Il Senatore ha radunato i fedelissimi marchigiani Udc avvisando della possibile novità, legata alla nuova legge elettorale, in vista delle Politiche 2023. Nonostante la prospettiva di un giro pizza finale, solo una quarantina i presenti al Flamingo. Conto alla romana nonostante stipendi mensili – in quattro o cinque – per 40.000 euro. Presente ai lavori, in extremis, anche una delegazione di Civici
Da sempre inarrivabili nel fiutare l’aria (politica) che tira e soprattutto tirerà, i Democratici di Centro marchigiani (definirli Unione parrebbe irriguardoso verso la lingua italiana visto il consolidato consenso da prefisso telefonico, 1.30% alle Politiche) si sono riuniti venerdì sera a San Biagio per sentenziare l’imminente morte del Centro-Destra italiano.
Riconosciuti campioni come nessuno nell’annusare quel che presto potrà essere (peraltro senza mai sbagliare un disinvolto cambio di campo tra una coalizione e l’altra) gli Udc, guidati dal Senatore Antonio SACCONE, si sono riuniti presso il ristorante Flamingo per contare le truppe (una quarantina scarsi di adepti, compreso l’intero campionario del sottobosco imboscato in Regione) e soprattutto annunciare a tutti gli addetti ai lavori di tenersi pronti, alla eventualità di tornare alla casa madre del Centro-Sinistra.
Quando? Come? Perchè? E’ ancora un attimo presto per dirlo; anche per navigatori collaudati come MARCONI (si quello dello Spirito Santo e del Papa “spiegato” in Regione, sul luogo del lavoro) o del solito SACCONE senza ricambi (del resto i parlamentari Udc, in tutto lo Stivale, sono esattamente 4 e non c’è troppo da scegliere).
Detto che lo scoppio della guerra in Ucraina non ci voleva (visto l’inevitabile distorgliersi dell’attenzione sui temi politici, nuova legge elettorale su tutti), SACCONE e MARCONI (LATINI è i Civici sono arrivati al Flamingo solo all’altezza del “Credo”, comunque in tempo per il giro pizza a 20 euro e pagamento alla romana), l’occasione è comunque tornata utile quantomeno per mettere tutti sull’avviso dell’ennesimo cambiamento di casacca, a breve.
Certo molto dipenderà dalle scelte del Parlamento di ritornare, in vista del 2023, al vecchio sistema proporzionale tanto caro al pentapartito degli anni ’70 e ’80; o se invece confermare l’attuale sistema maggioritario, più vincolante sulla scelta di campo, specie dei partiti piccoli e piccolissimi.
In ogni caso, secondo l’Udc, il Centro-Destra nazionale, per come è stato conosciuto dal 1994 col sistema di voto noto come Mattarellum, rischia seriamente la disgregazione, almeno sul piano nazionale e nonostante un sentiment forte da parte del popolo, qualunque sistema di conto dovesse prevalere.
Da qui il rinnovato invito ai capi cordata Udc a tenere pronta la valigia e non dimenticare nulla; diverso è invece il caso delle alleanze amministrative locali – Regionali e Comunali – dove, non essendo previsto un mutamento dei rispettivi sistemi elettorali, è possibile che l’Udc resti fedele alle attuali allenze.
Dissacrante nota finale sul giro pizza conclusivo (circa 1.000 euro di conto detraibile dalle tasse), gradito ai presenti con la sola eccezione del sistema di pagamento, tanto a testa. Tra quanti hanno preso la parola a San Biagio, non più di quattro o cinque, i più attenti hanno contato stipendi mensili, legati alla politica, variabili dai 3.500 ai 15.000 euro, passando per 6.000 e 11.000 euro, complessivamente superiori ai 40.000 euro, spicciolo più, centesimo meno.
Il simbolico bel gesto di esclamare perentorio “fermi tutti, non possiamo permettere” non c’è però stato. Con i capi di oggi, sganciare 200 euro a testa per fare bella figura e offrire un giro pizza ai propri galoppini… nel 2022 non si usa più.