno: almeno fino alle 3 di oggi, quando gli è stato notificato il fermo.
Qualcuno si assumerà la responsabilità per quanto dichiarato agli inquirenti, ha aggiunto DA PRATO che definisce «sorprendente» il fermo del suo assistito.
Mi chiedo come il fermo giuidiziario possa trovare giustificazione col pericolo di fuga, visto che l’uomo aveva chiesto di essere sentito come persona informata sui fatti…”.
Massimo Pietroselli