𝗜𝗻𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗮𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗶 𝗰𝗶 𝘀𝗶𝗮 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗮𝘂𝗿𝗲 𝗶𝗺𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗮𝘁𝗲, 𝗳𝗶𝗻𝗼 𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝘀𝘁𝗿𝗲𝗴𝗵𝗲, 𝗽𝘂𝗿 𝗱𝗶 𝗯𝗮𝘁𝘁𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗶 𝗱𝗲𝘁𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗶𝗴𝗻𝗼𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗲 𝗽𝗮𝘂𝗿𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮𝗹𝗶. 𝗜 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮𝗱𝗶𝗻𝗶 𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮, 𝗮𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝗿𝗶𝗼, 𝗱𝗼𝘃𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲𝗿𝗼 𝗿𝗶𝗻𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗙𝗲𝗿𝗿𝗼𝘃𝗶𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝗶𝗻𝘃𝗲𝘀𝘁𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗿𝗶𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶𝗳𝗶𝗰𝗵𝗲𝗿𝗮̀ 𝗹𝗮 𝘇𝗼𝗻𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻 𝗥𝗼𝗰𝗰𝗵𝗲𝘁𝘁𝗼, 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼 𝗲 𝗿𝗶𝗰𝗮𝗱𝘂𝘁𝗲 𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀
Si può, a 2025 inoltrato, perdere tempo inseguendo le “paure” interessate di quanti, nelle vicinanze di casa, vorrebbero solo miglia e miglia di deserto dei Tartari?
Siano essi indispensabili tralicci telefonici che redditizi impianti per il biometano, fino all’ultimo esempio di Castelfidardo con la contrarietà del Consiglio comunale grillino (per fortuna ininfluente sul progetto) all’insediamento di una stazione merci in quel di San Rocchetto.

Invece di ringraziare il Signore per le occasioni di lavoro e la valorizzazione del territorio che l’investimento delle Ferrovie comporterà, in ricaduta… i vicini di casa, entro un raggio di tre o quattro chilometri dalla realizzazione prevista, si sono immediatamente dati da fare per muovere le leve della politica.
Il Consiglio comunale fidardense si è già pronunciato auspicando un ripensamento o meglio uno spostamento altrove della Stazione (come se gli interessi strategici del traffico ferroviario fossero un elastico accomodabile a piacimento e non un preciso progetto industriale bilanciato in costi e ricavi) e adesso è la volta dei politici locali alle prese, a breve, con la competizione regionale.
Politici che, se avveduti, dovrebbero ben valutare, come le Ferrovie dello Stato, il rapporto costi/benefici di un simile investimento di immagine: guadagnare 9 voti a San Rocchetto e perderne 50 sul territorio… il risultato, oltre la brutta figura (che in politica conta) è pur sempre -41!

Siamo a conoscenza di una raccolta di firme in corso, presso il circolo di San Rocchetto, aperta fino a domenica con la motivazione generica “difendere il nostro territorio”!
Ma, appunto, difendere da cosa? Questi signori, stando alle rispettive preoccupazioni, temono che l’apertura di una stazione merci in quello che è oggi aperta campagna, comportando una circolazione del traffico pesante su gomma, possa portare disagi alla circolazione in termini di sicurezza stradale e – ad abundatiam – al solito timore dell’impatto ambientale… convinti come sono che l’attività dell’Uomo su questo pianeta possa davvero concorrere a sovvertire i cicli geologici, in un verso o in un altro!
Costoro, quindi, anziché preoccuparsi di vendere tutto e traslocare altrove la propria vita fatta di paure ricorrenti gravi (se coerenti e davvero impauriti dalla stazione merci in arrivo) auspicano: A) di valutare alternative progettuali (secondo il teorema noto “non nel mio giardino”); B) consentire al Comune di Castelfidardo e persino ai liberi cittadini di prendere parte, non si sa attraverso quali competenze specifiche, ad un processo decisionale “più ampio e partecipato”.

Immediata la possibilista risposta della politica, in questo caso per bocca di Dino LATINI, Presidente dell’Assemblea regionale: “Occorre trovare un punto di caduta comune, attraverso un confronto Istituzionale che possa portare alla individuazione della migliore soluzione possibile”.
Prima ancora ecco la nota del Sindaco di Castelfidardo Massimo ASCANI: “Condivido le perplessità “enormi” – ha rimarcato il Sindaco 5 Stelle – sui rischi idrici e geologici che l’opera sicuramente comporterà. Nei prossimi giorni presenterò un approfondimento, corredato dalle immagini della recente alluvione del 18 settembre scorso. Sicuramente i progettisti di RFI – ha azzardato un ASCANI convinto, non si sa basandosi su quale convinzione scientifica – non si sono resi conto del luogo in cui vogliono costruire uno dei maggiori hub industriali ferroviari italiani dove, peraltro, sosterranno anche merci pericolose”.
Domanda facile: perché tanta ignoranza?
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