Il leader del Carroccio nelle Marche per un tour verso Macerata e Fermo, città attese anche al voto Comunale. Verso il braccio di ferro Acquaroli-Mangialardi
In attesa dell’ufficializzazione della data – 12 o 19 settembre – la campagna elettorale inizia a scaldare i motori.
L’onore di tagliare il simbolico nastro inaugurale dei partiti toccherà, così, proprio ad Osimo che lunedì mattina ospiterà, nella nuova sede della Lega del Filo d’Oro, il segretario della Lega Matteo Salvini.
L’ex Ministro dell’Interno, per l’occasione, dovrebbe essere accompagnato dal neo Commissario politico regionale Augusto Marchetti e probabilmente, ma non è ancora certo, dal candidato in pectore alla Presidenza delle Marche, il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Acquaroli.
L’incontro ad Osimo, in tempo di post Covid ristretto ad addetti ai lavori e personale del Filo d’Oro, si terrà ad inizio giornata, in forma semi privata, prima di puntare su Macerata e Fermo dove Salvini è atteso per il resto della giornata.
L’incontro al Filo d’Oro, rinviato l’anno scorso a maggio per una questione di tempi, viene così recuperato dal segretario leghista, interessato a toccare con mano la professionalità scientifica raggiunta dall’istituzione osimana, all’avanguardia europea nella cura e assistenza dei meno fortunati tra noi.
Tornando alle elezioni regionali, il dibattito del 2 Giugno sembra aver fatto registrare, sia a Destra che a Sinistra, un chiarimento quasi decisivo delle posizioni in campo.
Mentre Maurizio Mangialardi, forte del sostegno del Pd da Ancona in su, si appresta a raccogliere il consenso unitario del partito nelle restanti province meno forti di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno (con ciò archiviando le ultime resistenze degli Assessori uscenti vicini a Ceriscioli)… sul fronte opposto proprio la manifestazioni unitaria del Centro-Destra, riunito ad Ancona per il 2 Giugno, pare abbia formalmente dato il via libera ad Acquaroli sull’antagonista Castelli e sulle possibili risorse civiche di Jesi, Civotanova Marche e Osimo.
L’ultima parola, come è ovvio, verrà da Roma dal prossimo faccia a faccia tra le tre componenti la coalizione, anche se pare difficile – allo stato dell’arte – far rimangiare alla Meloni la legittima soddisfazione per il candidato designato.
Ci si avvia, dunque, ad un braccio di ferro Acquaroli-Mangialardi con l’ago della bilancia a pesare sul Centro-Sinistra ma con la controparte mai così vicina, come in questa occasione, nel provare il colpaccio.
Per riuscirci servirà non sbagliare neanche una mossa (a cominciare dall’apertura senza condizioni alle liste civiche del territorio), avere un pò di fortuna e sperare in un passo falso personale di Mangialardi.
Un pò troppo per sperare davvero in una elezione aperta anche perchè i nudi numeri legati agli abitanti (e quindi al numero degli elettori) è nettamente sbilanciato verso Ancona e Pesaro (province rosse) che Macerata, Fermo e Ascoli Piceno.
Senza contare la defezione dei marchigiani verso il voto regionale (nel 2015 parteciparono solo il 50% degli iscritti al voto), circostanza che penalizza ulteriormente il Centro-Destra.