Il mondo dell’informazione piange l’improvvisa scomparsa dell’ex Presidente dell’Ordine
Morto all’improvviso l’amico e collega Gianni Rossetti, 74 anni.
Una notizia a cui, a lungo, abbiamo stentato a credere non solo per l’amicizia che ci legava all’ex Presidente dell’Ordine marchigiano dei Giornalisti, ma anche per averlo incontrato telefonicamente – come obbligo nel tempo sospeso dal virus – non più in la di martedì scorso.
Stimavamo Giannetto Sabbatini Rossetti, questo il nome completo del giornalista jesino, tra i pochi colleghi degni di una professione, da anni, in forte crisi di scadimento.
Confrontarci, ottenere un consiglio, valutare un comportamento professionale aveva assunto il significato, per noi, di una sorta di lasciapassare, tanto autorevoli, su ogni tema, erano i contributi portati. Consigli free, oltretutto ad ogni ora, sempre disponibile, mai distratto dal prestigio personale al cui pulpito ci siamo abbeverati.
L’ultimo preziosa volta martedì scorso per discutere di rettifiche e dintorni. Un colloquio gentile e amichevole, come sempre, in cui spaziare, oltre le motivazioni strette del contatto, su una panoramica attenta ai tempi sempre più stringenti di un mondo giornalistico in difficoltà.
Jesino doc e fondatore, tra gli altri interessi, della locale società di basket, Gianni Rossetti era iscritto dal 2 dicembre 1971 all’Ordine dei Giornalisti, come professionista.
Con la nascita dell’Ordine regionale, nel 1986, ha via via ricoperto i vari ruoli apicali come segretario, consigliere nazionale e appunto Presidente.
Fondatore e docente storico dell’istituto per la formazione giornalistica di Urbino, Rossetti aveva iniziato la professione giovanissimo presso la redazione de Il Messaggero per poi passare alla allora Voce Adriatica (poi divenuta Corriere Adriatico) e infine la lunga esperienza al Resto del Carlino.
Da qui l’approdo definitivo a Rai 3 Marche con l’invenzione, tra gli altri, del Tg itinerante e l’impegno, attuale anche dopo il pensionamento nel 2010, di introdurre e incentivare la lettura critica del giornali nelle scuole.
Di Gianni Rossetti, a beneficio di noi osimani, anche la firma artistica sul Festival del Giornalismo di inchiesta portato avanti, nell’ultimo decennio, in collaborazione con il gruppo sociale Ju-ter club.
Ieri pomeriggio, nella propria abitazione, la morte lo ha colto all’improvviso, senza alcun sospetto, a causa di un probabile infarto che non gli ha lasciato scampo.
Del collega e Presidente Gianni Rossetti (che lascia la moglie e tre figli a cui vanno le sincere condoglianze della Redazione) vogliamo svelare, vista l’occasione, un significativo episodio legato al sottoscritto per via di una fantomatica radiazione dall’Ordine, mai consumata quanto nota come vera.
Erano i primi anni 2.0 quando all’allora Presidente del Consiglio comunale Piergiorgio Buglioni (Forza Italia) saltò in testa l’idea di “bombardare” la Direzione regionale dell’Ordine dei Giornalisti a colpi di un esposto al giorno!!!
Ovviamente il sottoscritto e la testata OSIMO OGGI (rei di aver svelato alla città la vicenda nota come delle lamette sottratte al Cityper) i duplici obiettivi da abbattere; non importa se a colpi di sdegnate prese di posizione basate su tesi improbabili.
Un’unica volta la sventagliata di accuse a raffica parve colpire nel centro, quando venni accusato di firmare riviste pornografiche!
Intendiamoci. La Legge sulla stampa prevedeva – allora e continua a prevedere oggi – che qualsiasi pubblicazione destinata all’edicola debba riportare la firma di un Direttore responsabile. Regola, come molte altre leggi dello Stato Italiano, introdotta da Benito Mussolini e mai disattesa. E quindi a valersi anche per la stampa e l’uscita in edicola di DONNE & MOTORI, così come di qualsiasi porno rivista vietata ai minori.
Buglioni, all’epoca, aveva soffiato da un pezzo sia sulle 18 – o se vogliamo 21 – candeline simbolo della maggiore età ma quanto a porcherie era abituato solo a quelle da supermercato e non certo a quelle sessuali! Gustibus…
Insomma per farla corta, da questa scoperta in tarda età nacque un’altra raffica di esposti a firma Buglioni Piergiorgio a cui l’Ordine, anzichè archiviare visto la clamorosa e manifesta infondatezza, preferì aderire per quieto vivere, demandando l’interrogativo al comitato di Disciplina.
Occorre specificare, infatti, nonostante la legge parlasse chiaro da oltre 80 anni (!), che pur sempre in Italia siamo… ergo non basta nelle vicende di merito aver ragione da vendere ma occorre sempre, al contrario, trovare qualcuno, una terza parte, che riconosca le tue evidenti ragioni.
Da questo punto di vista, quello giudiziario, invece, numerose sentenze pretorili – Tribunali anni ‘70 per inquadrare l’epoca storica – hanno sempre dato contro al giornalista accusato di stampa pornografica…
Insomma si, riconoscevano le varie sentenze di primo grado, il giornalista ha titolo per firmare quei giornalacci… ma quelle donne nude, anche se destinate ad un pubblico maggiorenne, sono peggio della peste e conviene che la società italiana se ne guardi.
Da questa consapevolezza, vale a dire dalla certezza di andare incontro a sicura radiazione per “indegnità”, la decisione di scegliere il male minore delle dimissioni dall’Ordine.
Dimissioni che protocollai per essere accolte dal Consiglio dell’Ordine, con ciò rendendo impraticabile la valutazione delle accuse in sede disciplinare.
Fu un autentico colpo di fortuna (perchè Dio esiste), pochissimi giorni dopo, a ribaltare di 180° gradi l’ex quadro accusatorio. Grazie ad internet venni sapere della sentenza di Cassazione, fresca fresca, riguardante una collega francese operante in Italia firmando “porcherie” al pari di DONNE & MOTORI.
Cosa era successo? La proverbiale “tigna” d’Oltre alpe, abbinata ad un carattere femminile combattivo e a soldi da spendere, aveva persuaso la collega di avere ragione da vendere e di non doversi fermare di fronte al primo stop e neanche alla conferma dello stop in Appello.
Giunta in Cassazione (che come noto, in mancanza di chiarimenti legislativi, assume valore di legge) la collega si è vista riconoscere il pieno e legittimo diritto, in quanto giornalista, di firmare giornali per adulti.
Preso contatto con la giovane e bella collega francese mi precipitai a Roma per acquisire maggiori informazioni… non prima di aver telefonato all’Ordine preannunciando novità che, in contemporanea, anche Rossetti aveva imparato.
Morale della trasferta romana? In un locale di Trastevere gustai per la prima volta un piatto di carciofi “alla Giudia” dal gusto neanche immaginabile per chi non ha mai fatto questa esperienza culinaria; nel frattempo, tra un piatto e l’altro, ritelefonai a Rossetti, gentile come sempre e disponibile anche fuori orario, a prepararmi la restituzione di iscrizione e Tessera professionale essendo venuto meno ogni motivo di dimissioni.
Due giorni dopo il postino bussò due volte portando con se quanto richiesto; ovviamente delle tremebonde accuse sessuofobiche di Piergiorgio Buglioni il mondo perdette ogni traccia.
Giannetto Rossetti, che Dio l’abbia in gloria, era stato di parola, preciso e puntuale ancor una volta. Come sempre.