La vicenda mai sopita del ballottaggio beffa, con l’avvicinarsi delle elezioni porge il fianco a considerazioni mai del tutto chiarite in seno al parlamentino di Su la Testa e consociate. In effetti un ammanco di 1.367 preferenze, fatte sparire dalla sera alla mattina, costituiscono un furto politico rilevante, pari ad oltre il 15% dell’intero potenziale, tale da determinare un naufragio neanche lontanamente ipotizzabile in condizioni normali.
Cosa ha consentito di arrivare alla situazione in essere? E come mai un politico attento per quanto discretamente confusionario, quale anche gli avversari possono considerare Latini, non fiutò in tempo il pericolo che stava montando sotto le apparenze?
Ce lo siamo chiesti riportando indietro le lancette dell’orologio agli anni precedenti al 2014, ovvero al quinquennio Simoncini e prima ancora alle scelte operate dallo stesso Latini durante il duplice mandato.
Ne scaturisce un quadro che rivela, temiamo solo in parte, la realtà di un movimento che dopo il successo storico della prima ora, 1999, è andato dividendosi troppo di frequente in mille e più rivoli, centinaia di distinguo e decine di posizioni personali; leggi pacchetti di voto detenuti in mano da colonnelli il cui comportamento, nel tempo, ha si dimostrato spiccato interesse alla politica… ma quasi unicamente quale tornaconto, diciamo così, dell’immagine personale.
Sperando non si arrabbino troppo, abbiamo individuato un primo pacchetto di sei personaggi, tutti assimilabili, nella migliore delle ipotesi, alla categoria politica di coloro che non possono dirsi dispiaciuti dagli eventi. Nessun giuda, traditore o venduto ma comunque situazioni che hanno lasciato pensare almeno 1.367 cittadini osimani.
Iniziamo da Massimiliano Belli, figlio di Tito e tanto bastò per accreditarne il valore.
Presenza attiva nel movimento, Belli venne catapultato direttamente da Latini nella vita della città senza vantare qualifiche particolari, ahi noi neanche in fatto di fedeltà.
Il suo nome spuntò subito, già nell’altro Millennio, ma solo a seguito di selezione di personale (nel 1999 si usava) per un posto di funzionario nell’allora Aspea SpA. Ne vennero inquadrati due e il secondo era appunto Belli.
Carriera veloce con Latini, passato dai servizi di Astea, alla consulenza Parko fino al ruolo di amministratore Astea Energia, Belli ha impiegato ancor meno, giusto una settimana per farsi premiare da… Pugnaloni!
Solo pochi giorni dall’8 giugno e la signora Alessandra Fabiani Lanari, moglie del nostro, si è ritrovata dalla Asso (dove era entrata con selezione aggiudicandosi il ruolo part-time di assistente scolastica ad un più consono impiego, in pianta stabile in Comune, dentro il nuovo ufficio “Europa” quale addetta culturale.
Ma la vera carriera Pugnaloni l’aveva pensata per Belli. Ecco che il 16 novembre 2015 il nuovo Sindaco, riesumando la figura del Direttore generale dell’Astea, in passato di competenza al socio privato, lo ha nominato tale (appunto Direttore generale) premiando in tal modo – come ebbero a postare i 5 Stelle – “la testa di legno voluta da Pugnaloni in Astea in un ruolo chiave per far funzionare possibili poltronifici e clientelismi futuri”.
Pugnaloni, in verità, definì la campagna acquisti quale giusto riconoscimento ad un dirigente dalle “elevate qualità professionali”, mentre il neo Presidente Astea Marchetti (un compenso annuo, stando ai 5 Stelle, di 21.000 euro più altri 20.000 se raggiunge gli obiettivi che non mancare di fare), si avventurò ancora più in alto giungendo ad affermare che “Belli offre ampie garanzie a tutti i soci del gruppo”.
Restiamo in casa Astea e veniamo al personaggio numero 2, ovvero Giancarlo Mengoni, detto Gianchy, una super luminosissima carriera che lo ha portato, come ebbero a sottolineare molti con meraviglia, da netturbino a Presidente e amministratore di Astea!
Cresciuto nel vivaio delle liste civiche fin dalla prima ora, Mengoni ha caratterizzato la propria discesa in politica quale principale portatore di voti in una realtà non semplice per Su la Testa come Osimo Stazione.
Circa 350 preferenze, una più, una meno, il peso specifico del colonnello di Latini che nel 2014 venne escluso dall’inserimento in lista al termine di una lunga guerra interna di candidati. Non è un mistero che proprio Mengoni, preso atto della marginalizzazione della propria figura, abbia comunque preso parte alla campagna elettorale invitando i suoi amici degli amici, dopo aver votato Latini a maggio, a non riconfermarlo a giugno.
In effetti il dato di 451 elettori “al mare” nel territorio di sua competenza lascerebbe pensare ad un ruolo attivo, in negativo, per Latini.
A differenza di Belli, Mengoni non rientra tra i cooptati da Pugnaloni; l’ex netturbino diventato Presidente è tornato, professionalmente, ma con la qualifica di solo dirigente, ad occuparsi di ecologia, sempre in ambito Astea.
Restando in casa Astea, emblematica appare la figura di Mirco Gallina, altro fedelissimo della primissima ora, già segretario di Su la Testa e già Presidente del Consiglio comunale, nonchè Direttore di Astea servizi, confermato in carica dalla Amministrazione Pugnaloni.
Il buon Mirko, forse timoroso per il proprio incarico, è letteralmente sparito dalla circolazione. In tutti i sensi! Già all’indomani dell’esito del ballottaggio il suo vecchio cellulare recita la litania “utente inesistente”… ne hanno miglior fortuna coloro che bussano alla propria porta (zona Aldo Moro) o quanti lo attendono inutilmente alle riunioni del movimento.
C’è chi non esclude di rivolgersi alla fortunata trasmissione “Chi l’ha visto?” dal momento che anche in città Gallina è da anni un perfetto desaparecidos. Un atteggiamento molto strano per un personaggio a cui, all’epoca, non mancò coraggio per staccarsi da quel Pci-Pds-Ds-Pd in cui era cullato quale nuovo enfant prodige!
Altro transfugo da quella Sinistra a cui è attualmente ritornato, il dottor Achille Ginnetti, già Presidente del Consiglio comunale e Assessore sia con Latini che Simoncini, è un altro che ha preso male la batosta del ballottaggio… tanto da segnalarsi al contrario tra i più facinorosi per la presentazione del ricorso al Tar!
Ci rimase così male, Ginnetti, al punto di auto-ricoprirsi il capo di cenere e tentare in solitario l’avventura della candidatura regionale con i socialisti di Pieroni, in appoggio a “smantellatore” Ceriscioli.
Onor del vero vuole che Ginnetti, correttamente, non mantenne il piede in due scarpe ma, uscendo dal movimento delle civiche rassegnò le dimissioni anche dall’incarico di consigliere comunale (rilevato da Antonio Scarponi) senza offrire stampelle, come avrebbe potuto, ad un Pugnaloni già orfano del consigliere Mariani.
Un altro personaggio chiave in questa brutta storia di addii dell’ultimissima ora, risponde al nome di Franco Natalucci, colonnello latiniano premiato con la Direzione alla Asso dopo due volte che si era presentato a candidato consigliere.
Apprezzato dipendente privato presso un maglificio di Osimo (la leggenda narra che il datore di lavoro, soddisfatto per la carriera del dipendente, si strappò i capelli per l’improvvisa grave perdita), Natalucci detiene, tra tutti, in concorrenza forse solo con Belli, il record di velocità nella specialità salto del fosso.
Letteralmente dalla sera alla mattina dell’8 giugno, dovevano ancora celebrarsi le feste in piazza per il successo al ballottaggio, Natalucci si è sfilato al momento – testimoni oculari narrano abbia lasciato tutte le proprie cose in sezione – per mettersi sull’attenti al nuovo vincitore. Vincitore che, sorvolando su una piccola mancanza di titoli sufficienti per ricoprire l’incarico alla direzione della Asso, ha gradito la mossa riconfermandolo in sella alla azienda, ad ogni buon conto, presieduta e vigilata da Giacco.
Di Natalucci le cronache narrano essere l’artefice del repentino cambiamento di programma, il Natale scorso, a teatro, dello spettacolo spirituals… quando la compagnia originaria, pagata a caro prezzo dagli osimani, venne sostituita in extremis senza informarne – prima – il pubblico!
Dulcis in fundo Enrico Canapa, democristiano nel sangue e nel midollo (ma con nipote segretario Ds) che dopo un ventennio a guida del Buttari su indicazione delle civiche e dopo il no – dicono i sacri testi – direttamente pronunciato da monsignor Menichelli per un ripiego nel Cda del Recanatesi (il Cardinale gli preferì proprio Simoncini che, vai a sapere perchè, accettò il confinamento)… insomma dopo tutti questi no in serie ha iniziato a vuotare il sacco prendendosela con il mondo intero.
O meglio prendendosela con chi, per una vita, gli hanno detto si.
Attacchi di fuoco su facebook e giro di reciproche querele tra Canapa e Latini, a conferma di un rapporto ormai destinato ai libri di storia cittadina.
Settima ed ultimo personaggio, in questo particolare non essendo un politico ma un funzionario comunale, non poteva mancare la signora Lucia Magi.
Entrata tanti e tanti anni fa in Comune quale dattilografa alle dipendenze dell’ufficio scuola e uscita tanti e tanti anni dopo, esattamente a novembre scorso, con 10.000 euro circa mensili di stipendio e il ruolo di vice segretario!
Fin qui nulla di strano. La signora si è discretamente impegnata, sotto qualsiasi amministrazione per la quale si è trovata ad assolvere i propri ben remunerati servigi, tanto che nessun Sindaco, tra i molti succedutisi a Palazzo, potrà parlarne men che bene.
L’ultimo che ne tesserà addirittura le lodi, guarda coincidenza, è invece proprio Pugnaloni il quale ha saputo giovarsi del ruolo facilitatorio che la signora Magi, in tanti e tanti anni di carriera, ha certamente fatto proprio… conoscendo fatti leciti, fatti leciti riservati, fatti leciti al limite e fatti leciti da dimenticare.
Tanti fatti leciti che la signora Magi, probabilmente per strappare quella lode finale alla carriera che forse mancava per chiudere una stagione iniziata giovane e dattilografa, si è affrettata a rendere un pò meno riservati mettendo il buon Pugnaloni in più di una occasione sulla buona strada.
Intendiamoci. Un conto è fare il proprio lavoro con dedizione e al meglio; altra cosa è fare di più mettendo a frutto, diciamo per vantaggio personale, conoscenze pervenute per mezzo del lavoro cui si è incaricati.
Insomma anche in questo caso, seppur diverso dai sei sopra elencati, registriamo la caduta di ogni stile e il vezzo – tutto italiano – di correre in aiuto di sta già vincendo.
Stop qui ad un primo sorvolo sulla palude dell’8 giugno e i 1.367 osimani indotti al mare dai sei super elettori, ognuno dei quali ben facilmente avrebbe potuto movimentare… a dispiacimento, 250-300 voti.
Vedremo presto se Su la Testa avrà fatto tesoro di troppi errori per non pagare dazio o se invece il passato ha ancora insegnato troppo poco.