Steven Perez Vazquez, 20 anni, italo-colombiano, si era messo in testa di farsi rimborsare dai propri clienti l’hashish mai recapitato a giugno. Nel conto di 4.000 euro il giovane aveva inserito persino le spese legali affrontate e “l’ingiusta detenzione”. La Squadra Mobile con un blitz, ieri sera ad Osimo in centro, ha nuovamente ammanettato “Pablo Escobar”
Si vantava di avere un papà specializzato in pestaggi e che se non fosse stato rimborsato delle spese e del danno sostenuto avrebbe mandato qualcuno a “farti sotterrare!”.
Vere e proprie minacce di morte quelle che Steven PEREZ VAZQUEZ – 20 anni, nato e residente ad Ancona ma originario della Colombia – aveva promesso ai suoi clienti osimani, assuntori di hashish.
Giusto il tempo per uscire dai domiciliari patiti – da giugno a settembre – e il giovane italo-colombiano si è subito rimesso sulle tracce dell’affezionata clientela per esigere una sorta di pretesa al contrario… soddisfatto o rimborsato!
Era successo che lo scorso giugno Steven PEREZ VAZQUEZ era finito in manette, arrestato ad Osimo dalla Squadra Mobile guidata dal dottor Carlo PINTO, proprio per il mancato traffico di 2 etti e 10 grammi di hashish, mai consegnati ad un pusher osimano localizzato in una casa popolare del centro storico.
Il giovane spacciatore – autodefinitosi “Pablo Escobar, re della movida anconetana”, un nome di tutto rispetto, già a 20 anni, nella malavita del capoluogo – pretendeva in pratica che l’osimano lo rimborsasse del mancato affare e addirittura delle spese legali sostenute in seguito all’arresto di giugno! Quanto? Sembra che 3.000 euro potessero bastare. Forse.
Nel dubbio l’osimano si è astenuto dal versare un solo centesimo con le pretese, ogni giorno più assurde, che ad un certo momento hanno sbalordito e mandato in tilt la vittima, incredula di quanto ascoltato sia voce che, in seguito al mancato pagamento, con reiterate richieste a mezzo i social più frequentati: Facebook, Messenger, Instagram, ecc.
Ma nulla. I 3.000 euro, nonostante la fama rimasta inverificata del papà, hanno resistito e sono rimasti ad Osimo. Da qui il cambio di vittima ma non di strategia da parte di “Escobar” che, pensa e ripensa, ad un certo punto ha ritenuto utile richiedere il rimborso spese persino ad un fratello del cliente!
La risposta ricevuta ciascuno può immaginarla; così come è immaginabile che il monarca della movida, nonostante le porte sbattute in faccia rimediate, non si arrendesse facilmente alla dura realtà, provando a farsi rifondere “i danni” presunti contattando un ulteriore mancato cliente osimano.
Con scarsa fortuna. Sarà la nostra città a non portare particolare fortuna, sarà la mancata abilità di risultare credibile attraverso un padre soltanto millantato di essere capace davvero di sotterrare vivi per gli sgarri subiti, fatto sta che i due fratelli osimani, ad un certo punto, si sono stancati di ascoltare o leggere le esternazioni farneticanti di PEREZ VAZQUEZ a giorni alternati.
Da qui la decisione degli osimani “ricattati” di far interessare dell’italo-colombiano nuovamente la Polizia, così come avvenuto in giugno.
Fingendosi impauriti e tremanti, i due fratelli hanno così concordato, con l’ormai ex monarca della movida dorica, di cedere al timore di incrociare il papà seppellitore di PEREZ VAZQUEZ, concordando il pagamento a saldo e stralcio di 4.000 euro, omnicomprensivo persino di spese di trasferta, verosimili versamenti previdenziali, varie ed eventuali.
Roba da pazzi o da film, degna di un finale con scena madre andato effettivamente in onda ieri sera, nell’appartamento in centro dei due fratelli osimani. Bussato alla porta all’orario concordato, Steven PEREZ VAZQUEZ è stato effettivamente ricevuto in casa, amabilmente, come un vecchio amico che non si vede da tempo. Un saluto, la stretta di mano, un rapido resoconto delle novità offerte dal mercato degli stupefacenti per Natale e Capodanno ed infine la richiesta di saldare la partita.
Peccato che nella stanza accanto, ad ascoltare tutto, c’era ad aspettare il giovane re spodestato, mezza Squadra Mobile di Ancona e qualche agente di supporto del Commissariato cittadino.
Agli uomini del dottor Pinto, sul posto con false banconote da 100 euro, debitamente fotocopiate e annotate dei numeri seriali, è così parso davvero troppo facile intervenire al momento del rilascio della mazzetta tramutatisi d’incanto in prova schiacciante di ricevuta.
Mentre Steven PEREZ VAZQUEZ veniva ammanettato, ormai ex anche “Pablo Escobar”, il ragazzo ha avuto ancora il tempo per guardare storto i due fratelli… fedifraghi, lasciando immaginare loro chissà quale conto extra da rimborsare, una volta riuscito di galera!
Peccato che stavolta il nostro eroe dovrebbe stazionare più a lungo, sperabilmente per tutti, nelle patrie galere. Professatosi pentito a giugno dinanzi al giudice Francesca PIZZI (disponibile a credere al desiderio di voltare pagina del ragazzo) stavolta Steven PEREZ VAZQUEZ dovrebbe saldare, tutto insieme, il conto con la Giustizia.
Intanto per essersi preso gioco del magistrato, poi per aver a lungo rotto le scatole a ben tre persone in tutti i modi possibili ed infine per essere stato ritrovato in possesso, tanto per restare al pentimento da coccodrillo, di altra droga, nella fattispecie mezzo etto di cocaina.
Ben poca roba per uno che, è stato calcolato, poteva contare su un giro di affari mensile sino a 60.000 euro investiti in orologi Rolex, ristoranti stellati, donne e bella vita.
Associato al ben più parco trattamento di vitto e alloggio offerto da Montacuto, Steven PEREZ VAZQUEZ ora avrà tempo, sperabilmente molto, per riflettere sulle conseguenze di un gesto insensato costatogli, oltre al solito capo di imputazione, anche la ben più pesante accusa di estorsione.