Da cinque giorni consecutivi la città registra nuovi record con sempre maggiori nuovi positivi (ieri 426) o reclusi in quarantena (957); i dati del contagio più che raddoppiati rispetto a gennaio, non accennano a rallentare. Ma dall’Amministrazione comunale, primo baluardo della salute cittadina, sinora si è fatto fronte all’emergenza con un’unica ordinanza di facciata, anti “Joselito”…
Se giovedì Osimo ha conosciuto il suo giorno più nero con 393 infettati e ben 1.038 persone ristrette in casa in quarantena, pari al 4.11% dell’intera popolazione, le cose in quanto al diffondersi incontrollato del virus non sono andate meglio ieri, domenica, col record di 426 contagiati attivi, tutti insieme, positivi al Covid 19!
Come da tabella che proponiamo, il virus cresce ad Osimo ormai da 5 giorni consecutivi, come mai ha fatto dall’inizio della pandemia: 391 positivi martedì, 393 mercoledì, 396 giovedì, 414 sabato e ben 426 ieri, domenica.
Nelle stesse ore gli osimani ristretti in casa, in attesa dell’evolversi della quarantena, sono stati: 1.016 martedì, 1,038 mercoledì, 1.028 giovedì, 996 sabato e 957 domenica.
Ciò significa che il dato attuale di diffusione e controllo del virus è pari al 3.98% della popolazione complessiva; un numero “astronomico”, per intenderci, considerando che Osimo raggiunge quest’anno 34.847 abitanti.
Di questi l’1.23% risulta affetto e il 2.75% in quarantena per un quadro sanitario totale mai visto prima e che richiederebbe una risposta, da parte del Comune in primis, primo baluardo della salute pubblica, misure più incisive della sola ordinanza “anti Joselito” emanata nel fine settimana.
Anche perchè ad un quadro mai visto sul fronte degli ammalati fa da contraltare un dato spaventoso sul piano delle morti per Covid che, a febbraio, hanno raggiunto la misura osimana di ben 13 decessi, cinque donne e otto uomini. Dato da allarme rosso a cui, non è ben chiaro, toccherà aggiungere, come sembra, anche i decessi registrati in questo mese nelle tre case di riposo cittadine. Dicevamo come sembra in quanto il bollettino quotidiano emanato dalla Regione è al riguardo più che carente, non indicando la provenienza “privata” del deceduto, lasciando ipotizzare che i lutti extra ospedalieri non rientrino nel calcolo complessivo.
Esatti o meno che possano essere i conteggi della sanità regionale, 13 lutti nel solo mese di febbraio (praticamente uno ogni due giorni!) hanno certamente dato la misura della gravità della situazione; gravità che conosce un solo dato positivo nella conferma dei decessi limitati a soli anziani ultra 80enni e già sofferenti di patalogie.
85 anni l’età media degli otto uomini e 89 quella delle cinque donne, con casi così distribuiti: un 68enne deceduto a Pesaro, un 75enne all’Inrca di Ancona, un 83enne a Jesi e un altro a Torrette, un 84enne scomparso pure a Torrette, un 92enne all’Inrca di Ancona, un secondo 92 all’Inrca di Osimo e infine un centenario andatosene all’Inrca del capoluogo.
Le cinque donne, decedute tra Torrette e Inrca Ancona, avevano età ancora maggiori, rispettivamente 81, 82, 91, 93 e 95 anni. A conferma che la malattia non evolve mortalmente, nel 92% dei casi in Italia, se contratta in età relativamente giovane e da un fisico sano.
Resta il dato di grave pericolo appena rilevato e nostro avviso grandemente sottovalutato dall’Amministrazione Pugnaloni cui pure spetterebbe predisporre misure cautelari più restrittive di una semplice ordinanza anti assembramento. L’idea però che a proporre la medicina possa essere il Sindaco, di fatto, la scorsa estate, più negazionista d’Italia, appare soltanto un pio desiderio del buonsenso che, da un pò, non abita più ad Osimo.