SCIENTIFICO, SI AI LABORATORI, FINE DELL’INSEGNAMENTO A DISTANZA
GENITORI PREOCCUPATI, MOLTI NON MANDERANNO RAGAZZI A SCUOLA

SCIENTIFICO, SI AI LABORATORI, FINE DELL’INSEGNAMENTO A DISTANZA GENITORI PREOCCUPATI, MOLTI NON MANDERANNO RAGAZZI A SCUOLA

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Discutibile iniziativa della responsabile del liceo Campana che dimentica l’obbligo scolastico e avalla la facoltà dei genitori di sottoscrivere l’assenza dei propri figli. Ignorata inoltre dalla Brandoni la norma regionale che impone una presenza massima del 25%, per tacere del dopo laboratorio col previsto rientro in classe!


Aggirato al liceo Campana il DPCM no scuola. Grazie alla scappatoia dei cosiddetti “laboratori”, le lezioni cosiddette “in presenza” risultano, di fatto, quantomeno in procinto di essere parzialmente ripristinate. Fin dalla prossima settimana.
O almeno così sembrerebbe a diversi genitori, giustamente preoccupati del ritorno in classe dei propri figli in tempo di massima diffusione del virus.
Difficile saperne di più dalla dirigente scolastica Milena BRANDONI, firmataria del provvedimento 107 datato 10 novembre con tanto di nota chiarimenti, dirigente scolastico costantemente ed anche oggi indisponibile con la stampa.
Cosa starebbe accadendo allo Scientifico, in barba al Decreto del Presidente del Consiglio CONTE? Abbiamo provato a ricostruire la vicenda ascoltando, in mancanza della diretta interessata BRANDONI, il massimo dirigente scolastico regionale Marco Ugo FILISETTI.

La neo responsabile dell’Istituto Milena BRANDONI, nominata appena a marzo

Accade, in pratica, che la dirigente – responsabile da settembre, tra gli altri, delle sorti del liceo Scientifico – ha autorizzato, come da DPCM , l’avvio dello studio scolastico dei cosiddetti “laboratori” che, per lo Scientifico, equivalgono alle materie di Chimica, Fisica ed Informatica.
Studio in laboratorio i cui effetti pratici difficilmente possono essere sostituiti con dell’insegnamento a distanza; e giusto per questo autorizzato dal Decreto presidenziale dei Ministri varato il 3 novembre.
Senonchè, come la legge consente, a stretto giro di posta è intervenuto in materia il nuovo Presidente della Regione Marche ACQUAROLI ad inasprire vieppiù le norme nazionali: si allo studio in presenza nei laboratori degli istituti secondari ma vincolato ad un affollamento massimo del 25%; in pratica ogni 4 studenti ben 3, per motivi precauzionali, resteranno esclusi dalla didattica in presenza.
Resteranno o dovrebbero restare perchè della richiamata soglia del 25% voluta da ACQUAROLI non c’è traccia alcuna nei chiarimenti alle note operative, in tema di didattica, appena varate dalla BRANDONI.
Ma c’è di più. Lo stesso documento – clicca qui – spiega in maniera sibillina cosa altro potrebbe accadere fin dalla prossima settimana. In pratica, citiamo testualmente, i restanti docenti del Liceo, non interessati alla chiamata in laboratorio ma presenti a scuola perchè l’orario di lezione risulta essere concomitante, ovvero con materia di insegnamento prevista lo stesso giorno di laboratorio, potranno completare la mattinata “svolgendo normale attività didattica” con la sola prescrizione di fare attenzione a non somministrare agli studenti verifiche scritte o orali! Vale a dire non sottoporre i ragazzi liceali ad interrogazioni e giudizi.

L’ingresso del liceo scientifico CAMPANA al centro di nuove polemiche

Possibile. Non possibile? Il massimo Dirigente scolastico regionale, invitando a non spaccare il capello in quattro in tempi particolari come quelli che stiamo attraversando, si rifà ovviamente al documento sottoscritto dalla BRANDONI, sperando non debbano sopraggiungere contro indicazioni da quanto disposto al Campana già per la settimana prossima.
Almeno tre, però, le possibili osservazioni. Detto che non si comprende per quale motivo i ragazzi presenti in istituto solo perchè l’attività in laboratorio mal si concilia con l’insegnamento a distanza fuori… dal laboratorio, debbano ulteriormente restare a scuola (e soprattutto continuare rischiare il contagio da Covid) per seguire la normale didattica in persona. Oltretutto, questa si, norma espressamente vietata.
In secondo, nei chiarimenti – alla circolare interna 107 del Campana pubblicata ieri sul sito dell’Istituto – comunicati a tutti gli studenti dalla Direttrice BRANDONI, non figura alcun riferimento alla norma regionale che appesantisce il DPCM fissando la presenza massima degli studenti nei laboratori al 25%. Chi sceglierà, in una classe di 24 studenti, i 6 ammessi al laboratorio? O la BRANDONI intende piuttosto concedere alla totalità delle classi l’ingresso fisico a scuola?
Terzo e non ultimo aspetto, sottolineato in rosso dallo stesso FILISETTI, l’allestimento e l’offerta dei laboratori, nella scuola secondaria italiana, non rappresenta una semplice “opportunità” offerta liberamente dalla scuola, ma piuttosto un preciso obbligo; tanto è vero che da questa offerta deriva per gli studenti la necessità di prendere parte ai corsi.
Nella circolare più volte richiamata si può invece leggere quanto segue: “Permettere ai propri figli di cogliere o meno questa occasione è un compito delegato alla famiglia; la responsabilità genitoriale e quindi la libertà di esercitare in pieno la patria potestà, sono diritti che devono essere sempre tutelati.
Saranno perciò garantiti il diritto allo studio e l’insegnamento a distanza agli studenti che, per varie motivazioni, non potranno frequentare o decideranno di non partecipare alle lezioni in presenza”.
Un’affermazione, cerchiata in rosso dal funzionario regionale FILISETTI, in quanto agli studenti non è notoriamente concessa facoltà di scelta, costituendo la partecipazione ai laboratori un preciso obbligo scolastico.
Insomma un bel pataracchio di interpretazioni, norme regionali, protagonismo, decreti governativi, virus e buon senso con quest’ultimo elemento presente, parrebbe, in maniera poco percettibile.
E ora che si fa? Nel silenzio perdurante della BRANDONI che ognuno si regoli a modo proprio, sperando di imbroccare la giusta scelta. Meglio ancora, però, sperare in quella più fortunata.
Ottenere un bel voto e limitarsi a centrare solo la cosa giusta da fare (ma al contempo esporsi al contagio, con tanto di virus da allargare in casa a genitori, zii e nonni) stavolta non potrà bastare.

Massimo Pietroselli


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