Alle viste un altro pastrocchio istituzionale a mescolare le mele degli atti dovuti con le pere della semplice informazione. “La Legge non sa quanto ho dato alla città con generosità, senza tornaconti personali…”
Per la serie “un bel tacer non fu mai scritto”, ci si invita a rientrare sullo scoop di ieri pomeriggio, incentrato sulla sentenza della Corte di Appello di Ancona e lo status di “ineleggibilità” di Massimo LUNA (Pd) a Consigliere comunale.
Avremo preferito riservare tempo e spazio alle responsabilità ordinamentali che, con ogni probabilità, per non dire certezza, la Prefettura di Ancona si appresterà a contestare e far ricadere sull’incerto operato del Segretario comunale Giuliano GIULIONI (responsabile di due processi evitabili e soprattutto delle conseguenze amministrative prodotte con l’insediamento di un estraneo al vertice della III Commissione comunale Ambiente); ma la cronaca ha i suoi tempi e precedenze non invertibili.
Spazio dunque alle lamentose parole di un Massimo LUNA che pensavamo di non sentire, in quanto giuridicamente “senza titolo” a commentare; parole invece raccolte da testate più disponibili.
“Dopo la sentenza di Appello – si può leggere sull’odierna edizione di VivereOsimo.it – in accordo con il Sindaco e l’Assessore PELLEGRINI, mi dimetterò da Consigliere comunale. Ho sempre fatto il bene della città e del partito Democratico, anche sopra le mie personali convenienze politiche.
Chiedo scusa alla città e ringrazio il Pd e il Sindaco della fiducia nel mio operato. Chi mi conosce – conclude LUNA – sa che ho dato sempre tutto con generosità e senza tornaconto personale. La legge questo non lo sa.
Rimango a disposizione dell’Amministrazione PUGNALONI e del partito Democratico. Grazie ancora”.
In pratica il Cavalier LUNA, prendiamo buona nota, ha appena raccontato alla città di avere fatto il bene di Osimo (ci mancherebbe!) e del partito Democratico (e qui, per chi dovrebbe governare al meglio tutti i 35.000 osimani, sarà meglio fingere di non aver compreso bene…); LUNA poi aggiunge “anche sopra le mie personali convenienze politiche”, aprendo in tal fatta ad un mondo di dubbie costumanze, proprie del partito democratico, a cui non vorremmo credere per ben di Patria.
“La legge questo non lo sa” – conclude, errando ancora LUNA, visto che proprio la legge – e non già il Segretario GIULIONI che avrebbe potuto e dovuto rappresentarla degnamente – con la sentenza di ieri, immediatamente esecutiva, vi ha posto rimedio.
Infine, da un buon tesserato, LUNA termina con una carezza al Pd da perfetto iscritto che rappresenta, al tempo stesso, una seria minaccia per la citta.
“Rimango a disposizione dell’Amministrazione PUGNALONI e del partito Democratico, lasciando intendere di non ritenere conclusa, come invece dovrebbe, la sua esperienza in politica.
Alla fine di troppe parole, resta sul piatto la nuda verità di un Consigliere disponibile a barare pur di sovvertire le regole e incassare la doppia poltrona di controllore e controllato TPL; di una maggioranza che, forte di numeri arroganti, ha teso bordone al malcapitato LUNA, di un Segretario comunale dimostratosi non all’altezza (con tanto di ricadute dubbiose su tutti i pareri fin qui espressi, tutti in linea col dettato delle leggi o anche, a volte, liberamente interpretati?); e infine una Amministrazione ad uscirne ammaccata dovendo sopportare sul groppone una gragnuola di male considerazioni politiche, non tutte strampalate, a partire dalla macchia indelebile dell’intervento della magistratura, chiamata dalla stoltezza Pd a sentenziare anche sulle procedure più pacifiche e ovvie.
Dopo la truffa subita da Astea Energia, il colpo gobbo della nomina GIACCHETTI al vertice del Campana e la nuova doccia fredda LUNA – in tre mesi due ganci sottomisura e un upperkut al mento che avrebbe fatto traballare un toro – traballano innate sicurezze dell’esercito del Bene.