Numeri irriverenti a confronto.
Iscritti osimani al Partito democratico di cittadino: 118
Partecipanti alla cena di beneficenza del comitato di aiuto pro Osimo, vicino alle liste civiche: 429 circa
Votanti domenica mattina per eleggere rappresentanti in vista del prossimo congresso nazionale Pd: 76
Mangianti sabato sera al salone della Misericordia: attorno ai 350
Hanno ottenuto voti: Renzi 61, Orlando 13 ed Emiliano 2
Hanno ottenuto gradimento: Orecchiette con asparagi 327, maialino al forno 276 e risotto al radicchio 254.
Ci fermeremmo qui. Inutile porsi la domanda a cui gli osimani intellettualmente onesti, fatti salvi gli elettori del Pd, si sono già posti: come è possibile amministrare al meglio una città di 35.000 abitanti quando un solo osimano su 300 condivide, in maniera attiva, la linea del partito di governo cittadino?
Certamente non è cosa semplice. Le disavventure colte in serie negli ultimissimi tempi dalla Pugnaloni-band, dal suo segretario Canapa e dalla mente grigia Andreoni stanno li a testimoniare come il Pd, nelle scelte importanti riguardanti tanto presente e una fetta di futuro di questa città, è lasciato terribilmente solo dalla gente.
Non uno che si alzi per suggerire un comportamento, un atteggiamento, una tattica, una soluzione alternativa al solito procedere a testa bassa, prima operando e dopo pensando alle conseguenze.
Negli anni ruggenti della vecchia Dc osimana, con tutti i difetti e le colpe, alcune gravi che un partito di queste dimensioni si è inevitabilmente fatto carico in mezzo secolo di maggioranze assolute, 118 iscritti potevano essere i partecipanti ai lavori di San Paterniano! Per tacere di Campocavallo, praticamente comune a se, e comunque dell’intero territorio comunale a marchio biancofiore.
Nessuno chiede al Pd miracoli o imputa ai democratici numeri che la politica 2.0 non potrà più raggiungere, quanto meno nelle forme e nel consenso del passato.
Più modestamente è legittimo chiedere ai 118 tesserati di accettare l’idea di costituire una piccola minoranza in città, forse neanche seconda, e di muoversi in conseguenza.
L’arroganza di chi, condannato dai numeri, si fa beffe della democrazia fino all’ultimo, non ha mai prodotto risultati positivi. E Osimo necessita di voltare pagina.