MORTE & DENARO, RITROVATO IN CASA
IL TESORETTO ACCUMULATO DA LUIGIA!
Per fare spesa la figlia Stefania ha buttato per aria casa fino a ritrovare i risparmi della madre. Soldi per decine di migliaia di euro mescolati qua e la, tra cartacce e rifiuti!
Banconote di tutti i tagli, custodite alla rinfusa e gettate con cartacce di ogni tipo, per un ammontare di diverse decine di migliaia di euro!
E’ quanto nel rientrare nell’abitazione di via Recanati 6 – teatro della tragedia di Luigia Peruzzini e del trauma lungo un mese vissuto dalla figlia Stefania – gli agenti preposti ad archiviare il caso hanno rinvenuto stamani ad un controllo più approfondito dell’appartamento.
La cifra esatta dell’ammontare in contanti risparmiati dall’anziana non è ancora stata contabilizzata al centesimo (vista anche la possibilità, a questo punto, che l’abitazione possa riservare altre possibili sorprese) ma come detto si parla apertamente di alcune decine di migliaia di euro.
A colpire, a parte l’importo di una certa consistenza, segno di risparmi consistenti e a lungo nel tempo, dati dalla sola pensione dell’anziana e da un possibile riconoscimento dell’infermità della figlia Stefania, è il gran caos regnante in casa; disordine a cui i soldi non sono scampati. Anzi!
Banconote da 100 e 50 euro, assieme a tante di taglio più piccolo, sono state scoperte mescolate alle cartacce da buttare, sparpagliate in giro per la casa, come se alla morte della madre, la figlia, probabilmente per uscire ad acquistare da mangiare, abbia buttato la casa a soqquadro cercando di ricordare il luogo esatto – o i luoghi – dove la madre conservava quanto accumulato.
Soldi scoperti in quantità esagerata per le necessità di due sole persone e che normalmente dovrebbero riposare in banca o in luoghi ben più sicuri e invece affidati al materasso, a qualche vecchia scarpa o ad un libro mai letto.
Soldi che apparentemente stridono anche con lo stato sociale di parte debole; apparentemente in quanto pare chiaro, da una prima lettura dei fatti che si stanno intrecciando, che anche la mamma, a questo punto, avrebbe potuto organizzare – per se stessa e la figlia, cresciuta praticamente in simbiosi visto lo stato di deficit cognitivo – una vita migliore, con un minimo di assistenza privata in grado di scongiurare quanto purtroppo puntualmente accaduto.
Sempre che la donna fosse stata in grado di intendere la necessità di spendere quei soldi. Insomma il mancato intervento dei Servizi sociali non solo non ha messo a nudo la realtà di estremo bisogno della figlia ma ha anche ignorato la situazione della madre… “benestante” senza coscienza di esserlo!
Soldi che fanno a pugni sia con il riscatto dell’abitazione popolare che con la richiesta al Comune di accollarsi nel 2006 le spese funerarie, al 50%, per la morte del capo famiglia.
Una conferma ulteriore – il ritrovamento di ingenti risparmi, per quanto a sorpresa, addirittura mescolati alla spazzatura – di come la “necessità” delle persone presenti da sempre molte facce, anche in presenza di denaro; e del bisogno, in particolare di quanti sono preposti in questo delicato lavoro, di interfacciarsi per davvero – senza chiudere occhi o voltarsi dall’altra parte – con le singole problematiche delle famiglie.
Mai immaginabili senza toccare con mano. Come insegna da sempre la realtà quotidiana nel surclassare la fantasia.
LA FIGLIA STEFANIA? A FAR LA SPESA TRE GIORNI PRIMA IL RITROVAMENTO!
LA FIGLIA STEFANIA? A FAR LA SPESA TRE GIORNI PRIMA IL RITROVAMENTO!
LA FIGLIA STEFANIA? A FAR LA SPESA TRE GIORNI PRIMA IL RITROVAMENTO!