UN ANNO TONDO AL VOTO COMUNALE
E LATINI TRACCIA LA STRADA:
“LA PARTITA VA CHIUSA AL PRIMO TURNO”

UN ANNO TONDO AL VOTO COMUNALE E LATINI TRACCIA LA STRADA: “LA PARTITA VA CHIUSA AL PRIMO TURNO”

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UN ANNO TONDO AL VOTO COMUNALE
E LATINI TRACCIA LA STRADA:
“LA PARTITA VA CHIUSA AL PRIMO TURNO”


“La campagna elettorale del ‘14 serva di insegnamento: la partita si vince al 50%+1”

 


ELEZIONI AMMINISTRATIVE 26 MAGGIO 2019: VOTA IL CANDIDATO A TE PIÙ VICINO

  • Dino LATINI (Liste civiche) (29%, 292 Votes)
  • Simone PUGNALONI (Partito Democratico + Movimenti di Sinistra) (25%, 247 Votes)
  • David MONTICELLI (Movimento 5 Stelle) (14%, 144 Votes)
  • Alberto Maria ALESSANDRINI PASSARINI (Lega) (13%, 130 Votes)
  • Achille GINNETTI (Lista civica) (10%, 103 Votes)
  • Maria Grazia MARIANI (Difendiamo Osimo + Fratelli d'Italia + Casa Pound) (4%, 43 Votes)
  • Fabio PASQUINELLI (Estrema sinistra) (4%, 43 Votes)

Total Voters: 1.002

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26 maggio 2018-26 maggio 2019: un anno esatto, dodici mesi, 52 settimane, 365 giorni o – per i più febbrili – 8.760 ore alle elezioni per il rinnovo dell’Amministrazione Pugnaloni.

Ad un anno esatto dall’appuntamento, già attesi i primi quattro, in primis, dalle Liste civiche per prendersi una rivincita sul bruciante verdetto 2014 (+3.000 al primo turno e -2 al ballottaggio), proviamo a fare le carte alla politica osimana cercando di coglierne il posizionamento attuale se le elezioni, invece che il 26 maggio 2019, fossero in programma per domani mattina.

Iniziamo dai partiti, movimenti, sigle e cartelli a Sinistra del Pd che potrebbero convergere unitariamente sul nome di Argentina SEVERINI, fresca reduce dall’esperimento non esaltante alle Politiche.

Bocciata la ricandidatura bis di PASQUINELLI – vissuta dall’elettorato di settore come un “traditore a giorni alterni” dopo l’ininfluente strappo politico (da un Pugnaloni prima apparentato e poi diseredato facendo attenzione a non fare danni) – chiunque altri dovesse a sorpresa rappresentare quel magna in perenne discussione, nessuno comunque pare accreditato di riuscire ad oltrepassare quota 1.000 voti.

E veniamo al PD o meglio a Pugnaloni visto che il Partito Democratico, in città, non è mai numericamente esistito, inferiore per iscritti persino a quasi tutti i condomini della città.

Pugnaloni, al quale non è mai entrato in testa di aver governato una città di 35.000 abitanti grazie ad una serie irripetibile di circostanze favorevoli (quel che si dice vincere la lotteria senza neanche aver acquistato il biglietto), dovrebbe trovarsi a pagare dazio, tutto insieme, sia delle proprie colpe (numerose e a scelta) che delle numerose, a livello provinciale, regionale, nazionale ed europeo, targate Pd.

Insomma un bagno di sangue, politico, è quanto attende al varco la mala politica pugnaloniana dei soli e ripetuti riannunci, tutta basata su clientelismo spinto, capacità di assorbire e metabolizzare qualsiasi critica e faccia tosta esportabile a livelli industriali. Non il Male assoluto della politica nostrana (la cui palma difficilmente verrà strappata a Niccoli) ma un secondo posto in splendida solitudine, nel novero dei Peggiori, appare da tempo acquisito nella classifica degli osimani.

Chiusura e svendita di ospedale e Astea energia, solo per restare ai disastri destinati ai libri di Storia cittadina, sono esempi la cui sola portata, metà della metà, sarebbero bastati ampiamente per consigliare una dignitosa rinuncia alla difesa della poltrona.

Non bastassero le proprie abbondanti colpe, a condannare ad una brutta figura Pugnaloni ci si mette anche il Partito. Il 26 maggio 2014, come è noto, si votò, oltre che per il Comune, anche per il rinnovo delle Europee che coincise con il famoso exploit e consenso a Renzi.

In 8.254 osimani votarono per il rottamatore fiorentino giunto al massimo storico del consenso; 8.254 osimani che nel segreto della cabina si dimezzeranno già pochi secondi dopo per votare il Sindaco: 8.254:2 = 4.127 più Pugnaloni, moglie e papà = 4.130 consensi.

Il Consiglieri Antonio Scarponi con il candidato Dino Latini

Considerando che il PD del 2019 si presenterà alle urne come il più debole della propria storia e che il 4 marzo scorso, dopo la debacle referendaria di un altro 4 dicembre, venne scelto da appena 3.941 osimani, ecco che alle Comunali il responso drammaticamente atteso non supererebbe quota 3.941:2 = 1.971 + il voto di Pugnaloni, first Lady e papà per un misera quota di 1.974 valevole circa il 10% dei voti. A cui sommare il voto per qualche centinaio di posti di lavoro “mirati” e il bonus di 26 voti dato dal Giro d’Italia: 1.974 + 300 = 2.274 voti + 26 = 2.300 preferenze ad un inutile consenso del 12%-13%.

Liquidato il PDT di Ginnetti, più conosciuto come partito dei Traditori, con la certezza che, al super ultimo – tratte tutte le somme, qualcuno dovrà andare a dire a Ginnetti che non è il caso di esporsi a brutte figure, non gratuite – Ginnetti e soci faranno clamorosamente dietro front cavandosola con la battuta “ci avevate creduto?”

E veniamo allo scoglio più importante per il ritorno in sella di Latini. Il Movimento 5 Stelle conquistò alle Europee 5.125 (ridotti il giorno stesso in 3.461) ed ha appena fatto il pieno alle Politiche con 7.920 voti che, sull’onda dell’effetto luna di miele per il Governo verde-giallo che dovrebbe crearsi, dovrebbe resistere anche il prossimo anno tra una forbice considerevole di 5.000/6.000 gradimenti nell’urna.

Attenzione: una cosa potrebbe essere 5.000 e altra 6.000 voti. Se infatti, seppur in extremis, la forchetta grillina dovesse propendere più verso quota 6.000, ecco che il ricorso ad un nuovo ballottaggio apparirebbe inevitabile.

Tanto più inevitabile, il ballottaggio, se la bomba ad orologeria a nome Mariani sarà innescata a dispetto da Fratelli d’Italia, come pare e nonostante gli accordi di desistenza con il Centro-Destra regionale, quale scheggia impazzita o – se piace di più – residuo di fuoco amico 2014.

La partecipazione autonoma della Mariani quale candidata a Sindaco di Fratelli d’Italia, a rubare consensi all’intero Centro-Destra (ammesso questa area si possa ancora considerare tale tra un anno) porterebbe automaticamente all’effetto, con circa 1.000 voti in appoggio all’operazione, di rinviare l’esito delle elezioni ad un incertissimo ballottaggio tra i Cinque Stelle e le Liste Civiche.

Obiettivo dichiarato di Dino Latini è infatti quello di giocarsi tutte le carte in vista del primo turno e superare di schianto quota 50% + 1.

Un risultato che è possibile cogliere a circa 10.000 voti, meglio 10.500, ovvero un numero di consensi non impossibile da mettere insieme ma pur sempre di tutto rispetto per politico che si ritroverà a correre per la carica di Sindaco per la 5 volta e con diversi “grandi elettori” incerti se schierarsi contrari o destinati come massimo a restare a guardare.

“Il prossimo anno – conferma un Latini pronto ad inaugurare la campagna elettorale sul territorio – non potremo prenderci i lussi di quattro anni fa e considerare già vinta una elezione arrivata solo a metà strada! Quella lezione cocente mi auguro sia stata di insegnamento per tutto il gruppo. L’obiettivo del 2019, se proprio vorremmo andare prima del tempo al mare, sarà quello di toccare quota 50%+1 la sera del 26 maggio senza fare sconti a nessuno”.

Insomma molti giochi, in vista del 26 maggio 2019, appaiono già fatti ed hanno virtualmente espresso il proprio verdetto.

Al petalo di margherita Mariani-si, Mariani-no e alla quantificazione del calo Cinque Stelle – importante o minimale? – appaiono legati gli ultimi dubbi circa l’esito ragionato del voto.

Risultato che cercheremo di anticipare, come sempre, analizzando la cronaca politica che da tempo ha lanciato la volata conclusiva.

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