Proprietario, un giovane 29enne di Montoro che gli fa da mamma
“FRANKY” LUCHETTA MINACCIATA DI MORTE
LA PAPPAGALLINA RINCHIUSA IN VOLIERA
Ma il popolo della rete insorge e vuole la bestiola libera di volare
In meno di 48 ore il caso di Franky Luchetta, la pappagallina di Montoro ma conosciutissima da tutti anche a Padiglione, ha messo insieme la firma di 314 persone. Tutte favorevoli alla immediata “scarcerazione” della baby pennuta, 3 anni, che da da tempo si è fatta conoscere e ben volere da quasi tutti.
Quasi, però, non significa tutti. E ultimamente il suo umano, Giacomo Luchetta, 29 anni, si è visto costretto a non lasciarla più libera di volare dove crede opportuno – sul Val musone anche fino a Castelfidardo, oppure, in senso contrario, raggiungendo Agugliano e Polverigi – e di rinchiuderla in una spazio di ampio serraglio, ovviamente insufficiente per le abitudini della pappagalla gialla e azzurra, esemplare Ara.
“Questo pappagallo ha ormai rotto le scatole! – c’è stato chi ha scritto sui social senza peraltro motivare chi o cosa abbia si stato disturbato dalla pennuta – o il padrone lo rinchiude in gabbia o finirà che qualcuno risolverà la questione tirandogli il collo…”.
Nel dubbio che qualcuno abbia veramente tutte le intenzioni di scambiare Franky per una gallinella, Giacomo ha preferito non sottovalutare le minacce.
Così da ormai 4 giorni nessuno vola più su Montoro, su Padiglione e su tutte le tappe che Franky, in tre anni, ha imparato a conoscere seguendo, in particolare, la scia di ciclisti.. su tutti il campione filottranese Michele Scarponi che, non di rado è stato visto allenarsi con la pappagallina ben salda… atterrata sulle spalle.
“Purtroppo – spiega Luchetta – non si tratta di un post isolato. Chi ce l’ha con gli animali è sempre esistito… ciò che mi ha portato a fermare la libertà di Franky è il clima che capto tutto attorno… sembra che il mondo intero ce l’abbia con Franky, colpevole di essere nata libera e di continuare a farlo. La pappagallina (ancora una “ragazzina” con i suoi 3 anni considerato che la specie ha una speranza di vita di circa 80) non ha mai fatto male a nessuno… e se ha fatto qualche danno o sempre risarcito tutti attraverso l’assicurazione che copre qualche piccolo incidente. Ora però – conclude Luchetta – sento che qualcosa è cambiato rispetto al 2014… non vorrei che qualcuno, consapevole di questa polizza, organizzi a bella posta un “infortunio” con cui richiedere maxi danni!”.
In effetti non esistono solo i 314 firmatari la petizione per Franky libero. C’è chi la pensa diametralmente al contrario e noi stessi – pur avendo avuto modo di incontrare la pappagallina – ci chiediamo se in effetti la totale libertà a cui è stata abituata (non nel suo spazio naturale tra le foreste centro-sud americane ma tra il traffico e la vita di tutti i giorni della città) sia compatibile con le regole della nostra società.
“Tutto questo era inevitabile – scrive chi non è convinto che Franky debba restare libero – ma la colpa non è del pappagallo ma del proprietario! Osimo non è nei tropici; il pappagallo non doveva essere abituato a volare libero tutto il giorno. Forse non si rendono conto di quanti rischi ha corso e ha fatto correre. Chi non sa tenere gli animali non deve prenderli”.
Altri hanno detto: “Io sono una “pappagallofila” ma condanno il comportamento del proprietario di Franky. E’ un reato ambientale lasciarla libera in natura; persino penale.
E’ reato lasciarla incustodita. Ed è un pericolo per le persone… e per il pappagallo stesso. Ora vediamo questa “voliera” senza un posatoio adatto alle zampe, senza un gioco… per forza Franky si depluma… non ha modo di giocare perché anche i pappagalli giocano e hanno bisogno di stimolazioni mentali! Amare un pappagallo non significa questo, anzi. A me sembra che si stia giocando con la vita di Franky solo perché “fa figo” vederlo libero. Mi spaventa che ci siano tanti che vogliano emularlo…”.
In effetti sembra che il pappagallo Ara sia considerato un animale da compagnia e per questo motivo divenuto molto popolare nella convivenza con gli uomini; oltre che essere diventato, proprio per questa ragione, oggetto di saccheggio dai luoghi primitivi e quindi specie ormai rara in natura.
“Certo – racconta ancora Luchetta – qualche “impertinenza” Lucky l’ha commessa… in un supermercato di Filottrano, approfittando del carico della frutta, ha mangiato qualche noce di troppo… un’altra volta è riuscita ad entrare in un’auto in sosta beccando i sedili in pelle… un’altra volta ancora con il becco ha bucato la capote di un’auto oppure ha graffiato il casco di qualche ciclista in corsa… tutti danni che abbiamo sempre risarcito. Ora però, dopo qualche telefonata anonima di malcontento, ho deciso di non farla più uscire… vedremo in futuro cosa accadrà”.
Accade che la bestiola abbia preso la cosa malissimo… tanto da togliere il saluto anche a Giacomo che Franky considera un pò conme la sua mamma! La pappagallina – svela il proprietario – è stata svezzata in casa da quando aveva cinque mesi e veramente credo mi veda come uno strano genitore non volante.
Da qualche notte Franky non dorme e si vendica facendo rumore… oppure se ne sta tutto il giorno triste e appollaiata in un angolo… guardando il cielo da dietro l’inferriata come un carcerato anela la libertà!
“Ritengo che Franky – ci congeda Luchetta – non sia un pericolo per nessuno. E’ come una bambina ed è solo piena di curiosità e voglia di conoscere questo nostro strano mondo. Purtroppo le minacce di morte arrivate sono una realtà, non posso ignorarle. Certo temo che il nostro rapporto cambierà. Se resterà in gabbia a lungo temo che non potrò più liberarla perchè poi non obbedirebbe più al fischio di richiamo… insomma il futuro per Franky si prospetta incerto come non mai. A meno che i firmatari della petizione non riescano davvero a farsi sentire raggiungendo un numero record di persone a sostegno.
Al grido di “Vogliamo Franky libera” invitiamo i nostri lettori a sottoscrivere l’appello pro pappagallina fuori dalla gabbia.