Dopo un anno di gemellaggio e due tavoli di confronto non decolla l’apparentamento bulgaro
NON ANCORA CONSUMATO
IL MATRIMONIO CON SOFIA!
Dimostrata l’inutilità di iniziative valide solo per tour turistici a vantaggio di pochi
E dopo il gemellaggio virtuale con Topolinia, corre in questi giorni il primo anniversario di quello reale con la città di Sofia.
A distanza di 365 giorni appare lecito all’opinione pubblica porsi la domanda fondamentale: quali vantaggi sta portando l’unione strategica tra le Cinque Torri e la capitale bulgara?
A rispondere dovrebbe essere la prima cittadina Yordanka Fandakova e il Sindaco Simone Pugnaloni, ovvero i principali protagonisti di questa unione di interessi che, riproduzione della chiesa di Santa Sofia in Covo 2016 a parte, non sembra aver portato alle due città altri benefici da ricordare.
Eppure le aspettative sbandierate all’atto della firma erano ben altre. Giusto un anno fa si è parlato in termini credibili, utilizzando parole inequivocabili, di collaborazione nel campo “dell’efficientamento (non chiedeteci il significato) energetico” e dell’adeguamento anti sismico.
Addirittura Pugnaloni, sull’onda del pensiero positivo, si era spinto ad immaginare un beneficio per le imprese osimane detentrici del giusto know how (anche in questo caso preferiamo l’utilizzo italiano del termine, ovvero conoscenza tecnica, esperienza, competenza), arrivando ad ipotizzare scambi culturali e di esperienze lavorative tra i giovani di Osimo e Sofia!
Pugnaloni credeva e probabilmente ancora oggi continua talmente tanto a credere nel proprio personalissimo pensiero positivo che il protocollo che gemella Osimo e Sofia in una sorta di unica entità, è arrivato a mettere nero su bianco che ogni sei mesi (e comunque due volte l’anno) si sarebbe dovuto tenere un tavolo di confronto teso a sviluppare le iniziative di cui sopra.
E per finire in gloria giusto un anno fa, a Sofia, ancora sotto effetto del proclama appena lanciato (da non confondere con il famoso editto lanciato qualche anno prima da Berlusconi propria nella capitale bulgara) non esitava ad annunciare iniziative tese a sollecitare il mondo delle aziende, della scuola e della cultura.
“Sofia è una città in grande sviluppo – assicurava Pugnaloni un anno fa agli osimani – che punta sulla crescita anche attraverso gli scambi culturali, oltre che nella tecnologia delle nostre imprese. La città necessità di progettisti e investimenti, specie nei settori energetici e ludico-ricreativi. Il gemellaggio svilupperà tutte queste opportunità”.