L’inchiesta del nucleo anti corruzione della Guardia di Finanza, avviata dalla lettura di due articoli di OSIMO OGGI, ha messo a nudo nell’alleanza di Centro Sinistra osimana l’ipotesi di una fitta rete consociativa legata al traffico di utilità; movimenti sospetti consumatisi a partire dalle settimane immediatamente precedenti il voto di primo turno e fino al sabato di ballottaggio! Il Pm Andrea Laurino invitato dal Gup del Tribunale di Ancona Sonia Piermartini a riconsiderare la richiesta di archiviazione. Verso l’apertura di un processo con imputazione coattiva. Liste civiche (sconfitte di 152 voti) danneggiate dal possibile risultato falsato
Due articoli di inchiesta e denuncia, pubblicati in piena campagna elettorale 2019 da OSIMO OGGI.it, stanno materializzando in queste ore i peggiori incubi, mai visti in politica da 77 anni a questa parte.
Dai tempi lontani del secondo dopo Guerra ad oggi il confronto politico partitico, pur spesso aspro e corrosivo, non era mai stato vicino, come in questo preciso istante, a coniare anche per la città il termine caro ai giustizialisti di un tempo: OSIMOPOLI!
Una vicenda corposa di favori personali, sviluppatisi attraverso promozioni o assunzioni mirate; vantaggi indebiti che l’accusa imputa alla precedente Amministrazione PUGNALONI 2014-19, quella risultata vincente per soli 2 voti di differenza e nel ’19 in lizza per la riconferma.
Un faldone documentato dalle Fiamme Gialle attraverso una ventina e oltre di casi convergenti, tra loro curiosamente del tutto analoghi dal primo all’ultimo.
In pratica, da quanto abbiamo potuto apprendere in Procura, è bastata seguire la strada indicata dai due resoconti giornalistici – pubblicati rispettivamente a maggio e giugno 2019, in corrispondenza del voto di primo turno e del seguente ballottaggio LATINI-PUGNALONI – per far saltare il tappo ad una serie di favoritismi inquadrabili penalmente come voto di scambio.
O meglio quale tipo di reato e in particolare quale legge abbia violato il munifico prodigarsi dell’Amministrazione uscente nel sistemare – inteso come risolvere, le questioni lavorative di tante mogli, figlie, padri, amici e parenti di candidati scesi in campo ad Osimo, distribuiti nelle varie liste e partitini-ombra a Sinistra del Pd – ce lo dirà con assoluta chiarezza solo la chiusura bis delle indagini in corso.
Un primo tentativo, da parte del Pubblico ministero dottor LAURINO, c’è in effetti stato il 4 settembre scorso con la richiesta beffardamente di archiviazione di quanto emerso, non ritenuto in grado di suffragare, una volta a processo, l’ipotesi di reato; ipotesi, corre obbligo riferire, impugnata nei termini dal giudice per l’udienza preliminare, dottoressa PIERMARTINI, lo scorso 6 maggio.
La Gup, dando corso ad un procedimento non troppo usuale, ha ritenuto di non uniformarsi alla richiesta del Pm disponendo altresì un possibile rinvio a giudizio, attraverso il dettato della cosiddetta imputazione coattiva, norma che prevede, in pratica, una determinazione a quattro mani – Pm e Gup – di chi ha commesso e del tipo di reato individuato.
Nella fattispecie, detto in termini più alla portata, il giudice preliminare con l’atto in udienza il 6 maggio scorso, ha invitato il Pm a reperire e assicurare alla giustizia le prove del coinvolgimento di quanti si sono adoperati nei fatti di indagine e quindi procedere contro i responsabili eventuali.
Ecco perchè, allo stato, molte indicazioni possibili, sul piano normativo, lasciano pensare che l’ago della giustizia possa finire col coincidere con la richiesta di rinvio a giudizio, con nomi e imputazioni al momento magari da rivalutare, piuttosto che orientarsi verso una conferma del primo verdetto di archiviazione.
Unica non trascurabile certezza, al di la se alla sbarra sarà chiamato quello o quell’altro possibile imputato/i, è che a doversi difendere dalle accuse della Giustizia rischia seriamente di essere chiamata, per la prima volta, larga parte della Politica osimana, da scegliersi proprio tra i duri e puri dello schieramento.