Violenza sessuale a Porto Recanati, la commessa anconetana corregge il tiro e si avvicina ad una ricostruzione più allineata a quella del professor Iannuzzi. Nonostante quattro settimane di carcere e le tesi difformi sottoscritte dalla vittima, il Riesame non ha però concesso agli arrestati alcun beneficio, confermando il carcere precauzionale a Pesaro
Non si trova il terzo uomo e non si trovano nemmeno le altre due donne che avrebbero partecipato alla cena, ma… ad un mese dal doppio arresto del professor Osvaldo IANNUZZI e dell’imprenditore edile Giuseppe PADALINO (due dei tre uomini accusati di stupro in danno di una commessa 35enne di Ancona) entrambi gli accusati restano ancora in carcere a Pesaro.
A prolungare il soggiorno presso la Casa circondoriale di Villa Fastiggi, è giunto il no alla libertà (o almeno all’ottenimento dei domiciliari) pronunciato dal Tribunale del Riesame il 22 febbraio scorso, per l’occasione riunito in composizione totalmente femminile, tre giudici donna su tre.
Nonostante il caos di informazioni, uguali e contrarie, rese a più riprese anche della sempre più presunta vittima – da ultimo la nuova versione dei fatti sottoscritta in Questura dalla commessa lo scorso 15 febbraio – il quadro probatorio analizzato dal Riesame sembrerebbe, allo stato, reggere ancora la pesante accusa di violenza sessuale.
Ma vediamo di provare a fare ordine – per punti fermi e comunque in base alle informazioni filtrate dalla Procura sulle versioni a confronto rivedute e corrette – sullo stato di una indagine non ancora da ritenersi conclusa, specie sul versante dei tabulati telefonici a confronto di imputati e vittima.
In primo luogo va sottolineato come la nuova versione dell’accaduto, fornita dalla donna a due settimane dagli arresti patiti da due dei tre uomini accusati, si avvicina, quasi a concordare all’unica versione resa dagli imputati, in particolare da Osvaldo IANNUZZI, insegnante di sostegno al “Meucci” di Castelfidardo: quella sera del 24 aprile, infatti, il professore e la commessa non erano due perfetti sconosciuti ma almeno conoscenti, da circa una settimana, dopo un approccio in rete su chat per incontri di adulti.
In particolare parrebbe pacifico come la giornata del 24 aprile sia stata vissuta come la prima della “coppia” ma solo per quanto riguarda Porto Recanati; non la prima in assoluto però essendo stata preceduta da una trasferta ad Ancona del professore (esattamente in zona Passetto) e da almeno una seconda presso un locale del capoluogo.
Insomma un’amicizia nascente non essendo stata interrotta dalle parti, tanto che il 24 aprile IANNUZZI ha invitato a pranzo, poi esteso anche alla cena, la nuova “fidanzata” rimorchiata in internet.
Secondo l’ultimo racconto sottoscritto come vero dalla 35enne anconetana (sposata ma separata in casa e con figlie adolescenti) la donna è giunta a Porto Recanati, presso l’abitazione del professore, in viale dei Tigli, già nella tarda mattinata di sabato 24 aprile 2021, trovando l’uomo impegnato, col fratello minore Luca, in lavori di giardinaggio.
Rimasta sola a pranzo, la coppia sarebbe stata raggiunta, nel pomeriggio, nuovamente dal fratello Luca e dall’arrivo di Giuseppe PADALINO con cui si sarebbe parlato di proseguire la giornata partecipando ad una festa serale in casa di Luca IANNUZZI, sempre a Porto Recanati, in via Brodolini.
Attenzione, alla festa avrebbe partecipato il famoso terzo uomo (figura decisiva ma mancante per dare un senso compiuto alla vicenda) e anche due donne misteriose su cui, parimenti al terzo uomo, l’accusa non sa dire nulla di nulla: ovviamente non il nome – si chiede l’avvocato difensore Luca FROLDI del Foro di Macerata – ma neanche se le ragazze fossero italiane o meno, bionde o more, belle o brutte, alte o basse, giovani o meno. Insomma nada de nada. Incredibilmente del tutto sconosciute alla commessa, dall’inizio alla fine, nonostante l’intimità offerta da una festa in casa a base di vino e coca a volontà.
Confermato dalla commessa, invece, il particolare delle bottiglie di vino interamente scolate fino all’ultima goccia e del desiderio di proseguire la serata e i beveraggi tornando a casa del professore, il gruppo dei sette partecipanti risulterebbe essersi così suddiviso: Luca IANNUZZI e le due ragazze misteriose restati in via Brodolini; Osvaldo IANNUZZI, Giuseppe PADALINO, il terzo uomo e la sempre più presunta vittima, invece, di ritorno in viale dei Tigli.
Altra discrepranza in agguato: in prima battuta la commessa aveva sottolineato un particolare sinora inedito alla cronaca, ovvero di essersi imbattuta, lungo il tragitto da una abitazione e l’altra degli IANNUZZI (poco più di un chilometro, da una parte e l’altra di Porto Recanati), con un familiare del proprio marito, incrocio casuale materializzatosi alla presenza anche di tutti e tre gli uomini.
Versione risultata modificata in seconda battuta quando la 35enne ha collocato altrove PADALINO e il terzo uomo, affermando di essere stata vista dal congiunto in compagnia del solo IANNUZZI senior.
Non coincide per nulla, tanto per non far mancare nulla all’inchiesta, anche la descrizione che la 35enne ha fatto dell’appartamento di IANNUZZI junior di via Brodolini; anche in questo caso la memoria pare non aiutare una donna in grande difficoltà.
Ultima divergenza di rilevo, infine, pure sull’orario di rientro a casa, ad Ancona, a violenza subita. Secondo il marito della commessa, convivente nello stesso appartamento, la moglie sarebbe rientrata in casa, la sera del 24 aprile, attorno alle ore 22. Circostanza negata con forza dalla donna la quale, invece, una volta rimessa in libertà dai due o tre terribili “Batman orchi”, sarebbe risalita in auto, alla volta di Ancona, solo dopo aver sostato a lungo sul lungomare di Porto Recanati, a meditare, sulla terribile esperienza vissuta.
Rientro, dunque, databile già 25 aprile e comunque in piena notte. E soprattutto totalmente diverso da quanto sostenuto dal marito. Anche sull’orario effettivo di rientro ad Ancona e quindi stabilire la credibilità del racconto, al marito o alla moglie, occorrerà attendere l’esame dei tabulati telefonici cui, soli, probabilmente, spetterà far chiarezza su una vicenda destinata sin d’ora, in fase processuale, a qualsiasi colpo di scena.