Ipotizzati gravi reati penali sia per l’amministratore TPL che per la macchina comunale. Ultimato il fascicolo amministrativo all’attenzione del Prefetto
Caso Luna, l’affare si ingrossa: protocollati in Comune due diversi documenti – dimissioni da amministratore TPL e convocazione dell’assemblea dei soci TPL – con la stessa data e addirittura lo stesso numero di protocollo: 13057 punzonato due volte la mattina di giovedì 9 maggio scorso.
Pur non essendo avvocati, ci pare di tutta evidenza il susseguirsi di due diversi reati: il primo, punito dall’articolo 483, compiuto da Massimo Luna che attesta falsamente ad un pubblico ufficiale fatti contrastanti e opposti dai quali non può emergere la verità e per questo punito con la reclusione fino a 2 anni.
E’ infatti punita la condotta di colui che, compromettendo la fiducia dell’opinione pubblica riguardo ad un atto pubblico, ne viola la garanzia di veridicità.
Delle due l’una: il 9 aprile 2019, stando ai due opposti documenti protocollati stranamente entrambi il 9 maggio e che pubblichiamo: o il signor Massimo Luna, non ancora consigliere comunale, attesta le proprie dimissioni da TPL o convoca per il 20 e 21 maggio 2019 il Cda… da cui si è appena dimesso!
Le due cose insieme non stanno bene e ipotizzano a carico di Luna, oggi anche consigliere comunale e più che mai incompatibile, il reato di falso in atto pubblico.
Con l’aggravante riferita all’ordine del giorno del Cda TPL, ordine del giorno limitato alla preso d’atto del bilancio di esercizio 2018 negativo e conseguenti deliberazioni, senza alcun riferimento alla volontà protocollata di voler passare la mano e dimettersi dalla guida dell’azienda trasporti.
Ma conseguenze gravi sono nell’aria anche per il pubblico ufficiale che il 9 maggio scorso, nell’esercizio delle proprie funzioni, ha formato due atti uguali e opposti! Di fatto due falsi!
In questo caso l’articolo 476 ci va più pesante e punisce i colpevoli, con la reclusione da 3 a 10 anni; ovvero coloro che il proprio operato concorrono nel far venir meno il bene giuridico della fede pubblica, vale a dire la fiducia che la collettività ripone nella verità e genuinità di determinati documenti circa provenienza e contenuto.
La vicenda del doppio numero protocollo – il 13057 timbrato due volte il 9 maggio scorso – purtroppo, pur gravissima, non appare isolata o a se ma inserisce in pieno, al contrario, nella discussione politica in corso circa la legittimità del ricordato Massimo Luna (Pd) a sedere contemporaneamente tra le fila della maggioranza e a l vertice della controllata TPL, vicenda per la quale, per senso civico, OSIMO OGGI ha già dato corso al Prefetto di Ancona D’Acunto di chiarire la querelle. Nei particolari.