Per la prima volta in 28 secoli di vita comunale, la città verrà affidata alle capacità e alle intuizioni di una donna. La contemporanea indisponibilità dei candidati storici Latini e Pugnaloni, garanzia della novità epocale in entrambi i principali schieramenti
Per i più lenti mancano ancora due anni e spicci, gli obiettivi indicano con precisazione 885 giorni, i più ottimisti hanno invece già iniziato il conto alla rovescia osservando come allo storico appuntamento – per la prima volta una donna alle redini della antica città di Osimo – manchino appena una manciata… di minuti, un milione circa, esattamente 1.274.340!
Per i meno in confidenza con i numeri, urge chiarire come le cifre – in anni, giorni o minuti – mettano in risalto la distanza esatta che separa questa vigilia di Natale dalla prossima vigilia elettorale – domenica 26 maggio 2024 – la prima che vedrà due donne, anzi ci piace sottolineare l’avvenimento con il termine due femmine, contendersi la fascia Tricolore di Sindaco.
Out, per motivi diversi, sia lo storico candidato Dino LATINI che l’attuale primo Cittadino Simone PUGNALONI (il primo in quanto ancora impegnato in Regione e l’altro impossibilitato dalla legge elettorale che non consente un terzo mandato consecutivo), la politica osimana si libera, sia a Destra che a Sinistra, passando obbligatoriamente per il Centro, dei due principali attori giunti al ballottaggio nel 2014 e nel 2019.
Se sarà un bene per la città sarà soltanto il tempo a poterlo dire; sin d’ora però possiamo dire che, comunque andrà a finire, Osimo sarà matematicamente governata da un fiocco Rosa, come mai avvenuta nell’ultra millenaria Storia della città.
Mai la gens auximana, nei lunghi 28 secoli trascorsi, dagli antici Greci ad oggi, ha affidato le proprie sorti ad un capo in gonnella, per cui sarà bene farci la bocca, iniziare ad accettare l’idea, cominciare a considerare che il nuovo, anche ad Osimo, sta per bussare alla porta.
Entrambe, sia Michela GLORIO che Monica BORDONI, partiranno da zero, nuove allo scontro per il miglior premio possibile, entrambe in ogni caso tele guidate, o meglio assistite via cavo alla Boncompagni con Ambra, dai rispettivi padrini politici. Vincerà sicuramente, oltre che la più capace, proprio che lei sarà in grado di dimostrare agli osimani di avere qualcosa da dire alla città e di aver ideato il concetto con la propria testa.
Proprio la capacità, della BORDONI e della GLORIO, di staccarsi e rendersi quanto più indipendenti possibili dal cordone ombelicale con i rispettivi padrini politici LATINI e PUGNALONI, tanto più l’una avrà chances di aggiudicarsi sull’altra la poltrona di palazzo comunale.
Facile a dirsi, molto a meno a farsi, visto che comunque il grosso dei 9.000/10.000 voti necessari per vincere, sperabilmente al primo turno, dovranno obbligatoriamente giungere dagli antichi dominus della politica sotto le Cinque Torri.
Al momento, a girone di ritorno appena iniziato del quinquennio pugnaloniano, entrambe le pulzelle navigano grosso modo alla pari, l’una in marcatura stretta dell’altra. E viceversa.
Si può dire che non ci sia inaugurazione, intervento, polemica o sottolineatura che non veda la BORDONI fare le pulci alla GLORIO e/o la GLORIO smarcarsi dalla BORDONI, stando sempre molto bene attente a non citarsi mai per dare vantaggi all’altra.
Probabilmente, viste le premesse, è assai probabile che la distanza tra le due, man mano la città entrerà in campagna elettorale stretta, tenderà a dilatarsi, proprio per marcare la differenza tra i soggetti e stringere più facilmente al laccio del cambiamento gli elettori incerti, quelli che faranno la differenza, ovvero il popolo di Centro stanco in egual modo del pugnolonesimo che del latinismo e non rassicurato dalla possibile terza via ginnettiana.
Ma come arriveranno le due signore e per quale cammino, a contendersi il mandato di 11° Sindaco di Osimo, dopo il primatista Vincenzo ACQUA e – in ordine di durata – Paolo POLENTA, Alberto CARTUCCIA, Dino LATINI, Simone PUGNALONI, Alessandro NICCOLI, Raimondo ORSETTI, Stefano SIMONCINI, Alberto NICCOLI ed Ugo Muzio MONTANARI?
Michela GLORIO, ricevuta da tempo la benedizione di patron PUGNALONI, si presenterà ai nastri elettorali con la difficoltà di farsi sufficientemente conoscere dagli osimani e soprattutto riconoscere come pretendente possibile “in quanto non più di Sinistra-Sinistra”, operazione non semplice da realizzare, men che meno in tempi stretti. Operazione non approvata dal duo, ex alleato, PELLEGRINI-ANDREONI (il primo bruciato pesantemente nella trappola per le regionali 2020, la seconda battuta al ballottaggio anche dalla candidatura civica meno performante di SIMONCINI), la GLORIO sarà chiamata al duro impegno di riunire le truppe superstiti del Centro-Sinistra (ovvero lo zoccolo duro) e sperare di attirare quel poco che rimarrà dell’ex movimento Cinque Stelle.
Il tutto nella speranza che l’avversaria BORDONI non riesca l’operazione cappotto, ovvero di vincere già la sera del 26 maggio, senza attendere un pericolosissimo ballottaggio.
Se c’è una cosa che l’elettorato di Centro-Destra, allargato all’Italia intera, non ha mai capito (e mai capirà) è proprio il meccanismo del ballottaggio che premia il secondo voto eventuale e non certo il primo!
Molti, consapevoli di aver fatto il proprio dovere e magari di aver fatto vincere il proprio candidato di maggio, al ballottaggio di giugno scoprono di avere altro da fare o di non averne semplicemente voglia, lasciando spazio al PUGNALONI di turno!
Al di là di tutto, però, tornando alla GLORIO, la difficoltà maggiore sarà quella di far dimenticare la provenienza del proprio passato e per il futuro prendere anche le distanze dalla politica che ama di più; prova obiettivamente al limite del possibile.
Chi dovrà violentarsi assai meno, anzi a proprio agio da sempre nell’acquario civico delle liste Civiche che guardano a Destra, è la BORDONI.
Osimana acquisita e ormai di fatto, vivendo da tempo all’Abbadia, la factotum di Dino LATINI dovrà affrontare e risolvere, quanto prima, il nodo dell’elettorato Civico, inteso nello specifico quello elettoralmente passivo che da sempre attende, spera ed auspica un passo indietro, in qualunque forma possibile, di LATINI.
Farsi riconoscere leader ship del movimento – in altri tempi operazione automatica all’interno di un movimento nato e governato ad immagine e somiglianza del proprio fondatore – non appartiene più ai dogmi instillati per decenni nello zoccolo duro civico.
Molti, sicuramente troppi, nutrono in cuor loro l’idea di meritare di succedere al capo. In diversi giurano di esserne capaci, qualcuno ne è anche discretamente convinto, altri ancora ci sperano e basta… insomma al momento i civici appaiono tutt’altro che un sol uomo… figuriamoci in trasposizione femminile dove alla normale politica si aggiungono le divisioni dell’invidia, dell’età, della bellezza, della competenza e dei mille impicci nelle cui divisioni le donne sono insuperabili maestre.
Dal tempo necessario a Monica BORDONI nel compattare il movimento sulla propria figura, anche a costo di liberarsi di un pò di zavorra, si potrà misurare le reali possibilità delle Civiche, alleate al Centro-Destra (stile prima elezione di LATINI 1999) di chiudere la partita già a maggio 2024.