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Pinciaroli e Andreucci attesi a Villa San Paterniano per l’acquisto dell’ex maneggio Agrifan
GIORNI PRIMA UN TRAGICO SELFIE
CON LO STESSO COLTELLO!
DECISIVO UN AMMANCO DI 3.000
EURO ALLA BASE FOLLE GESTO?
La vittima aveva con se 15.000 euro e altri 10.000 avrebbe dovuto portarli Andreucci. L’acquisto di cocaina ha fatto temere il licenziamento. Da qui l’idea di uccidere?
Vado su e l’ammazzo”. La scritta, in calce ad un selfie scattato da Valerio Andreucci addirittura qualche settimana prima il ferimento a morte di Olindo Pinciaroli, incornicia l’immagine di Andreucci che brandisce lo stesso lungo coltello, 20 centimetri, utilizzato domenica mattina per far fuori il veterinario di Montelupone.
E’ quanto hanno scoperto i tecnici informatici che da giorni scavano nella memoria dell’Iphone di Mancinelli ormai, seppur non confesso, incastrato da solo quale unico esecutore dell’accoltellamento mortale con 15 fendenti.
Ma quale rancore nascosto ha armato la mano del fresco collaboratore di Pinciaroli?
Un prestito di 10.000 euro o un fondo cassa da cui Andreucci avrebbe approfittato per acquistare della cocaina con cui, anche la notte precedente il delitto, Andreucci si è incipriato il naso.
Di fatto domenica mattina, oltre a visitare un cavallo ad Agugliano, la coppia era attesa in via Striscioni, 52 – a Villa San Paterniano – per redigere i primi passi di acquisto dell’ex maneggio Agrifan chiuso nel 2011.
Pinciaroli, tra contanti e assegni, con se in tasca, portava denaro per circa 15.000 euro a cui, probabilmente, Andreucci avrebbe dovuto sommare i 10.000 euro avuti in prestito o quale fondo cassa. Il fatto di averne spesi circa 3.000 in cocaina sarebbe certamente emerso e portato ad una discussione dalla quale Andreucci temeva anche per il possibile allontanamento dal fresco posto di lavoro.
Da qui, nella notte, con decine di messaggi whatsapp che hanno tempestato i suoi amici ascolani, la decisione di far fuori il “panzone”, così Andreucci aveva ribattezzato Pinciaroli per la sua corpulenza.
Una decisione, quella di accoltellarlo, maturata lentamente nel corso delle 4-5 ore precedenti il fatto, con gli amici che a turno si sono svincolati dall’invito a partecipare come se, invece di essere complici di un efferato omicidio, Andreucci offrisse loro un piacevole diversivo!!!
Quasi tutti i ragazzi con cui Andreucci ha scambiato messaggi, dalle 4 delle notte fino alle 8 del mattino – quando ha persino chiesto, sotto l’effetto della coca, se qualcuno “conosce un modo per nascondere un corpo?” – hanno provato a dissuadere il ragazzo dal mettere in atto un gesto talmente definitivo, priva di logica e dalle conseguenze terribili per se e tante altre famiglie; nessuno però si è sognato di dare l’allarme a Polizia e Carabinieri per fermarlo in tempo e salvargli la sua stessa vita.
Andreucci, incontrato Pinciaroli che ormai aveva imparato ad odiare per quanto sarebbe potuto succedere, ha improvvisamente estratto il coltello, finora ristretto al ruolo immaginario di selfie, e si è scagliato contro il “panzone”.
Pinciaroli, parati i primi colpi con la mano, ha solo potuto raggiungere la piazzola in sicurezza e provare a scappare dandosi all’unico riparo possibile, sotto l’ambulanza medica.
Nettamente più agile Andreucci ha stanato la preda da sotto il mezzo colpendolo altre 13 volte, 15 in tutto, infliggendo tra cui quello che si è rivelato il corpo mortale con una profonda coltellata a recidere la carotide. Ancora agonizzante, il 24enne ha quindi lasciato Pinciaroli riverso a terra, tra lo sportello passeggeri rimasto aperto e l’erba.
Scagliata l’arma nel fossato, a circa 150 metri di distanza, Andreucci ha quindi provato ad auto infliggersi dei colpi allo scopo di ferirsi leggermente e valorizzare la tesi di un assalto ad opera di quattro zingari.
Poi, non ancora contento, è tornato sui suoi passi per recuperare l’arma, infliggere al veterinario altre due rabbiose coltellate da morto e infine prendere il cadavere anche a calci… sotto gli occhi di un automobilista di passaggio; l’uomo, testimone volontario in caserma, ha immediatamente raccontato ai Carabinieri, il pomeriggio stesso di domenica, il particolare di quel ragazzo che stava scalciando in terra… senza però riuscire a dare eccessivo peso alla cosa.
“Ho notato la scena solo per pochi attimi e ho pensato a qualcosa di molto più semplice… ho creduto che calciando a terra il ragazzo stesse dividendo due cani che stavano litigando. Solo più tardi, quando ho saputo dalla tv dell’omicidio, ho ritenuto giusto raccontare quello che avevo casualmente visto”.
Una rabbia cieca, anche oltre la morta orribile all’arma bianca inflitta, che pure non ha impedito ad Andreucci di mostrare il peggio della propria umanità.
A cinque giorni dal fatto, mentre ieri pomeriggio il feretro di Olindo Pinciaroli ha fatto rientro per l’ultima volta nella sua Montelupone, si attende comunque la piena confessione dell’unico più che sospettato.
Trainato dagli amati cavalli di tutta una vita, il carro funebre del 53enne veterinario e allevatore ha fatto ingresso ingresso in chiesa per l’ultimo.
Ad attenderlo la moglie Patrizia Pasutto e la figlioletta di 4 anni, oltre all’intero paese stretto attorno al dolore della famiglia.
Al termine del rito religioso il corteo, a metà tra quanti hanno seguito Olindo a piedi o a cavallo, da porta Ulpiana si à mestamente portato al cimitero cittadino.