Messo a nudo dalla Mariani (Difendi Osimo) il comportamento dell’amministratore Pd, a rischio di incompatibilità. Insieme a 18 privati cittadini, non riuniti in associazione, scoperta anche l’adesione del membro ai Lavori pubblici. L’inconciliabilità, se non rimossa, apre la porta alla revoca della delega per l’utilità a conflitto
Da Consigliere comunale autorizzò implicitamente la GREEN FARM ad avviare, a Villa San Paterniano (via Coppa), un impianto a biogas per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si era nel 2012… da Assessore, 9 anni dopo, ha sottoscritto avanti al Tar l’esatto contrario: insieme ad altri 18 cittadini, c’è infatti anche la firma di Flavio CARDINALI sul documento in cui si chiede al Tribunale amministrativo, sostanzialmente, di annullare quanto deliberato dal Comune nel lontano 2012!
Ma c’è di più. Essendo l’atto del Comune di Osimo datato giusto appunto 20 aprile 2012 ma nel frattempo, per quasi un decennio, rimasto bloccato per procedimenti giudiziari e amministrativi di ogni tipo in capo all’azienda (beghe risoltisi soltanto nello scorso autunno), CARDINALI ha avuto tutto il tempo di far carriera politica; da anonimo Consigliere di minoranza in quota Pd ad “altrettanto anonimo”, ma stalvolta Assessore, nella prima e nella seconda Amministrazione PUGNALONI in carica.
Purtroppo, in questi atti, la doppia firma di Flavio CARDINALI, ora a favore della centrale a biogas e allo stesso tempo fermamente contraria (!) c’è sempre stata… sia, all’epoca, tecnicamente, da Consigliere comunale di minoranza Pd… che attualmente come Assessore ai Lavori pubblici (le malingue dicono “sulla carta”), sempre in quota Partito democratico.
E’ evidente anche a chi mastica poco di pubblica amministrazione come i due diversi comportamenti di CARDINALI, oltre ad essere in grave contraddizione, non possono stare insieme: o si rema dalla parte pubblica o si sceglie di restare iscritti alla più vasta platea privata. L’uno e l’altro ruolo non è detenibile nello stesso momento, pena richiesta di decadenza dalla nomina pubblica.
Proviamo a spiegare l’intricata vicenda per sommi capi, partendo proprio dalla fine, ovvero da questi ultimi mesi. Risolta la vicenda penale, la GREEN FARM di Guido LEOPARDI DITTAIUTI ha alfine richiesto alla Regione Marche conferma della validità dell’iter burocratico amministrativo presentato, allo scopo di poter finalmente avviare l’attività.
E in effetti il 17 febbraio scorso, con Decreto a firma Massimo SBRISCIA, Dirigente regionale competente alle fonti energetiche (determina contenente nota favorevole del dipartimento del Territorio del Comune di Osimo), tutte le carte sono risultate in regola per la ripresa dell’attività di conversione in energia.
Tutte meno una! Vedi un secondo ricorso al Tribunale amministrativo (dopo l’opposizione già sottoscritta nel 2012 rigettata dal Tar ma poi approvata dal Consiglio di Stato) che un nucleo di 19 singoli cittadini, non riuniti in comitato, hanno sottoscritto il 26 maggio, a tempo di record, contro il citato via libera regionale.
Trattasi grosso modo delle stesse persone del 2012, ad iniziare proprio da Flavio CARDINALI (59 anni, diploma di terza media, Consigliere all’epoca e Assessore oggi), seguito dall’immancabile Franco CAPOMAGI, Alessandro BABINO, Sabrina GARILLI, Maurizio GENERI, Giovanni IBBA, Maria Grazia GIULIODORI, Delvasio LAMPA, Giovanni MARCELLI, Fabio MEZZELANI, Claudio NOTTI, Delio PERGOLESI, Tito PICOTTI, Monica POIANI, Lucia RE, Massimo RICCI, Francesco SANO’, Ilaria SILVESTRINI e Giorgio VALENTE, tutte curate a livello legale dall’avvocato Discepolo di Ancona.
Per la cronaca il Tar, dopo aver negato ai ricorrenti la sospensione dell’atto regionale (tanto che l’altro giorni la Green Farm dovrebbe aver ripreso l’attività sospesa), ha fissato a breve l’udienza di merito, provvedendo la trattazione di merito per l’imminente 15 settembre.
Della posizione duale dell’Assessore CARDINALI (scelta di campo aggravata, se possibile, per il fatto di risiedere in zona rispetto alla centrale biogas) non si sarebbe probabilmente parlato se Maria Grazia MARIANI, ex candidata a Sindaco di “Proteggi Osimo”, documenti alla mano non si fosse soffermata a scorrere il lungo elenco dei 19 firmatari, negli atti denominati per brevità solo come Franco CAPOMAGI e altri.
Non essendo rappresentato in Consiglio comunale, la lista civica di Destra affida così la denuncia alla stampa e soprattutto al senso civico, prima ancora che alla volontà politica, dell’Amministrazione PUGNALONI.
“L’articolo 47 del Decreto 267/2000 – ha chiarito la MARIANI – stabilisce che anche gli Assessori devono possedere gli stessi requisiti di compatibilità previsti per i Consiglieri comunali.
Inoltre anche per l’Assessore CARDINALI si applica l’articolo 63 che stabilisce come non possa ricoprire la carica di Sindaco, Presidente della Provincia o Consigliere comunale (e quindi anche di Assessore) coloro che hanno liti pendenti, in quanto parte di un procedimento amministrativo, con l’Ente di cui sono anche amministratori!
Stando così le cose il Sindaco, preso atto della libera firma al ricorso apposta dal cittadino residente Flavio CARDINALI dovrebbe immediatamente revocare a CARDINALI Flavio la delega di Assessore.
E’ perfettamente pacifico – ha chiosato la combattiva Maria Grazia MARIANI – come CARDINALI abbia tutto il diritto di tutelare i propri interessi di cittadino… tranne però quando sono in chiaro conflitto con l’incarico di Assessore: dunque CARDINALI dovrà semplicemente scegliere cosa fare. O magari a pensarci sarà direttamente il Sindaco PUGNALONI… ma forse, visti i precedenti, sarà bene non farsi troppe illusioni.
A stabilire la linea di comportamento – ha concluso la MARIANI a nome di Difendi Osimo – è da tempo il Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) che qualsiasi funzionario comunale (vedi la nuova attività di PUGNALONI presso il Comune di SAN MARCELLO, NdR.) dovrebbe conoscere a memoria!
Si tratta appena dell’Abc; ma ormai è noto: il Pd applica le regole a suo piacimento. Basti pensare alla questione dell’ineleggibilità di Massimo LUNA per il quale ci sono voluti più di due anni e varie sentenze! Anche in quel caso noi di Difendi Osimo l’avevamo sollevata per primi… ma poi ci sono voluti due gradi di giudizio per far capire ai Democratici che stavano sbagliando. Dobbiamo ancora ricorrere alla giustizia?”
Da parte sua l’Assessore Flavio CARDINALI, come previsto, a lasciare la nomina o a ritirare la firma non ci pensa nemmeno. Sentito a riguardo da altri colleghi l’Assessore ai Lavori Pubblici si è limitato a far osservare come, a proprio dire, non ci sia nulla di incompatibile tra le due posizioni. Evitando però di evidenziare perchè quale ragione non ci sia nulla da cancellare.
“L’Amministrazione comunale di cui faccio parte non ha emanato alcun atto…” – ha sottolineato il politico di San Paterniano, nella vita già elettricista e attualmente venditore di materiale elettrico – dimenticando però di raccontare di aver preso parte, doppiamente, anche al voto del 2012; e di aver riconfermato anche il 26 maggio la firma che chiama in causa l’atto della Regione… ma anche quanto prodotto nel tempo dal Comune di Osimo.
Stessa linea di pensiero anche per PUGNALONI il quale, prendendo campo a favore di CARDINALI, ha sottolineato CARDINALI quale “persona seria e affidabile”. Di questo passo il Sindaco ritiene, analizzando la forma, che le firme si rifacciano ad un non meglio precisato comitato (affermazione che non risulta rispondere a verità) e soprattutto – entrando nel merito – che il ricorso dei 19 firmatari, tra cui il suo Assessore, inquadri nel mirino la sola Regione Marche.
Errore grave! A scanso di equivoci riproduciamo qui sotto il frontespizio originale redatto dal Tar in cui il Comune di Osimo compare come il primo dei soggetti ulteriori chiamati in causa!
Il ricorso al Tar mette nel mirino, nell’ordine, la Regione Marche, l’azienda agraria Green Farm di Guido LEOPARDI DITTAJUTI, il Comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato, la Sopritendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, l’Ispettorato Marche-Umbria del Ministero dello Sviluppo economico e, non costituiti in giudizio, il Comune di Osimo, la provincia di Ancona, il dipartimento provinciale dell’Agenzia regionale protezione ambiente, la Dea SpA, l’Area vasta 2 dell’azienda sanitaria unica regionale, l’Ispettorato Ambiente e salute, la direzione interregionale Emilia Romagna-Marche del Ministero dello Sviluppo economico, la sezione Tributi dell’ufficio delle Dogane di Ancona e il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Ancona.
Per la cronaca il “gruppo dei 19”, tra il ricorso al Tar del 2012 e l’attuale, è mutato in due componenti: sono usciti Tiziana PICCIRILLI e Fedriano ROSSI sostituiti da Tito PICOTTI e Alessandro BABINO.
E ora parola alla politica.