Da Osimo (oltre che da San Benedetto del Tronto) gli unici no al Governo Draghi. La mancata fiducia all’ex banchiere, quale solidarietà ai 15 Senatori già espulsi dal movimento 5 Stelle, costa al Deputato osimano il disco rosso dal gruppo parlamentare
“Con dolore nel cuore ma convintamente voterò no”. Così, alle 20.26 di ieri, le agenzie hanno battuto la notizia del sofferto stop dell’Onorevole osimano Paolo GIULIODORI al nascente Governo DRAGHI.
31 anni, a Montecitorio senza neanche saperlo, ovvero senza campagna elettorale ma grazie al listino delle nomine dall’alto che garantisce a chiunque l’elezione a Roma, GIULIODORI potrà probabilmente consolarsi con gli 84.350 euro e 48 centesimi che il movimento 5 Stelle dovrebbe riconoscergli indietro (essendo la somma già stata versata dal parlamentare) con la certa espulsione annunciata da Vito CRIMI.
Del resto l’attuale reggente politico dell’ormai fu movimento (passato dal 33% del 2018 al 13% scarso dei sondaggi odierni) aveva confermato, ben prima del voto a Montecitorio, la morte partitica dei 15 senatori grillini che avevano osato, per una volta, esprimersi coerentemente con il mandato popolare ricevuto.
Ex senatori a 5 Stelle che, alle 19.44 di ieri, al dunque di una giornata convulsa, avevano appena incassato la piena solidarietà dell’On. GIULIODORI e di altri cinque parlamentari a più stelle: Pino CABRAS, Andrea COLLETTI, Jessica COSTANZO, Alvise MANIERO e Andrea VALLASCAS, tutti peones di Montecitorio ma con diritto ai propri cinque miunuti di notorietà.
“Esprimiamo la nostra piena solidarietà – ha dichiarato GIULIODORI e gli altri ex – ai senatori del movimento 5 Stelle espulsi per aver votato contro la fiducia a questo Governo della grande ammucchiata o per assersi astenuti o per non essere stati presenti. La loro espulsione – ha preso atto il gruppetto dei sei – suona anche come un avvertimento nei confronti di noi deputati”. Deputati, che hanno concluso, avrebbero votato convintamente no al pari dei Senatori cacciati.
E così è stato. Anzi alla fine GIULIODORI e compagni si conteranno essere in 16, oltre a 4 deputati grillini soltanto astenuti. Ulteriori 12 parlamentari a 5 Stelle hanno invece scelto la strada di non partecipare alla votazione mentre ad altri 2 è andata meglio risultando ufficialmente in missione. Alla fine ai 15 senatori reprobi il movimento dovrà aggiungere il licenziamento per altri 16 Onorevoli e discutere il da farsi per altrettanti 16 che o non hanno votato la fiducia o hanno preferito astenersi.
Agli 11 Onorevoli che hanno accompagnato la coerenza di GIULIODORI nel votare no alla fiducia a DRAGHI, l’onore di essere citati tra coloro che almeno per una volta si sono mostrati in linea col mandato ricevuto dagli elettori.
Una sola volta in tre anni. Un pò poco ma comunque meglio di nulla. Trattasi dei parlamentari Arianna SPESSOTTO, Guia TERMINI, Rosa Alba TESTAMENTO, Andrea VALLASCAS, Leda VOLPI, Giovanni RUSSO, Francesco SAPIA, Doriana SARLI, Andrea COLLETTI, Emanuela CORDA, Jessica COSTANZO, Alvise MANIERO, Pino CABRAS, Francesco FORCINITI e il nostro Paolo GIULIODORI.
Tutti questi, se il movimento continuerà a spaccarsi confermando la sola via di uscita della espulsione, dovrebbero in teoria beneficiare del ritorno indietro di quanto liberamente devoluto al movimento, fatto salve clausole e quant’altro, contrattualmente, potrebbe essere stato sottoscritto con l’adesione formale al grillismo.
In ogni caso l’adesione per 30 mesi alla piattaforma Rousseau, sostenuta da tutti i parlamentari grillini con una tassazione di 300 euro mensili, dovrebbe restituire giusto 10.800 euro tutti insieme; a questa somma la pagina tirendiconto.it, creata appositamente dai 5 Stelle, accredita alla voce Paolo GIULIODORI l’interessante ulteriore sommetta di 73.550,48 euro già accantonati per essere restituiti allo Stato, come liberamente deciso dagli ex rivoluzionari pentiti. In totale fanno 84.350 euro non disprezzabili con cui, più facilmente, sarà possibile ingoiare il boccone amaro di una avventura politica che, se è vero, si è conclusa senza gloria anzitempo, regala pur sempre – favorevoli o meno al governo DRAGHI e all’allenza persino con BERLUSCONI – altri due anni di mutuo pagato sotto forma di stipendio, rateo pensione e benefit vari. Visti i tempi, tanta consolazione.
Per la cronaca le Marche hanno votato no al Governo DRAGHI con i soli voti dell’Onorevole Paolo GIULIODORI e dell’Onorevole sambenedettese Lucia ALBANO (Fratelli di Italia) subentrata alla Camera, lo scorso ottobre, in luogo di Francesco ACQUAROLI.
Massimo Pietroselli