Avviata a Pesaro, Torrette e Fermo la sperimentazione Di Donno. Per sei mesi la Regione, sulla scia del Veneto, farà magazzino per una eventuale ripresa invernale del virus. I guariti marchigiani generosi nel donare
Autorizzata anche nelle Marche la cura “Di Donno”, avversata dal Governo ma disponibile ai marchigiani grazie all’iniziativa del Governatore Ceriscioli.
IL via libera sostanziale si è avuta la settimana scorsa, dopo aver superato anche le ultime resistenze del cosiddetto “comitato etico” che, finalmente, ha sgombrato il campo e sciolto l’ultimo veto burocratico.
Ad ostacolare per una preziosa settimana l’avvio della pratica al cosiddetto plasma iper immune, i mille bizantinismi pretesi da “esperti” impuntatisi su alcuni dettagli di contorno del protocollo da osservare, tipo la maggior informazione, fino ai dettagli, degli aspetti da comunicare al paziente sui possibili effetti collaterali; oltre ad altre informazioni che nulla c’entrano con l’emergenza in corso, tesa a salvare quante più vite possibili.
Immaginate voi quale utilità possa portare ad un ricoverato covid in serie condizioni sapere dei criteri per i quali è stato incluso nella sperimentazione e – men che meno quando in ballo c’è la pelle da salvare – diventare piccoli esperti sulle modalità di somministrazione del plasma!
Comunque questa è l’Italia e per fortuna che nelle Marche, guadagnando punti inaspettabili dai marchigiani, Ceriscioli si sia deciso di lasciare un segno positivo, dopo 5 anni di nulla sanitario. Vedi Osimo senza andare troppo lontano.
In ogni caso, tornando alla sperimentazione finalmente al via, questa avrà una durata di sei mesi e – ben si comprende – appare destinata nella ipotesi malaugurata di una ripresa del virus autunnale.
In questi sei mesi, sulla scia del Governatore del Veneto Zaia che per primo ha aperto la strada alla terapia dei cosiddetti convalescenti, le Marche cercheranno di fare “magazzino” accumulando plasma prezioso potendo contare su una platea di 3.716 soggetti guariti, ovvero portatori di anticorpi nel proprio plasma.
Plasma che verrà utilizzato, in questa fase, su un campione di circa 100 pazienti selezionati (tra i circa 2.000 restanti), vale a dire dando precedenza a coloro che si trovano nella fase di sviluppo della viremia ma non hanno ancora toccato lo stadio più grave della malattia.
Per fortuna, dai primi dati a disposizione, sta emergendo la grande generosità dei marchigiani guariti dall’infezione, a mettersi a disposizione per donare il proprio plasma immune.
Insomma anche dalle Marche, lentamente, senza clamore, sembra essersi imboccata la giusta strada per vincere, in attesa del vaccino, le conseguenze del Covid 19… quand’anche dovesse ripresentarsi sotto rinnovate forme di Covid20!
Appena il caso di ricordare che la cura, messa a punto dallo pneumologo mantovano Di Donno e osteggiata o meglio solo sopportata dal Ministro alla Salute Speranza, prevede un costo minimo di appena 80 euro (!) a sacca, produce effetti positivi visibili in appena 12 ore e funziona nel 99.99999% dei casi, ovvero 19.999.999 volte su 20 milioni di casi trattati. Basterà appena ricordare che nessun paziente, trattato presso l’ospedale “Carlo Poma” di Mantova, è deceduto a causa del virus!
Da ultimo un’ultima buona notizia marchigiana da ascrivere a Ceriscioli. Il Governatore, in anticipo rispetto al 3 giugno indicato dal Governo, ha emesso una ordinanza in cui si autorizza, da oggi, i residenti nelle province confinanti di Pesaro e Ascoli Piceno, a varcare liberamente il confine del Tronto e del Tavollo, potendosi quindi recare nelle province di Rimini e Teramo… quando si dice il buon senso!