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Il meccanismo sembra essere del tutto legale; addirittura ineccepibile a prova di legge.
Insomma alla fine dellโinchiesta, parallela a quella degli orrori commessi allโinterno dellโappartamento jesino al 55 di via del Verziere dalla coppia diabolica FRANTELLIZZI & MOGIANESI, potrebbe perfettamente emergere che siโฆ le cose si fanno cosรฌโฆ che tutto รจ in regolaโฆ ogni legge rispettata alla virgola!
Sperando ovviamente di aver mal compreso e che qualcun altro, al di la dei protagonisti dei turpi episodi di cronaca nera, si ritrovi a dover render conto al popolo italiano del proprio comportamento burocratico, proviamo a ricapitolare quanto successo a Jesi.
Basta ed avanza un pรฒ di iniziativa e, conoscenza dei meccanismi per avvantaggiarsi e fare mercato persino della voce solidarietร e di qualsiasi volontariato, a cominciare da quello gratuito.
Per riuscirci, nel caso specifico, occorre un qualsiasi appartamento, le conoscenze professionali una ex assistente sociale in pensione e una rete di amicizie, presso tutori e amministratori di sostegno sparsi nel territorio e abilitati in Tribunale, a cui proporre vantaggiose soluzioni per i propri assistiti.
Cosa puรฒ esistere di meglio al mondo di una comunitร alloggio privata, animata oltretutto dal lavoro gratuito di tre volontari allergici al reddito?
Un autentico Paradiso in terra, un mondo del Mulino bianco dove tutti corrono e trascorrono il proprio tempo, ogni giorno, a cucinare, pulire, rendere piene e felice la giornata di ciascun ospite!
E questo nonostante i benefattori abbiano giร , rispettivamente, 86 e 78 anni, ovvero nel pieno di quella quarta etร nella quale, piรน realisticamente, la vita suggerisce a ciascuno di pensar bene alla propria giornata che preoccuparsi per il benessere altrui; oltretutto se, quello altrui, inficiato alla base da pesanti deficit psichiatriciโฆ
In ogni caso, fin qui, lโinchiesta potrebbe giungere a scoprire che nessuna legge รจ stata violata. E che occuparsi del prossimo, a 164 anni in due, potrebbe valere, al limite, una medaglia al valor civile in piรน da appuntarsi al pettoโฆ
E poco o nulla cambierebbe lo scenario anche il particolare dei costi gestionali da coprire (ogni ospite mangia, si veste, va curato ed ha, in teoria, esigenze normali e quotidiane da soddisfare) magari ricorrendo alle pensioni sociali, allโassegno di accompagnamento e alle ulteriori possibili entrate gestite, singolarmente, dai vari Amministratori di sostegno. Aspetto questo, ulteriore e finale, che lasciamo nelle more dellโinchiesta in corso; sempre che il giudice di merito vorrร arrivare a mettere in controluce e smascherare il meccanismo, senza accontentarsi di condannare e basta i soliti furbetti.
A pensarla grosso modo come OSIMO OGGI รจ anche lโassociazione denominata โTutela salute mentale per la Vallesinaโ, intervenuta a commento della vicenda.
โRiteniamo opportuno intervenire sulla vicenda dellโappartamento di via del Verziere, che ospitava disabili psichici anche gravi โ attacca lโassociazione – per esprimere innanzitutto piena solidarietร alle vittime degli abusi che stanno emergendo.
Nessuno ora cada dal pero, sarebbe insopportabile e indecoroso.
Le โanomalieโ di quellโappartamento erano note da tempo a tutte le parti in causa: amministratori di sostegno, sanitari, Forze dellโordine, magistratura!
Lโassociazione โTutela Salute Mentale per la Vallesinaโ aveva segnalato piรน volte agli Enti e alle autoritร competenti irregolaritร di tipo gestionale, accertate da ultimo anche dai Carabinieri del Nas, da noi chiamati in causa.
Ciรฒ che abbiamo appreso dai giornali riporta una situazione ancor piรน grave rispetto a quella che avevamo denunciato.
Il โvolontarioโ (Franco FRANTELLIZZI, NdR.) colto a cucinare in brache calate, รจ purtroppo lโorrenda punta dellโiceberg.
Che poi i volontari cucinano? Ma certo! Chi non gradirebbe a casa propria โ si chiede il comunicato – un aiuto simile?
Peccato che qui si stia parlando di una struttura realizzata dallโassociazione di volontariato gestita dai due arrestati (come si chiama la struttura, NdR.) e alimentata da invii di pazienti da parte del Servizio di salute mentale in base ad una โconvenzioneโ tra loro.
Da sempre โ osserva la nota – la malattia mentale รจ la โcenerentolaโ del Servizio sanitario pubblico: pazienti e famiglie vivono nellโisolamento il doppio dramma della malattia e lโumiliazione del ricatto fatto di silenzio.
Precipitare nel buco nero del disagio psichico รจ facilissimo, uscirne รจ impresa titanica.
I matti – chiamiamoli pure cosรฌ, ma con affetto โ sono quanto di piรน difficile esista da gestire; a meno che non li si imbottisca di psicofarmaci e via.
Se poi chi ne dovrebbe aver cura li rinchiude in โappartamenti in condivisioneโ gestiti, udite udite, da badanti, da โvolontariโ e da altri soggetti che si girano dallโaltra parte… beh, allora siamo alla follia… Non quella dei matti, bensรฌ quella criminogena dei presunti sani!
Non chiamiamo i soggetti coinvolti โvolontariโ โ esorta a pensare il comunicato dellโassociazione – perchรฉ i volontari veri sono ben altre persone.
Attendiamo fiduciosi che la magistratura voglia, almeno questa volta, approfondire tutti i risvolti della vicenda; sin dallโiniziale avvio della struttura.
Avvio sul quale la nostra associazione aveva acceso un faro da subito, nel lontano 2018, con invio massiccio di lettere, esposti e segnalazioni che non hanno avuto la dovuta, meritevole, attenzioneโ.
Circa lโinchiesta in corso Franco FRANTELLIZZI, assistito dallโavvocato Alessia BARCAGLIONI di Jesi, ha risposto alle prime domande poste dal giudice negando perรฒ ogni addebito e persino lโevidenza delle immagini.
Per lui lโaccusa parla di almeno quattro donne โinfastiditeโ sessualmente da almeno due anni a questa parte, ovvero dalle attuali ex ospiti dellโappartamento. Gli episodi, basati sulla testimonianza delle quattro inferme, parlano di una presenza dellโuomo come cuoco particolare, ovvero a pantaloni abbassati o nudo sotto la doccia insieme alle assistite volontariamente e gratuitamente da FRANTELLIZZI.
Episodi che potrebbero lasciare il tempo trovato in sede processuale in quanto non avvalorate da immagini e testimonianze ulteriori come lโultimo, portato a galla dalla Squadra Mobile intervenuta ad interrompere una fellatio avviata da una 65enne.
A maggior ragione la difficoltร di ricostruire con esattezza quanto accaduto in via del Verziere, 55 si avrร andando indietro nel tempo, fino al 2018, anno di avvio dellโesperienza di convivenza, con un numero di persone passate per la casa-famiglia fino a nove.
Piรน leggera, al momento, la posizione della moglie Dina MOGIANESI accusata, con certezza, dellโepisodio finale costato ad una poveretta da punire, parte del lobo di un orecchio!
Per la donna, ai domiciliari con il marito presso la propria abitazione di via dei Monti Sibillini, il capo di imputazione รจ di maltrattamenti aggravati.
Solo indagata, a piede libero, la terza componente la famiglia, ovvero la figlia Michela FRANTELLIZZI anche lei operante nellโappartamento di via del Verziere con lo stesso status vantato dal padre e dalla madre, vale a dire volontaria e gratuita.