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Dalla Rete l’ultima moda per minorenni sostanzialmente abbandonati dai genitori
USANO LE BRACCIA
COME UN PIANO PER SOFFRITTO!
GIOVANISSIMI SCEMI
SI TAGLIUZZANO LA PELLE…
Ben 4 casi, dai 12 ai 14 anni, segnalati alle famiglie dalla Giulio Cesare!
La nuova follia alla moda tra i giovanissimi scemi e abbandonati dal controllo dei genitori si chiama tagliuzzamento della pelle all’altezza degli avambracci… con tante belle ferite rosse da mostrare con orgoglio a scuola!
La mamma dei deficienti, come si sa, è sempre rimasta incinta in ogni epoca sfornando nella storia dell’Uomo pargoli sfigati di ogni genere di cui, alla prova dei fatti, alle rispettive famiglie, tocca vergognarsi per generazioni.
Specie nei paesi piccoli o piccolissimi dove tutti, sempre, sanno tutto di tutti… a volte ancor prima che il fattaccio accada!
Neanche costoro, sempre super informati, potevano però immaginare di leggere, proiettata su Osimo, la notizia di quattro deficienti, sparsi tra la II e III media della Giulio Cesare, sorpresi dagli insegnanti con le braccia tormentate dal coltello (abbiamo detto coltello e non stuzzicadenti) a ferire, tagliuzzare o incidere come se gli avambracci fossero stati utilizzati come piano di appoggio per un bel soffritto!
Il problema è in che questa nuova pazzia, ad uso e consumo delle menti più deboli in circolazione, non preveda cipolle e carote da sminuzzare ma mette in gioco la salute e in qualche caso la vita stessa di pargoli scemi ma ancora pargoli. ergo con qualche diritto in più di essere tutelati da mamma e papà che invece, genitori di simili campioni, non vedono, non sentono, non notano, non immaginano, non sono interessati ai tagliuzzamenti della carne della propria carne!
Possibile si possa scendere tanto in fondo nella “normale” Osimo dell’anno 2017? Possibile.
“Corriere Adriatico” di giovedì riportava esattamente la notizia di questi quattro studenti, ricompresi tra i 12 e i 14 anni, parlando di un “gioco agghiacciante” scoperto a scuola sulle braccia di una ragazzina ma già a conoscenza della mamma, più cretina della figlia, che anzichè portare la poveretta al pronto per essere medicata ha lasciato andare la “tagliuzzata” regolarmente in classe… come a far fare bella figura alla figlia!
«Mamma tranquilla, lo facciamo tutti in classe, è un gioco» – si sarebbe giustificata in questo modo la poveretta cercando di rassicurare la mamma.
Per fortuna la donna almeno l’allarme a scuola lo ha lanciato. Se le parole della ragazzina fossero state vere, in classe si sarebbero dovuto rintracciare altre/i poveretti concordi nella stessa assurda idea di farsi del male per provare una sorta di piacere masochista.
Scattato l’allarme, le parole della studentessa hanno trovato conferma in almeno un caso con le braccia di una compagna di classe segnati da tagli non profondi ma comunque evidenti e degni di una saturazione urgente. Proseguendo la ricognizione scolastica altri due casi di minore gravità si sono andati ad aggiungere ai due più gravi, stavolta con protagoniste menti maschili in procinto di essere deviate.
Quindi non solo ragazzine su cui far presa con la facile scusa di essere meno carine e attraenti delle altre o di essere più banalmente cicciotte, racchie o stupide, ovvero bersaglio preferito del branco in momenti di noia; stavolta ad essere coinvolti figurano anche maschietti adolescenti che oltre allo studio, a mamma e papà e a Cristiano Ronaldo dovrebbero iniziare a provare curiosità verso le proprie compagne di banco… altro che tagliuzzamenti dei polsi!
Una sfida al suicidio che viene dalla rete e il cui propagarsi è direttamente proporzionale, come in ogni caso con minori protagonisti, all’assenza di genitori di fatto assenti nella istruzione dei propri discendenti.
Il gioco, che volutamente traduciamo in volgare italiano per spoetizzare la maggioranza dei cretini portati a decuplicare il valore di qualsiasi cosa o gesto solo per il fatto di essere pronunciata in una lingua, inglese, incomprensibile ai più, è strettamente riservato a menti deboli e per di più abbandonate di fatto da qualsiasi sostegno familiare; diversamente è evidente che un sonore ceffone o pedata in culo di qualsiasi papà sarebbe più che bastevole per stroncare sul nascere qualsiasi mania di vincere la “gara”.
Gara che, attraverso un percorso di sottomissione, graduato in 50 prove di autolesionismo sempre più tremende, prevedo per la vincitrice l’arrivederci al cimitero tramite volo dal palazzo più alto della città (ad Osimo attenzione alla più classica Piazza Nuova), volo possibilmente filmato e postato sulla rete a eterno ricordo…
Roba da pazzia allo stato distillato. Ma pazzia da emulare. Ogni partecipante, in questo modo, si rende conto che “vincere” è un traguardo cretino ma alla portata… venendo stuzzicati fino al plagio finale in cui ci si autoconvince che battere la propria morte con almeno 80 anni di anticipo, cioè senza aver ancora provato la vita, è possibile!
Chiamate molti medici bravi; il lavoro non manca.