Rinvenuto in Comune un tesoretto di 300.000 euro accantonato nel 2004 dall’allora Sindaco
SENTENZA OSPEDALE,
LATINI SALVA PUGNALONI!
La somma, di cui non si ricordava la disponibilità, a disposizione per eventuali sentenze
Trovati 300.000 euro in Comune! Erano stati accantonati nel lontano 2004 dall’allora Amministrazione Latini in previsione di possibili utilizzi giudiziari legati alla contesa del mancato ospedale.
Come dire: Napoleone aveva visto giusto nello scegliere come principali collaboratori i generali fortunati piuttosto che quelli bravi.
Detto che il generale Pugnaloni, per quanto combinato in tre anni, non riesce proprio a meritare una pagella da bravo, riteniamo che come fortunato avrebbe potuto fare la sua bella carriera all’ombra dell’imperatore francese.
Capita infatti che la somma di 311.000 euro circa – a cui la Corte di Appello ha recentemente condannato il Comune di Osimo a rifondere il danno patito dalle imprese appaltanti il cantiere di San Sabino Marinelli e Campanelli – sia da tempo a disposizione, completamente dimenticata ma disponibile, addirittura in quantità necessaria a coprire l’intero buco extra bilancio quasi per intero!
Se non è fortuna questa non sappiamo cos’altro debba capitare per parlare apertamente della grossa mano offerta dalla Dea bendata alla povera Osimo, bastonata e scornacchiata più volte in tema ospedale.
Intendiamoci bene. Il fatto che Latini, preoccupandosi per il futuro con grande anticipo, abbia saggiamente risparmiato una cifretta che oggi torna assai utile a… Pugnaloni, non è che agli osimani cambi molto i termini del discorso.
Sempre soldi usciti dalle tasche di tutti sono; solo che un conto è averlo giù fatto e ben altro è farlo ora.
A questo proposito reputiamo molto interessante quantificare, molto ad occhio, quanti milioni di euro i cittadini hanno fin qui pagato per avere in cambio la foto ricordo, in bianco e nero, dell’allora Ministro alla Sanità Rosi Bindi che il 13 dicembre 1998 pone la prima, unica ed ultima pietra!
Iniziamo con l’acquisizione dell’area costata 450.000 euro, proseguiamo con il pagamento del primo semestre dei lavori nel cantiere per circa un milione e mezzo, aggiungiamo i 311.000 della condanna pro imprese, vogliamo poi aggiungere almeno un milioncino, in quasi trent’anni, tra pareri legali, parcelle di avvocati, opinioni varie, tecnici di ogni livello chiamati tutti a portare il proprio contributo di idee? Difficilmente, sommando una da una le varie notule, scopriremo che un solo milione possa essere sufficiente ad accontentare il lavoro di ciascun protagonista. Siamo così giunti ad oltrepassare pericolosamente la soglia dei 3 milioni, forse addirittura 4!
Senza quantificare un solo centesimo il tempo speso, i quintali di carta, le polemiche politiche lontane dallo spegnersi, la pazienza servita, le speranze deluse, le figure del cavolo rimediate dalla città e dal politico di turno in ogni angolo istituzionale, le beffarde prese in giro di cui – da 30 anni – la Regione si nutre ogni qual volta, ospedale o meno, la città diviene protagonista di un progetto, una iniziativa, una proposta a largo raggio.
Insomma una operazione largamente a perdere, quella iniziata sul finire degli anni ‘80 dall’allora Assessore regionale alla Sanità Paolo Polenta, inutilmente capace di portare ad Osimo i soldi del Ministro Donat Cattin.
Tornando alla sentenza di Appello, sezione civile, che ha ribaltato il verdetto di assoluzione in primo grado, c’è da rimarcare come ad Osimo, pur condannata, sia andata doppiamente bene.
A parte la somma accantonata dal Sindaco Latini nel 2004, occorre sapere che la somma richiesta dal duo di imprese Marinelli-Campanelli era dieci volte superiore all’importo accordato dai giudici e che agevolmente l’associazione temporanea Marinelli-Campanelli avrebbe ottenuto almeno il doppio di quanto decretato se la Corte di Appello non avesse penalizzato, in sentenza, il ritardo con cui la ati ha riconsegnato al Comune l’area del cantiere.
Insomma un colpo al cerchio e uno alla botte, la prassi adottata dai giudici di Appello. Ad altri giudici, molto probabilmente in Cassazione, spetterà ora la parola fine.
Cassazione a cui il Comune potrebbe appellarsi se il Consiglio comunale di venerdì, nel prendere atto della doppia novità, danno da rifondere e soldi già disponibili, deciderà -come tutto lascia intendere – di allungare il conto delle spese legali e di arrivare a toccare quota più 4 milioni che 3… in cambio di nulla!
Unico crono programma che nell’ultimo ventennio non ha fallito un colpo, segnando giorno dopo giorno la qualità di vita degli osimani e dell’intero comprensorio a sud di Ancona… quello della Regione Marche.
A 19 anni dall’avvenuta apertura del cantiere, se le cose fossero magicamente andate come avrebbero potuto e dovuto, l’ospedale di Rete sarebbe oggi una splendida realtà e il vecchio S.S. Benvenuto e Rocco avviato alla pensione, se non già riconvertito.
Ecco diciamo che con il vecchio ospedale, a differenza del nuovo, tutte le promesse fatte agli osimani sono state rispettate! Governatori, Assessori regionali e Sindaci ci avevano garantito in coro che la struttura sarebbe stata presto chiusa.
In effetti presto lo sarà… peccato che al suo posto i cittadini non avranno molto se non il ricordo di voti richiesti e dati, promesse ad effetto, polemiche interminabili e soprattutto quel retrogusto insopportabile, tutto particolare, tipico di chi è stato ampiamente fregato dalla politica.