Il Segretario dell’Unione di Centro si dimette, indagato dalla Procura Antimafia di Catanzaro per vicende del 2017.
La vicenda si incastra con i confermati no dell’europarlamentare romano a rafforzare l’area del Governo Conte. Ad Ancona, per ora, resiste l’alleanza con le Liste civiche
Dai ripetuti inviti a cena del Centro-Sinistra, con tanto di corteggiamento per passare, armi e bagagli, a sostegno del Governo Conte… alla perquisizione dell’appartamento romano con il sospetto infamante di appoggiare l’ndrangheta!
Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Noi non sappiamo come definire la brutta vicenda di associazione a delinquere che riguarda in prima persona il Segretario dell’Udc Lorenzo CESA; tanto meno non sappiamo, ignoranza per ignoranza, se l’avviso di garanzia che ha colpito il vertice politico del partito Unione di Centro sia o meno una coincidenza.
Sappiamo però due cose: i fatti contestati, tra gli altri, al parlamentare europeo riguardano vicenda datate 2017, giusto quattro anni fa. Vecchie di appena quattro giorni fa, invece, sono le lusinghe da cui CESA e gli altri Udc hanno dovuto smarcarsi a fatica per rigettare all’angolo le ardite avances di Pd e Cinque Stelle per un aiutino esterno. Che non è giunto.
Ora se le le due vicende siano correlabili o meno; o fino a quanto, non sappiamo dirlo. Di certo, a prima vista, non hanno l’aria della, tragica, casualità temporale.
Per un attimo immaginate solo il contrario, ovvero CESA e l’Udc che cedono alle lusinghe e al potere, reale, promesso da Conte e benedetto da Matterella col conio dei nuovi “costruttori”. Pensate davvero che tali costruttori, così faticosamente inseguiti dalla politica e dai poteri forti del sistema, sarebbero stati messi alla berlina giusto all’indomani, sepolti sotto l’accusa gravissima di fare associazione per delinquere, con metodi aggravati dal fare mafioso?
La nostra risposta è no.
Passando dalle suggestive (quanto inquietante) ipotesi, alla realtà della cronaca nera, questa l’accusa rivolta a CESA dalla Procura Anti mafia di Catanzaro guidato da Nicola GRATTERI.
Appalti in cambio di pacchetti di voti. Forniture di dispositivi anti infortunio – mascherine, caschi, guanti – in cambio di preferenze. E spesso persino una cresta del 5% sulle commesse.
Al centro del progetto, l’Udc della Calabria – che, con il suo segretario regionale Francesco TALARICO (arrestato) oggi Assessore al Bilancio e quello nazionale Lorenzo CESA, attualmente solo indagato – ha fatto da passe-partout all’imprenditore Antonio Gallo, braccio economico di tutti i clan ‘ndrini del Crotonese.
Politici, imprenditori e boss di primo livello. Tutti insieme per una maxi operazione da 48 arresti – 13 in carcere, 35 ai domiciliari – più un obbligo di firma e un divieto di dimora.
Gli uomini della Dia di Maurizio VALLONE hanno eseguito arresti, sequestri e perquisizioni in tutta Italia.
A Roma, come detto, alle prime luci dell’alba, hanno perquisito anche la casa di Lorenzo CESA, Segretario nazionale dell’Udc, indagato per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso.
“Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017” – ha confermato il politico di Centro con una nota. “Mi ritengo totalmente estraneo, tanto che chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura.
E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese, rassegno le mie dimissioni da Segretario nazionale, con effetto immediato”.
Se Lorenzo CESA, romano, 69 anni, indagato dal 2017 per pesanti accostamenti con uno dei mondi criminali italiani più sanguinari, temibili e fuori controllo come l’ndrangheta, avrà fatto bene a rassegnare le proprie dimissioni o meno, sarà solo il tempo a dirlo.
Di certo, stando alla dietrologia che tanto appassiona quanti non si accontentano di guardare solo all’apparenza della notizia, liberando il campo dalla politica e dalla politica Udc, CESA lascia ad altri confermare o meno la scelta di far restare o meno l’Udc nell’alveo del Centro-Destra o invece dirottare verso un Governo più forte in grado di stoppare elezioni anticipate e soprattutto assicurare all’Italia l’ennesimo Presidente della Repubblica di Centro-Sinistra. E’ quanto, direttamente o meno, decideranno anche le ‘ndrine Crotonesi.
Sul versante marchigiano, al momento, l’arretramento di posizione del Segretario CESA sembra non riservare ripercussioni particolari sull’accordo tra l’Udc regionale e l’indipendente Dino LATINI, leader del mondo civico. Ad Ancona la maggioranza di Centro-Destra appare forte, compatta e soprattutto decisa a lavorare senza farsi intrappolare da questioni terze. E fintanto gli ex democristiani sapranno resistere alle sirene del porto opposto, la navicella marchigiana dovrebbe solcare il mare della governabilità senza incidenti.